etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


lunedì 14 aprile 2014

PERCHE’ L’ETICA HA BISOGNO DI NUOVE CATEGORIE DI PENSIERO?

“Secondo William Graham Summer (1840-1910) noto sociologo americano tanto pessimista quanto conservatore, «la più grande follia di cui un uomo può essere capace è quella di mettersi a sedere con carta e matita per progettare un nuovo mondo sociale». Eppure una follia del genere ha prodotto la Repubblica di Platone e la Vita nuova di Vico, il progetto illuminista di Diderot e Voltaire, quello positivista di Comte e Spencer, quello comunista di Marx ed Engels. La stessa follia progettuale ha spinto pedagogisti come Rousseau, Don Bosco e Paulo Freire a elaborare modelli educativi per le nuove generazioni e ha spinto i padri costituenti, come Franklin e Washington, a scrivere le costituzioni.  Uno dei saggi più acuti sull’illuminismo – Lo spirito dell’Illuminismo di Tzvetan Todorov (2006)  - inizia così: «Dopo la morte di Dio, dopo il crollo delle utopie, su quale fondamento intellettuale e morale intendiamo costruire la nostra vita comune? se vogliamo agire come persone responsabili, abbiamo bisogno di uno schema concettuale su cui fondare non solo i nostri discorsi, cosa semplice a farsi, ma anche le nostre azioni»”.
D. Masi MAPPA MUNDI modelli di vita per una società senza orientamento – Saggi Rizzoli pag. 20

  

Anche in questo periodo ho atteso invano reazioni al post sulla certificazione etica. Dal 12 marzo scorso non c’è stata alcuna obiezione, non c’è stato bisogno da parte di nessuno di dire ciò che pensa. Eppure di Blog sulla rete ce ne sono a bizzeffe ed i commenti sono continui, di tutti i tipi, favorevoli, contrari indifferenti: tutti hanno qualcosa da dire. Qui invece? Nessuno parla. Perché? Forse perché ci sono categorie di uomini come faceva dire Sciascia nel suo “Il giorno della Civetta” a don Mariano Arena, semianalfabeta, capomafia potente e spietato rivolgendosi al “continentale” capitano Bellodi, emiliano di Parma, giovane, colto, ex partigiano, destinato ad una carriera di avvocato, ma rimasto in servizio in nome di alti ideali di giustizia.: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…” Bene quando parliamo di etica, vorremmo rivolgerci agli “uomini”, ma se  rispondessero anche i soli “mezzi uomini” già potremmo accontentarci del risultato! Forse già con essi potremmo cominciare ad introdurre nuove categorie di pensiero. Purtroppo non sembra essere che una mera illusione. 
Ma perché dobbiamo trovare nuove categorie di  pensiero? La risposta potrei condensarla così: i cambiamenti della nostra realtà sono talmente veloci e repentini che implicano un continuo cambiamento anche del pensiero di coloro che vivono questo cambiamento. In altre parole potrei dire che la globalizzazione ci ha messi di fronte ad un problema intergenerazionale in cui tra le esperienze del passato e le attese del futuro, manca l’anello intermedio della comprensione storica del presente che si dibatte tra negazionismo e ignoranza del passato proiettati nell’ideologia di un futuro dalla configurazione incerta. Ciò determina il paradosso che le attese del futuro non solo mancano di spirito creativo ed innovativo, ma anche di quella vision necessaria per staccarsi da modelli non più applicabili, ma non perché non siano “buoni”, ma semplicemente perché è cambiata la mentalità e la cultura della gente. Per capirlo basta guardare alla superficialità, all’inconsistenza esistenziale ed alla immaturità di certe fasce giovanili molto differenti invece da qualche generazione precedente come quella del ’68 aveva dato fiducia alle proprie possibilità. Certo che tutte le accuse che si fanno al ’68 ed al suo operato sono plausibili, ma ciò non toglie che a torto o a ragione esprimeva un’idea e degli obiettivi che per quanto reputati in seguito fallimentari erano scaturiti da idee nuove anche se purtroppo fondate molto spesso sull’ignoranza. Infatti il movimento era nato per imporsi contro il nozionismo autoritario delle generazioni precedenti per richiedere al suo posto una formazione diffusa in cui si ponesse l’essere umano e le sue aspirazioni sociali al centro della scena socio-politico-economica. Purtroppo il risultato ottenuto è stato quello di non essere riusciti ad ottenere la formazione sperata e nel contempo di aver perso anche il nozionismo, creando i presupposti per l’attuale ignavia  giovanile che continua, tranne che in rare eccezioni, a cercare di inserirsi in un precariato a tutti i livelli. Allora che cosa significa cambiare categorie di pensiero? Significa tornare ad un equilibrio tra realtà vera e visione teorica. Come dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium al punto 231 che “La realtà è più importante dell’idea” perché  “La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. E’ pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all’idea. questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza.”  Ma quali sono gli elementi sui quali siamo chiamati a costruire nuove categorie di pensiero? Ecco li metto di seguito senza approfondirli anche perché spero di ricevere aiuto da coloro che leggono,  per  la loro formulazione.
Iniziamo con la Società, un concetto completamente da rivedere e al suo interno il concetto di famiglia e nucleo familiare, oppure di rapporti tra cittadini con nuove configurazioni di cittadinanza ed infine riformulazione aggiornata del concetto di gruppo sociale. In secondo luogo la Politica il cui significato fondamentale, di aristotelica fattura, deve essere rivisitato alla luce delle convinzioni attuali, dove deve trovare posto un nuovo concetto di Istituzioni, di partiti, di riconfigurazione della classe dirigente dei “parvenu della politica”, di mansione e obiettivi di tale classe dirigente. Un altro elemento importante si chiama Istruzione in un nuovo concetto di scuola, di programmi di insegnamento e formazione, di rapporto famiglie insegnanti studenti nonché del precariato svilente dei professori unitamente a nuove forme di valutazione e garanzia degli obiettivi formativi offerti. Un altro concetto che deve essere rivisto è il concetto di Impresa perché l’esistente non funziona più, mettere in conto il bene d’ordine, la delocalizzazione, il conflitto capitale lavoro, così come la garanzia del futuro in termini di durata, ma non come sovvenzione bensì come opportunità di crescita. Stessa cosa dicasi per il Lavoro questa realtà sempre più legata al passato, in termini ormai superati, il lavoro sempre più precario necessita di discontinuità tra occupazione e reddito, una nuova categoria di pensiero del lavoro che non abbia solo contenuti economicistici e salariali, ma anche e soprattutto contenuti antropologici. L’Energia con tutti i cambiamenti delle rinnovabili, ma vere, che prima della loro applicazione abbiano già le soluzioni della loro dismissione o smaltimento. Lo Stato il cui rinnovamento del concetto si lega alla perdita di sovranità, alla creazione di blocchi federali, alla catalogazione delle spinte secessioniste ed alla governance globale. Anche per il Fisco si dovranno rivedere i concetti portanti in termini di giustizia redistributiva, di sostenibilità e di collegamento con i servizi pubblici. Un altro importante concetto da rivedere in termini di categoria di pensiero è il sistema Finanziario, con al suo interno il sistema borsistico, il debito pubblico i sistemi di trading, così come il sistema Bancario che deve essere rivisitato in termini di gestione creditizia, di usura, di sostegno all’economia e di obiettivi creditizi. A questi non può non aggiungersi il sistema Sanitario pubblico, privato, rivisitato sotto il profilo dell’assistenza, della presenza territoriale della malasanità del malaffare non solo clinico biologico, ma anche farmaceutico. Altro elemento fondamentale da rivedere è la Tecnologia nelle sue forme di info-nano-bio e cogno espressioni.  Anche il sistema dei  Trasporti  nella rivisitazione dei trasporti turistici come le crociere, il trasporto aereo come il low cost oppure il trasporto senza pilota, il trasporto ferroviario sempre più superato dal trasporto su gomma nonostante le velleità dell’alta velocità. Stessa cosa vale per i sistemi di Alimentazione, che tra slow e fast food, si dibattono sulla composizione degli alimenti legati anche alle nuove biotecnologie ed agli ogm. Gli Stili di vita globalizzati, glocalizzati, naturistici o tecnologici, imporranno nuovi parametri in tutti gli ambienti in cui viviamo per evitare inquinamenti e contaminazioni di ogni genere che provocano malattie di lungo termine. Senza approfondire, non posso però tralasciare il nuovo concetto di Università sia in termini di offerta formativa che di aggregazione di sedi che di sistemi di insegnamento long-distance, e-learning, longl-life, con riqualificazione dei professori e scelta degli studenti  con integrazione di partenariati universitari e accademici internazionali nonché nuove scuole di pensiero. Oltre a ciò restano sempre i problemi dell’Euro della sua gestione della sua imperfezione monetaria disgiunta da una realtà di sovranità politica e di integrazione fiscale. Il nuovo concetto dovrà configurarsi in ambiti completamente diversi, forse ancora non immaginabili, ma che se non verranno razionalmente individuati, si genereranno comunque autonomamente in un riequilibrio necessario di forze contrapposte. Anche la Religione dovrà essere declinata in un nuovo  sistema di pensiero in cui la guerra tra fondamentalismi e intolleranze comporterà una rivisitazione della libertà religiosa e della  necessità del proselitismo esclusivo. Altrettanto dicasi per il Giornalismo in cui la competizione tra la carta stampata, l’on-line e la televisione condurrà a nuovi sistemi di pensiero e di comunicazione le cui categorie si evolveranno a ritmi sempre più incalzanti ed inimmaginabili. Altri campi nei quali sarà necessario ricostituire adeguate categorie di pensiero sono le associazioni di professionisti non appartenenti a collegi o a ordini, per i quali già una legge la 4/2013, impone la formulazione di  un codice etico, avversato dalla maggior parte di loro, ma certamente un primo passo verso il cambiamento.  Tra le categorie che subiranno un forte cambiamento c’è quella delle Privatizzazioni tra le quali l’energia, le ferrovie, l’acqua, le autostrade le poste e tutto ciò che  attualmente è pubblico e che si cerca di far andare male per permettere di svenderlo come regalo agli “amici politici”, ma la privatizzazione non potrà che essere di breve periodo causa l’enormità dei costi di manutenzione che ne imporranno di nuovo la successiva necessaria conduzione pubblica. Da ultimo, senza parlare degli stipendi e della rivisitazione dei sistemi pensionistici vorrei terminare con il cambiamento che subirà la Cultura e soprattutto quello dei luoghi della cultura come il teatro, il cinema, le biblioteche  gli auditorium i think tank . Tali luoghi dovranno trovare nuove categorie in cui configurarsi per ritrovare il concetto perduto di bellezza attualmente subissato dall’ideologia del piacere, del possesso e…. dell’affermazione dell’ignoranza purché mediaticamente rilevata.