etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


sabato 17 agosto 2013

IL DENARO, L’USURA E L’ETICA

Cap. XXVII “…Il corpo umano, certamente si compone di moltissime parti di natura diversa, che hanno bisogno di alimento continuo e vario affinché il Corpo sia ugualmente capace di tutte le cose che possono seguire dalla sua natura e, conseguentemente, perché anche la Mente sia ugualmente capace di concepire molte cose. Cap. XXVIII A procurare, d’altra parte, queste cose le forze di ognuno sarebbero appena sufficienti se gli uomini non si prestassero reciproco aiuto. Ma in realtà il denaro ha offerto il compendio di tutte le cose, onde è avvenuto che la sua immagine occupa di solito in sommo grado la Mente del volgo; poiché difficilmente possono immaginare una qualche specie di Gioia se non in concomitanza dell’idea dei soldi come causa. Cap. XXIX  Ma questo vizio è proprio soltanto di coloro i quali cercano i soldi non per indigenza o per le loro necessità, ma perché hanno appreso le arti del lucro delle quali sono pomposamente fieri….” Baruch Spinoza ETICA (Ed. Riuniti, pag. 288).



Nel post del 2 luglio scorso concernente ciò che il Comitato di promozione etica onlus ha proposto l’11 di giugno 2013 nel corso del Convegno, ricordavo che come prima cosa aveva scelto di stimolare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita sociale e politica, partecipazione che oggi è declinante: Cominciando con il coinvolgimento delle scuole elementari e medie, e contando di offrire, attraverso la 4metx corsi specifici comportamentali concernenti anche il comportamento etico relativo all’uso del denaro, alla gestione  economica, sia per insegnanti che per i ragazzi delle diverse età dalla scuola elementare fino alla media superiore.
Oggi infatti credo che questo sia il principale problema che la nostra società è chiamata ad affrontare.

PROBLEMA DEL DENARO
Il  denaro o come più comunemente lo chiamiamo “soldi” rappresenta una questione vitale per ciascuno di noi che si trova a dover fare i conti con la propria autonomia di vita. Infatti come rilevava Spinoza già nel 1661, che il corpo e la mente hanno bisogno di soddisfare molti e diversi bisogni per sopravvivere e svolgere le proprie funzioni, ciò non sarebbe possibile senza la solidarietà ossia “reciproco aiuto”. Però aggiunge anche, molto lucidamente, che in realtà quella che dovrebbe essere intesa come solidarietà si compendia invece come possibilità data dal denaro. E continua sottolineando che la gente non riesce ad immaginare una qualsiasi gioia se non legata e in qualche modo causata dai soldi. Però con grande discernimento fa una distinzione importantissima tra chi usa il denaro come mezzo per ottenere ciò di cui necessita e chi invece lo vive come vizio, vale a dire come ricerca dei soldi non per necessità, ma per l’accumulazione ed il piacere del profitto di cui vanno fieri. Certo dopo più di 350 anni possiamo osservare che le cose non sono cambiate: i soldi restano l’elemento di riferimento delle relazioni sociali. Sia per chi li usa per soddisfare i propri bisogni sia per chi invece li accumula più o meno lecitamente. Sembrerebbe quasi un assurdo, ma se osserviamo la vita intorno a noi o le semplici attività giornaliere che svolgiamo ci accorgiamo che è proprio così. Il problema principale, oserei dire quasi divenuto esistenziale per ciascuno di noi è il possesso del denaro. Viviamo in una società fondata sul mercato e quindi sullo scambio monetario, il cosiddetto scambio di beni o meglio di diritti di proprietà di valore equivalente e questo scambio è misurato dal denaro. Siamo in una società ben stigmatizzata da Jeremy Rifkin come era dell’accesso, dove cambia il sistema di proprietà privata, dove il capitalismo dei beni si trasforma in un capitalismo relazionale, ma per accedervi o per non rischiare l’esclusione occorre avere i soldi per acquistare il diritto di esistere e di partecipare. I soldi nati come funzione di sostegno allo scambio per la loro caratteristica di essere a) strumento numerario, per agevolare gli scambi tra prodotti indivisibili; b) portatore di valore nel tempo come trasmissione delle eredità nei diversi periodi storici; c) portatore di valore nello spazio come vendita di un bene in una località ed acquisto, con la somma ottenuta, dello stesso bene in un’altra località geografica, oggi ha perso queste caratteristiche perché è divenuto lo strumento più condizionante della nostra vita in tutti gli aspetti. Anche il detto popolare “senza soldi non si canta messa” sta ad indicare che effettivamente la nostra vita è legata a questo strumento. La sa bene chi è disoccupato, chi non trova lavoro, chi deve  o vorrebbe farsi una famiglia o acquistare una casa…. I soldi sono tutto, finanche il parametro di riferimento della vita sociale: ciascuno si aggrega o sceglie la propria cerchia di amici tra coloro che hanno la stessa capacità di censo o per dirla in breve hanno in media analogia di redditi e patrimonio. Oggi i soldi o si hanno oppure si prendono in prestito, sia a livello privato che in termini di debito pubblico. Noi lo sappiamo bene. I soldi per la nostra vita nella società attuale, come d’altronde anche in quelle succedutesi nella storia, sono essenziali per poter uscire dal proprio gruppo sociale. Si perché la progettualità sociale è strettamente legata al censo dei partecipanti. Ecco allora la divisione in classi: i nullatenenti, i proletari, gli operai, i medio borghesi, i professionisti, gli industriali, le caste ecc., e se non ci sono ascensori sociali, in questo ambiente capitalista e di accumulazione di ricchezza, le uniche soluzioni per uscire dalla propria cerchia sono rappresentate dal furto o dalla cosiddetta appropriazione indebita, dallo sfruttamento del lavoro, dall’evasione fiscale, dalla speculazione e dal gioco d’azzardo. Non vorrei sembrare cinico, ma questa è la realtà. Anche perché in un rapporto di giustizia sociale in cui viga la legge commutativa, ci sarebbe veramente uno scambio di valori equivalenti e quindi una eguale quantità di ricchezza che passa di mano in mano per il soddisfacimento decoroso dei propri bisogni. Poiché invece il capitalismo di sottrazione che regola il nostro vissuto quotidiano, si basa sulla produttività e sull’accumulazione di risorse monetarie, troviamo che chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è povero diviene sempre più povero. In un capitalismo siffatto, il modo di cambiare il proprio status quindi è di rubare o frodare accumulando indebitamente ricchezza in grado di far cambiare il proprio status sociale; oppure di sfruttare il lavoro remunerandolo in “maniera cinese”, senza regole e accumulandone così la maggiore produttività, quello che cioè Marx chiamava plusvalore; praticare l’evasione fiscale che permette oltre all’accumulazione di proventi illeciti, anche la concorrenza sleale portatrice di lauti guadagni aggiuntivi; effettuare speculazioni di ogni tipo, ma soprattutto quella immobiliare o borsistica delle vendite allo scoperto; infine ricorrere al gioco d’azzardo  illegale e legale che moltiplica giorno dopo giorno molti perdenti sempre più bisognosi e pochi vincenti destabilizzati sotto il profilo psicologico e umano. Il gioco infatti è divenuto la terza industria in Italia, quello illegale fattura 10 mld con oltre 2 milioni giocatori a rischio e 800mila quelli dipendenti. Ciò che si evidenzia in tutti questi frangenti è la mancanza di conoscenza del valore del denaro. La mancanza di conoscenza di ciò che significa risparmiare e di ciò che significa indebitarsi. La mancanza di conoscenza delle conseguenze derivanti dal passo più lungo della gamba.

L’USURA
In questo clima nessuno si meraviglia quindi che l’usura sfrutti la crisi e che nel 2013 ci sian state 266 operazioni condotte dalla guardia di finanza che ha sequestrato patrimoni accumulati illecitamente per 167 milioni di euro e che sono stati denunciati 248 usurai, di cui 49 arrestati come riportato dal Sole 24 ore del 10 agosto scorso a pag. 8. Inoltre l’Usura non si serve soltanto delle tecniche più sofisticate come le false fatturazioni, gli assegni posdatati oppure i negozi di compro oro che come messo in evidenza dal Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes il 28,1% degli italiani si sia rivolto ad un compro oro e sono stati sequestrati dall’inizio dell’anno oltre 179 chili tra oro e argento e denunciati 86 responsabili di traffico di metalli preziosi di cui 52 arrestati. Senza parlare dei proventi della droga e di altre attività criminali, l’usura si serve anche delle banche, del credito al consumo e delle carte di credito. Delle banche l’usura sfrutta, (quando non la connivenza del bancario che suggerisce la Società Finanziaria cui rivolgersi al soggetto non bancabile) la mancata erogazione di credito, oppure la richiesta di rientro in tempi brevi del prestito ricevuto, oppure la minaccia della messa all’asta della casa di cui non si sono pagate tre rate di mutuo.  Il credito al consumo è forse uno dei migliori veicoli grazie alla formula “compra oggi e paghi fra sei mesi”, moltiplicando gli acquisti senza rendersi conto che il cumulo supera le proprie capacità di reddito, oppure l’erogazione di un prestito di 10.000 euro da restituire in 84 mesi a 150 euro al mese con un taeg del 6,70% oppure ancora tramite l’uso delle carte di credito revolving che oltre a permettere di ricevere l’addebito dopo un mese dando l’illusione di una maggiore elasticità permettono di rateizzare il credito. Ciò che non sa chi subisce l’usura, sia esso esercente una attività o un semplice privato che si è indebitato per motivi personali, è che da questo vortice non si esce. La caduta può essere anche fortuita, data dalla congiuntura sfavorevole oppure a volte dal semplice avvento di un licenziamento che crea disoccupazione. L’illusione di poter coprire rapidamente il buco e riequilibrare la propria situazione è uno stimolo molto forte e talmente ben posto dall’usuraio che coloro che ricorrono a questa pratica non se ne accorgono nemmeno. Invece quando realizzano poi che un tasso di interesse usuraio mensile pure al  minimo del 20% anche ad esempio su soli 1000 euro è pari a 200 euro e che questi si capitalizzano, qualora non si riesca a ripagare il debito, arrivando alla fine dell’anno per soli interessi a euro 2.783,22 portando così a dover restituire euro 3.783,22  per una percentuale annua iperbolica pari al 278,32%, è troppo tardi e non hanno più possibilità di uscirne. Così l’usuraio si appropria delle attività dell’esercente o impone la vendita di gioielli o di preziosi  al privato, per far fronte ai ripagamenti, reclamati con minacce ed aggressioni anche violente. Ma il tasso di interesse a volte è talmente esoso da raggiungere anche l’80% come a Rimini o il 900% come a Palermo oppure il 212% annuo come a Gallipoli secondo quanto riportato sempre nello stresso articolo del Sole 24 ore sopracitato.   Il problema di chi si lascia indurre all’usura è che oltre a non vedere vie d’uscita possibili non sa farsi i calcoli  perché altrimenti capirebbe subito che non gli sarà più possibile uscirne. E’ esattamente come colui che resta vittima della droga, si illude di poterne uscire, in realtà più passa il tempo e più resta avvinghiato al suo pusher.  Così l’usurato che instaura un rapporto con l’usuraio quasi di solidarietà, vedendolo quasi come un benefattore, non si accorge che pian piano questi lo strozza. Anche se c’è una legge conosciuta come antiusura la 108/96 questa in realtà , nonostante tutto il dibattito sul livello di tasso usuraio, essendo uno strumento repressivo e non di formazione della coscienza,  non serve a limitare il fenomeno che presenta interessi talmente elevati, al punto di far superare qualsiasi deterrenza. L’unica possibilità di uscire da questo inferno è di seguire una scelta etica che si basa su tre vie: 1) la riforma della legge suddetta negli articoli 14 e 15; 2) la riforma del sistema antiusura in termini operativi; 3) la diffusione della conoscenza del fenomeno e della sua gestione sin dall’età della scuola primaria.

L’ETICA     
Poiché il credito è un bene d’ordine e come tale deve essere salvaguardato in quanto di natura profondamente etica, non si può continuare ad accettare questa situazione di degrado non solo economico, ma anche soprattutto personale ed umano che l’usura genera. A tale proposito il Comitato di promozione etica onlus ha già individuato la maniera di riformare gli articoli suddetti: il 14 per quanto riguarda il sostegno al soggetto usurato ed il 15 per quanto concerne la prevenzione. La lotta all’usura è uno dei tre filoni di attività del Comitato per chi volesse approfondire i termini, certamente da migliorare ed implementare per  la proposta di un eventuale emendamento alla legge,  può andare sul sito http://www.certificazionetica.org/public/upload/Emend_108_96.pdf .  Naturalmente deve essere rivisto anche la natura del soggetto usurato, che sia esercente attività economica o che sia soltanto un privato. La legge deve contemplare una fattispecie generale che possa ricomprendere in misura incisiva le diverse fattispecie specifiche e salvaguardarle in maniera coerente.  Analogamente per quanto concerne la riforma del sistema operativo, questo deve attuarsi sia partendo dal sistema bancario che deve prevedere una specifica attività mirata al controllo del fenomeno sia interno che esterno alla banca ed agli eventuali elementi scatenanti, sia alla creazione di uno speciale tipo di banca etica unitamente ad una società di investimenti, sia una rete di antenne territoriali antiusura. Per quanto riguarda infine la conoscenza del fenomeno soldi, gestione economica, credito, interessi, e usura, il Comitato si propone di presentare un programma di formazione ai diversi livelli di istruzione: scuole elementari, medie inferiori e superiori, per far apprendere ai ragazzi ed ai loro insegnanti, come si crea una coscienza antiusura semplicemente comprendendo il meccanismo che presiede all’uso del denaro ed alle tecniche di gestione del risparmio e degli investimenti avendo cura di comprendere con precisione l’importanza del tasso di interesse composto, dei ritorni di un investimento e dei concetti di valore da attribuire agli strumenti monetari, creditizi, finanziari e valutari. Insomma tanto per portare una provocazione ai lettori, direi che tutti dovrebbero almeno avere chiaro il significato delle seguenti formule relative al taeg antiusura:
La formula dettata dalla banca d’Italia per il calcolo del TEG relativo ad alcune operazioni  è la seguente:

La formula per il calcolo del TEG è:


            Interessi x 36.500           Oneri su base annua x 100
TEG =  --------------------------  + -----------------------------------
            Numeri debitori                      Accordato

per il resto delle altre operazioni invece la formula è:


b)     Altre categorie di operazioni :
In analogia a quanto previsto dal decreto del Ministro del Tesoro dell’8.7.1992 per il calcolo del TAEG, la formula per il calcolo del TEG è la seguente:

  m                           m’
Ʃ  _Ak____   =   Ʃ  _A’k’____  
k=1     (1+  i)tk              k’=1      (1+  i)tk’

Siamo in grado di capire come funzionano?