etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


domenica 11 novembre 2012

IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI E LA VISIONE ETICA DEI PROSSIMI QUATTRO ANNI


                                                                                                 
Sebbene la strada sia stata dura e il viaggio lungo,
                                                                                                                 ci siamo risollevati e abbiamo la certezza per
l'America il meglio deve ancora venire, sarò
più forte e ispirato di prima: non sono mai stato
così pieno di speranza per il futuro"!
Barack Obama

                                                                                                                             

Oggi pur se le intenzioni erano di parlare d’altro, sono costretto dalla “forza della notizia” a parlare dell’elezione di Barack Obama alla presidenza degli stati Uniti per i prossimi 4 anni.
Anche se a qualcuno potrà dispiacere non mi sento di fare discorsi inneggianti o di soddisfazione partitica, ma vorrei fare il punto sulla visione etica che dovrà informare il Presidente Obama nei prossimi quattro anni: voglio prendere in considerazione l’uomo Barack Obama che si assume una responsabilità ulteriore in termini di aspettative dell’umanità.
Non parlerò pertanto, come ho sentito fare a Oscar Giannino, dei problemi relativi alla liquidità profusa dalla Federal Reserve, né della scelta sul  futuro presidente della banca centrale americana. Né come hanno fatto tutti i quotidiani, centrare il discorso sugli elementi di responsabilità a livello di politica economica o economico-finanziario di riequilibrio dei conti.
Oggi vorrei riflettere brevemente su quelle che sono state le situazioni che hanno coinvolto Obama negli scorsi quattro anni e quali saranno quelle che lo coinvolgeranno nei prossimi quattro a livello umano. Tale riflessione cercherà di evidenziare la visione etica che deve informare questo presidente, che scaturisce dalla sua esperienza umana e dalle attese che soprattutto le classi più povere ed emarginate hanno riposto in lui. C’è da stupirsi infatti che la “Liberal”  America non sia riuscita a far prevalere la visione “capitalistica” “guerrafondaia” e “imperialistica” di Mitt Romney perché? Forse qualcosa sta cambiando. Cerchiamo di fare il punto.
Innanzitutto diciamo cosa Barack Obama non è riuscito a fare nello scorso mandato: nonostante i suoi propositi non è riuscito a fare cambiamenti fondamentali, gli Stati Uniti hanno continuato a mantenere il loro contingente militare nei diversi posti del mondo, la riforma del sistema sanitario ancora deve essere praticamente attuata, il sistema bancario e finanziario resta sottoposto a spinte speculative dettate dai potenti gruppi bancari, il debito gemello (deficit interno ed estero) continua a crescere, il cosiddetto “fiscal cliff” per la riduzione del deficit ha fatto più male che bene, la disoccupazione resta un problema primario, l’insicurezza ambientale non ha trovato miglioramenti, le realtà sociali sono sempre più distanziate in termini di distribuzione della ricchezza  che vede l’indice di Gini negli Usa tra 45 e 49, la discriminazione razziale continua ad essere un problema soprattutto nei confronti dei cosiddetti “Ispanici” che sono ormai quasi 42 milioni pari ad un quinto della popolazione, infine la povertà, l’insicurezza della rete web originata da wikileaks di Assange e tante altre cose ancora…..
Ma detto questo per il passato…che possiamo pensare per il futuro? “Four  years more!”
Non parliamo dunque delle politiche espansive o di recovery per salvare gli Stati Uniti dal fallimento in cui le società di rating vorrebbero che finisse per motivi speculativi politico-finanziari, tramite il semplice abbassamento delle cosiddette “AA”. Parliamo invece dell’uomo Obama. Delle sue responsabilità morali prima che politiche e sociali. Pensiamo a quelle che sono le responsabilità di fronte alla progettualità innanzitutto di carattere umano. Pensiamo che quest’uomo possa da solo risolvere tutti i problemi degli Usa e del mondo? Io cercherei di capire meglio il suo status. Il presidente degli Stati Uniti, è innanzitutto un uomo come tutti gli altri. E’ un uomo sottoposto a paure emozioni ed incertezze come qualsiasi altro essere umano. E’ sempre e comunque una creatura. E’ un uomo a cui si richiede di misurarsi con un ruolo che, come si è dimostrato nel tempo anche per gli altri presidenti usa, è artificiale. Un ruolo da “Deus ex machina” che di fronte ai problemi dell’umanità perde di consistenza. Un ruolo che per poter essere esercitato ha bisogno di un salto di paradigma culturale, non solo per chi lo riveste, ma anche per coloro che sono insieme a lui nella sua squadra e anche per i suoi partners o le sue controparti ai vertici del mondo. E’ un po’ come il crollo del muro di Berlino. Finché questo muro ha significato la salvaguardia di un certo tipo di ideale di libertà, c’è stata la possibilità per alcuni uomini di esprimere la volontà di operare per un obiettivo di sviluppo concreto, anche se a volte con mezzi poco ortodossi…ma dopo che è crollato il muro è crollato anche l’ideale di libertà e con esso oltre alla mancanza di uomini si è evidenziata una carenza di volontà attraverso i mezzi che se prima erano poco ortodossi, sono divenuti manifestamente distruttivi non solo della realtà politico sociale, ma soprattutto della fiducia del mondo intero verso le attese del futuro.
C’è qualcuno che dice che il problema prioritario è il problema economico di riequilibrio dei conti, io dico invece che il problema prioritario per questo presidente al suo secondo mandato è il problema etico. Un problema di riconoscimento del bene comune e di salvaguardia della dignità dell’uomo e quindi delle sue responsabilità in termini di etica applicata. Un problema di non facile soluzione su cui si confronteranno suo tramite, camera repubblicana e senato democratico, con la volontà di attuare leggi che stravolgeranno la maniera di vivere non solo degli americani: leggi sulla sicurezza, leggi sulla procreazione, leggi sull’eutanasia. Leggi sulle unioni Gay, leggi sulle pari dignità dei diritti dell’uomo, leggi sulle immigrazioni ed altre.
Ecco il fardello che dovrà portare Barack Obama insieme a Michelle: il sogno di un’America unita che sappia continuare a fare da indicatore di progresso all’insegna di una democrazia che però finalmente si esporti non con la guerra, ma con una visione etica che deve essere innanzitutto politica, in cui l’imperialismo non sia guidato dalla forza delle armi, ma dalla capacità di dialogare con i propri pari. Ecco allora che Obama dovrà confrontarsi innanzitutto con la piaga più grande che è la paura del terrorismo che blocca qualsiasi iniziativa democratica. Poi dovrà concepire un nuovo modo di rilasciare la cittadinanza statunitense che non sia una lotteria. ma una procedura rispettosa dei diritti umani. Un altro problema è la circolazione delle armi, la libera vendita che si configura per ogni americano nella libertà di sparare senza problemi a chiunque venga ritenuto un proprio nemico esattamente come nel Far West. Un’altra responsabilità grande che attende Obama sotto il profilo umano è la visione dei fronti di guerra, che veda una consistente riduzione delle spese militari, che non si attui solo per problemi economici, bensì per un necessario cambiamento di prospettiva più rivolta al rispetto dei diritti attraverso il dialogo che non all’imposizione delle proprie ragioni attraverso la forza. Avrà la responsabilità di conciliare il problema della disoccupazione che resta intorno all’8% con i tagli alle sovvenzioni e la riduzione delle tasse. Dovrà trovare una soluzione alle istanze di riconoscimento ufficiale delle coppie gay in un quadro normativo che miri a riscoprire il senso della vita ed il senso della socialità. Poi ci saranno responsabilità sul fronte internazionale una delle quali sarà quella di imparare a “parlare cinese” con una controparte che per ergersi a prima “forza economica” sta creando problemi di contenzioso politico con Taiwan, con il Giappone e sta imponendo al mondo, nel contempo tramite il suo dumping sociale, un regresso di tutti i diritti conquistati, in occidente nel secolo scorso anche con sacrificio di vite umane. Sarà chiamato quasi certamente ad occuparsi dei nuovi equilibri del nord Africa. Dovrà poi confrontarsi ancora con un fantasma che si chiama “Unione Europea” la cui esistenza sono certo che sarà probabilmente determinata dalla sua richiesta di identificarsi in termini di partner come unico organismo e non come soggetto a 17 o 27 facce a seconda delle situazioni. Dovrà confrontarsi con problemi ambientali, di scarsità energetica e di equilibri ecologici divenuti ormai globalizzati.  Insomma le sue responsabilità saranno molte e vincolanti per il raggiungimento di obiettivi di umanità e di sviluppo che il mondo, soprattutto quello dei poveri e degli emarginati si attende dall’uomo più potente del mondo e tali vincoli sono da ascriversi ad una vera e nuova visione etica da cui il Presidente che si professa cristiano non potrà esimersi soprattutto per la sua immagine riconosciuta da tutti come attenzione ai poveri. 
E, a tale proposito riporterei  Jacques Maritain che nel suo Umanesimo integrale a pag. 151 afferma, citando il vangelo di Matteo, cap. 26,11: “« I poveri, voi li avrete sempre in mezzo a voi ». Questa frase significa al contrario, Cristo stesso non sarà sempre fra voi, ma voi lo riconoscerete nei poveri, (che spiega in nota: «nei quali io sono, li troverete sempre fra voi, per servirmi in loro») che dovrete amare e servire come Cristo. Non è una classe sociale ad essere qui designata; sono gli uomini i quali hanno bisogno d’altri per sussistere quale che sia la natura, l’origine e la causa della loro indigenza. Sinché vi saranno classi o caste oppresse, è lì che l’amore andrà prima a cercarli; se un giorno non vi saranno più li troverà ancora ovunque saranno. E perché li ama, vuole che un giorno non ci siano più classi o caste oppresse.”   

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