etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


martedì 16 luglio 2013

NELLA CONFUSIONE DELLE IDEOLOGIE NON C’E’ POSTO PER L’ETICA


 Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello, sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello, finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali li rapporti personali.
E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone!
Trilussa LA NINNA NANNA DE LA GUERRA
(1914)

Ho fatto molta fatica oggi ad iniziare questo post perché non trovavo un incipit calzante. Finalmente mi sono ricordato che Trilussa consapevole  della realtà dell’uomo nei suoi aspetti più profondi  aveva scoperto che le  ragioni di classe, di mercato, di economia, di politica arrivano a deformare i sentimenti  in maniera irreparabile trasformando in verità parole false ed in personaggi encomiabili maschere da teatrino.  Il tutto per miopia ideologica e perciò opportunistica.
TRILUSSA
Proprio quello che stiamo vivendo in questi giorni per non dire in questi ultimi tre mesi o meglio ancora  in questi ultimi vent’anni.  Trilussa faceva  notare,  con arguzia nelle sue poesie dialettali,  come nulla sembra poter  scalfire il sistema di falsità insito negli uomini che mirano al potere e,  che mentre sono intenti a farsi i propri affari, comunicano nello stesso tempo, con parole suadenti e sorrisi  melliflui  la propria vicinanza ed il proprio sostegno agli elettori, al popolo più indistinto ed ai più deboli e ai più diseredati.
 Perché ho scelto di riferirmi a Trilussa, perché egli  in ogni suo sonetto mette sempre in rilievo quella malcelata confusione ideologica che serpeggia latente, a sostegno di un evidente opportunismo, ma che nessuno vuole riconoscere. E lui lo fa con semplicità veicolando abilmente il substrato normativo dell’etica, senza usare però, toni perentori e senza creare drammi.  Così gira il mondo! E  in questo contesto  egli sembra avvertire con disillusa lucidità il carattere pressoché connaturato degli atteggiamenti moderati che si esprimono nel conservatorismo del potere. Sa mettere in evidenza con tratti semplici ma molto amari  la necessità dei compromessi e delle mediazioni  tipo quelle che oggi chiameremmo  “scuse o smentite mediatiche”.  Comunque ciò che a mio avviso lo rende estremamente attuale è il giudizio dominante della sua visione del potere: chi esercita il potere, non ha pudore a definire, con nonchalance, come valore ideale ciò che invece per lui  altro non è se non obiettivo di tornaconto personale, interesse partitico  o elemento di utilità pratica.
IMMOBILITA’ FUTURIBILE DELLA POLITICA
Non vorrei dire altro , ma questa visione rappresenta lo spaccato dell’attualità: lo possiamo tranquillamente dedurre dal comportamento di questo governo che potremmo chiamare dell’”immobilità futuribile”; dagli atteggiamenti di “comprensione” tra i partiti delle larghe intese che prima venivano chiamati apertamente “inciucio” ; dalle vicende dei diversi politici, più o meno chiacchierati e capaci di dire tutto ed il contrario di tutto sempre presenti e pronti a difendere il “referente” che li sostiene; politici che con i piedi in due staffe vogliono stare con il partito, ponendosi però in “pole” position per un “premierato” contro i propri “originari sostenitori”; politici più o meno razzisti che senza pudore pronunciano ingiurie, offese  ed epiteti  vergognosi contro i propri avversari senza avere la percezione della necessità di onorare una carica rivestita in termini parlamentari.
Ma oltre che nella politica lo possiamo ancor più avvertire dalle polemiche sulla cittadinanza che destano irritazione e sconcerto in chiunque possieda una conoscenza anche minima del termine “umanità; dalle situazioni incomprensibili di rimpalli di responsabilità per casi di “espulsione” di rifugiati politici; oppure dalla situazione di Lampedusa e dei cosiddetti  Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), che non sono più Centri di Permanenza Temporanea (CPT) ma che restano  pur sempre vere e proprie disumane prigioni;  dalle difficoltà di “addomesticare”  tasse e imposte ad un voto di scambio che balla il flamenco al ritmo di Imu, di Iva  e di cuneo fiscale. Dalle tante posizioni sui tagli alla politica, sull’abolizione delle provincie, sulla legge tanto agognata sul conflitto di interesse. Dalla immobilità nel costruire nuove opportunità nel mondo del lavoro; nella incapacità ad ogni livello di dare respiro alle famiglie in difficoltà.
GRUPPI SOCIALI
Ma questa realtà non tocca solo la politica e la politica economica. Tocca i gruppi sociali i quali non si riconoscono più. Le associazioni non sanno più come classificarsi, il criterio di riferimento è divenuto esclusivamente economico ed una onlus non è tale perché lo dichiara l’Assemblea  nel proprio statuto, ma lo è se viene riconosciuta dall’Agenzia delle entrate che stravolge un diritto sociale sostanziale sussidiario, sulla base di  in una mera differenziazione di interessi  guidata dall’accesso al cinque per mille. Stesso dicasi per le fondazioni: bancarie non bancarie ed altre non si capisce più la loro reale funzione.  Per non parlare delle realtà amministrative, dove la cosiddetta spending review ha cambiato in toto l’intervento dello Stato nelle sue entità pubbliche e decentrate. Grazie al federalismo fiscale voluto dalla Lega esclusivamente per motivi elettorali, per non dire clientelari vista la gestione fallimentare dei  fondi della sanità nella regione Lombardia, la cosiddetta “Padania”, siamo entrati in una situazione di discrezionalità geografica e soprattutto di immobilità amministrativa che ci siano o che non ci siano i fondi:  per il patto di stabilità infatti  non cambia nulla.
MASS MEDIA
Ma non basta, ci sono anche i mass media  rappresentati da organi di stampa chiaramente e religiosamente schierati che dovrebbero salvaguardare la dignità umana, e invece in un editoriale ho potuto leggere cose astruse a favore della Fiat di Marchionne e contro l’irresponsabilità della Fiom e l’alto senso di responsabilità di Cisl e Uil.! Ci mancava solo che l’autore avesse scritto anche la famosa frase che un po’ di tempo fa si sentiva riecheggiare nelle sfere di quei sindacati più accondiscendenti “più lavoro e meno diritti” per completare quella confusione ideologica a danno dei lettori.
IMPRESA, BANCA E BORSA
Ma  andiamo ad osservare anche il funzionamento dell’organizzazione socio-economica del nostro Paese:  non si sa da dove cominciare! Vogliamo cominciare dalle banche? Vogliamo cominciare dalle  truffe “caroselli” di alcune grandi imprese? O vogliamo cominciare dalla corruzione internazionale? Oppure dalle problematiche rivenienti dalle incongruenze della mala sanità, dalla mala giustizia, dalla mala....vita sempre più penetrante e soffocante in termini di usura e di riciclaggio del denaro sporco. Oppure vogliamo iniziare dall’inquinamento? Dal palleggio delle responsabilità sulle discariche e sullo smaltimento dei rifiuti? Oppure vogliamo ancora parlare della mancanza di controlli, o meglio dell’”eccesso” di controllori? Ma  possibile che  pur in presenza di un controllore così attento e professionalizzato come la nostra Banca Banca d’Italia,  un giorno si e l’altro pure, escano magagne dal sistema bancario e finanziario un giorno MontePaschi, un giorno Banca Popolare di Milano un giorno quale altra?? Possibile ancora che con un controllore attento ed esperto come la Consob si debba assistere a giochetti in borsa che si chiamano aumenti di capitale, o fusioni  o Opa o patti di sindacato nascosti, che di solito si rivelano fatti  ai danni dei piccoli investitori, inconsapevoli di eventuali strategie o mire societarie,  aumenti che ultimi nel tempo si chiamano Maire Tecnimont,  Rcs che hanno visto speculative azioni sui diritti che hanno oscillato anche di 30 punti percentuali  finendo poi per valere zero  e fusioni  come Gemina-Atlantia  che sempre annunciate sulla stampa sembrano non realizzarsi  mai? Per non parlare della preannunciata  opa  Lauro Sessantuno che delisterà la  Camfin.  Ma questo non è nulla a confronto di tutte quelle realtà che dovrebbero essere controllate: le assicurazioni, le telecomunicazioni,  la sanità, le posizioni dominanti di concorrenza ecc., insomma è meglio non addentrarsi in questi argomenti perché non basterebbero 365 giorni di post!!!
CONCLUSIONI
Ma come vogliamo concludere?  E’ semplice: se noi analizziamo tutte queste realtà notiamo con estrema chiarezza quanto evidenziava Trilussa: dobbiamo veicolare il senso dell’etica. Allora quello che occorre fare è promuovere l’etica, ma non a parole, o per il proprio tornaconto, ma con fatti concreti: torniamo all’etica nella politica guardando al bene comune e come prima cosa risolviamo il problema del debito pubblico: la maniera c’è basta volerlo. Creiamo opportunità di lavoro a livello regionale, senza fare voli pindarici anche qui la maniera c’è basta volerlo. Ovviamente non partiticamente, bensì politicamente. Non mancano le tecniche, manca la volontà di fare qualcosa per il bene comune.
SOLUZIONI
Le soluzioni infatti guarda caso, vengono sempre da chi appartiene a un gruppo, da chi appartiene ad un partito e non già da chi, anche se professionalmente preparato, non appartiene a quelle che in gergo si chiamano “Lobby”. E’ chiaro che vanno difesi gli interessi dei gruppi, dei partiti e delle lobby non già il bene comune del Paese.
Poi a livello sociale, ricostituiamo un tessuto comunale provinciale e regionale che guardi al bene comune del territorio e che crei nuove opportunità di lavoro come filiera territoriale riscoprendo turismo, tradizioni, cultura artigianato, moda, storia, musei, vita all’aperto, bonifica montana, bonifica dei territori inquinati, restauro della rete idrica ecc.
Infine ricostruiamo l’uomo, con un moto d’orgoglio, creando corsi di formazione che possano dargli la chiave interpretativa dei fenomeni comportamentali nella salvaguardia della propria dignità e della promozione del bene comune. Sfruttiamo la saggezza e l’esperienza degli anziani che sono stati messi fuori dal ciclo produttivo e che ancora hanno una potenzialità socio economica formidabile! Creiamo un programma di insegnamento nelle scuole, ma che non sia appannaggio del Ministero della Pubblica Istruzione, ma di tutti i cittadini,  un programma che riconosca l’uomo come essere umano capace di progettare in termini personali e sociali nel rispetto della propria umanità e dei diritti di tutti e cioè anche di coloro che chiamiamo diversamente abili, donne ed extracomunitari.
Questa è la via. Fatti concreti che  partono dalla formazione e dalla volontà di ricostituire il tessuto di fiducia che eviti il noto detto hobbesiano Homo homini lupus.
In campo socio-economico questa etica la si può ingenerare attraverso il percorso di certificazione etica riscoprendo una via edificante quale la coscientizzazione verso gli elementi portanti della fiducia nelle relazioni: 1) la competenza professionale; 2) la conoscenza dei limiti etici della funzione;  3) la trasparenza ed infine 4) la censura sociale.