etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


venerdì 1 marzo 2013

IL BENE COMUNE, GOVERNABILITÀ: L’ETICA DEI NUOVI ELETTI


Coloro che hanno responsabilità politiche non devono dimenticare o sottovalutare la dimensione morale della rappresentanza, che consiste nell'impegno di condividere le sorti del popolo e nel cercare la soluzione dei problemi sociali. In questa prospettiva, autorità responsabile significa anche autorità esercitata mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere con spirito di servizio 842 (pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo di condivisione); un'autorità esercitata da persone in grado di assumere autenticamente come finalità del proprio operare il bene comune e non il prestigio o l'acquisizione di vantaggi personali. (Compendio della DSC n. 410).


Molti italiani con me si stanno chiedendo che cosa accadrà dopo l’esito così”fuorviante” di queste elezioni. Purtroppo non tutti avevano chiare le conseguenze di due realtà che hanno sottovalutato nelle proprie responsabilità di elettori. La prima di queste realtà è lo strumento elettivo, il cosiddetto “Porcellum” l’altra è l’ingovernabilità. 
Se tutti avessero percepito anche minimamente le conseguenze con cui ci confrontiamo oggi, forse il voto sarebbe stato diverso. Comunque non avendo la benché minima idea su cosa si potrà profilare nelle prossime ore in termini di decisioni politiche riguardanti le scadenze ineludibili quali la formazione delle camere con i loro presidenti, la formazione di un governo e l’elezione del nuovo Capo dello Stato, credo che sia necessario fare una riflessione più attenta sulle diverse posizioni degli eletti, al fine di capire chi si sta accingendo a ”guidare” la “Barca Italia” e che non sia una figura come “Schettino”. Certo per chi come me crede nella politica e nelle responsabilità dell’elettorato sia passivo che attivo,  non è facile accettare questa situazione che manifesta in sostanza due facce della stessa medaglia: da un lato l’incapacità di leggere lo scenario della politica da parte dell’elettorato attivo dall’altro l’incapacità di comprendere che per fare il parlamentare occorre un senso di responsabilità che non permette di prescindere da specifiche competenze etiche e di formazione per la costruzione del bene comune. Perché dico ciò? La mia visione etica non mi permette di vedere nell’attuale contesto parlamentare soluzioni di etica politica rivolte ad un vero obiettivo di bene comune. Le mie parole, i miei precedenti post, non sono stati presi in considerazione da coloro che invece ritenevo avessero almeno un po’ di interesse a trovare le giuste soluzioni. Nell’ultimo post di questa Agenda-etica, concernente la maniera di risolvere il debito pubblico e con esso il rilancio del lavoro e dello sviluppo economico, terminavo dicendo che aspettavo il premier….purtroppo questo premier pare essere un miraggio….il premier che attendiamo non esiste: se infatti vediamo i partiti ed i movimenti vincitori delle elezioni capiamo subito che questo premier continua ad essere solo un miraggio. Fare il premier, lo ha dimostrato Mario Monti, non è qualcosa che possa essere inventato tecnicamente! Nonostante tutte le sue competenze, infatti, dall’operato del suo governo si contano più danni che benefici. Per non parlare poi del riesumato, precedente Premier la cui attività di governo quasi ventennale ha ridotto l’Italia a divenire uno dei PIIGS. Continuando la disamina possiamo dire che anche il buon “Bersani” “smacchiatore di giaguari” ha agito in maniera poco politica e molto partitica, dimenticando che tra il parlare degli interessi del Paese e fare gli interessi del Paese ce ne corre. Dopo questa “sconfitta” dovrebbe solo pensare a trovarsi un sostituto capace di guidare il Partito. Da ultimo, tralasciando Ingroia al quale avevo dato inizialmente  un pochino di fiducia, per la sua volontà di fare qualcosa di nuovo, ma rivelatosi poi solo a parole, non si può non considerare la posizione direi “pericolosa” di Grillo e company. Il problema che appare evidente a chiunque “mastichi “ anche poco di politica e di filosofia politica è quello di trovarsi di fronte ad un fenomeno che ci riporta ai primi anni “’20” del secolo scorso. La stessa atmosfera di insoddisfazione, la stessa volontà di distruggere il sistema, e la stessa rabbia contro tutte le istituzioni da riformare. L’altra cosa che si legge dalle scelte e dalle comunicazioni del leader del Movimento 5 stelle è la mancanza di qualsiasi volontà di costruire. Si rifiuta il dialogo, si rifiutano le istituzioni, si rifiuta l’organizzazione, ma poi…non si propone nulla se non cose che sarà molto difficile per i neo eletti del Movimento realizzare. Questo Movimento infatti non esprime un Presidente del Consiglio in pectore che possa prendersi la responsabilità di condurre un esecutivo con la dovuta credibilità necessaria per riscattarci in termini europei. Manca l’organizzazione e la dovuta competenza regolamentare per affrontare i lavori parlamentari delle diverse commissioni. Manca la prospettiva politica necessaria per partecipare ad un sistema parlamentare. Manca la percezione della dignità della democrazia rappresentativa, sostituita da una idea precisa di dittatura “democratica” del leader che dice “se non fate quello che dico io, che sono tutte cose giuste: fuori dal Movimento”. Allora quali considerazioni fare? Io comincerei con il dire, con J.Maritain, che senza una filosofia politica non ci può essere politica. Poi, non è sicuramente detto che i consensi ottenuti siano duraturi: tutti sappiamo che se diamo fuoco ad un mucchio di paglia abbiamo un grande falò….ma poi? E’ vero che tutti i nuovi eletti sono dei “novizi” onesti, pieni di buone intenzioni, ma il proverbio dice che  “la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni”….e quindi siccome una legislatura, si pensa che dovrebbe durare, se non fino alla sua scadenza, almeno tre anni, chi garantisce che dopo il primo momento di euforia i nuovi eletti non comincino a fare comunella con i “vecchi Volponi”? non dimentichiamo che anche se abbiamo un cesto intero di buone mele, ne basta una marcia per guastare tutte le altre in maniera irreversibile! Non è dato il processo inverso e cioè che una maggioranza di mele buone “risani” quella marcia. Non dimentichiamo che gli eletti dei partiti con cui Grillo non vuole trattare, conoscono bene i  meccanismi che hanno rovinato la politica italiana: uno dei quali, emblematico tra tutti, il famoso CAF (Craxi-Forlani-Andreotti) non dimentichiamo che uno dei segretari di Forlani si chiama Pierferdinando Casini. 
Ciò che mi domando è come potranno degli “sprovveduti “ mantenersi fuori dai giochi? Come può un politico”ingenuo” del Movimento, capire i trucchi che il politico “navigato” pone in atto? La politica “all’italiana” purtroppo è quella del “Do ut des” di “Bertinottiana” memoria. La logica è sempre quella di riuscire a spuntare qualcosa….per cui basta dire no…per ottenere quello che si vuole. Inoltre vige sempre il pericolo della possibile “compravendita” di politici, come è sempre accaduto nel nostro parlamento tristemente noto per il “trasformismo” di certi suoi esponenti….e ultimamente divenuto vero e proprio mercato….come…la vicenda De Gregorio proprio in questi giorni insegna. 
Allora quali speranze possiamo nutrire da un Movimento il cui Leader non prende responsabilità parlamentari, che non ha alcuna intenzione di dare fiducia ad un Governo necessario. Che fiducia dare ad una compagine di deputati e senatori eletti (o nominati) che non sono in grado di decidere autonomamente, e che pretendono per bocca del loro leader di fare un loro esecutivo…un governissimo senza rendersi conto che la governabilità non si ottiene con l’imposizione del proprio governo, ma con la negoziazione di misure e riforme condivise a cui votare la fiducia. Se viene tradita tale fiducia, il governo viene fatto cadere. Da qui si evidenzia l’incapacità di governo del Movimento, che sta cavalcando la tigre dei consensi senza dimostrare di avere concretezza di idee per costruire quella nuova Repubblica che vorrebbe. Grillo e company, non hanno ancora capito che con il piccone si può solo distruggere e che i muri portanti di una casa si tirano su impastando il cemento e piegando il tondino con fatica e soprattutto con molta pazienza e abilità oltre che competenza. 
La Governabilità è un bene d’ordine che evidentemente non trova cittadinanza nelle file del Movimento 5 stelle. La governabilità passa per il parlamento, passa per la fiducia ad un Governo che deve impegnarsi nei confronti del Paese. Tutto ciò non pare sia nelle intenzioni del Movimento 5 stelle. Allora quali scenari possiamo ipotizzare? 
Io proverei a dipingere tre realtà: 1) il Movimento impone in un governo di coalizione con il PD a prendere determinate decisioni in merito alle riforme più urgenti: lavoro, costi della politica, rilancio economico imprenditoriale, riforma sanitaria, scuola, Università, ricerca e rinnovamento delle istituzioni, con impegni temporali precisi  pena la revoca della fiducia; 2) Grillo fa un governissimo Movimento 5 stelle a cui il parlamento vota la fiducia…..dopo 6 mesi tale governo cade tristemente incapace di portare avanti le riforme prospettate. In questo caso il Movimento perdendo di dignità politica, non avendo altro da distruggere, implode e tende a scomparire come consenso e quindi come prospettive future. Si va dunque a nuove elezioni ed il Movimento non viene più votato…facendo la fine del partito dell’"Uomo qualunque”. 3) questo è lo scenario più pericoloso che spero non si verifichi….Il Movimento 5 stelle non dà la fiducia ad alcun governo, non si forma il governo, si sciolgono di nuovo le camere per andare a nuove elezioni…….nella nuova tornata Grillo prende il 70%, finisce la violenza verbale nelle piazze…… si va alla conta degli amici e dei nemici del Movimento……e comincia……l’alba di una nuova…..Era……gli italiani di terra di cielo e di mare…..saranno costretti a capire da soli!