etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


martedì 7 agosto 2012

MES: MECCANISMO ETICO DI STABILITA'

"Se vogliamo uscire dalla crisi non possiamo permetterci di far cadere gli Stati, ma nemmeno il sistema finanziario. Ma è difficile spiegare a un cittadino perchè il suo Paese deve dare un prestito ad un altro Paese. Non c'è ancora una cultura politica europea di questo tipo". Joaquin Almunia (Intervista al Sole 24 ore dell’8/7/2012)




MES= MECCANISMO ETICO DI STABILITA’

Nell’attuale contingenza il proverbio “tanto tuonò che piovve” sembra non potersi ancora pienamente applicare: dopo incontri, riunioni, vertici, G8, G20 ed altri, lo spread continua a superare i 450 punti base, il rendimento dei Btp al 6,022%, i Bunds al tasso record (negativo) di 0,0344%, gli eurobonds permangono una buona intenzione, il Meccanismo di Stabilità proposto da Monti ancora non funziona, il portavoce di Rehn dice che i “caveat”, i limiti e i confini del nuovo meccanismo anti-spread “sono ancora tutti da definire”, la crescita  dell’Europa rimane un’utopia, la Banca Centrale Europea continua ad essere un fantasma anche se un invito a moderare i toni del dibattito sulla crisi della zona euro è arrivato dal ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle che ha sottolineato in una nota: "Il tono del dibattito è estremamente pericoloso", ha detto. "Dobbiamo fare attenzione a non portare l'Europa alla morte con le nostre parole. Non possiamo consentire che le nostre azioni si riducano al tentativo di conquistare un più alto profilo in patria - e questo vale anche per la Germania".  Osservazioni che suonano come un monito alla Csu bavarese, partito di governo, il cui leader Markus Soeder ha dichiarato ieri al Bild am Sonntag che Berlino dovrebbe tagliare i cordoni della borsa alla Grecia entro il 2012 prima che sia troppo tardi.” Inoltre dopo l’intervista rilasciata ieri da Monti allo Spiegel il segretario della Csu bavarese, Alexander Dobrindt, parla di "attentato alla democrazia", aggiungendo che "la brama di soldi dei contribuenti tedeschi spinge il signor Monti a un florilegio anti-democratico". "Il signor Monti ha bisogno evidentemente di una chiara risposta che noi tedeschi non saremo disposti ad abrogare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani". L’ovvio riferimento e' alla frase pronunciata nell'intervista da Monti, secondo il quale, "se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro Parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell'Europa sarebbe più probabile di un'integrazione".  e……... a mio avviso è stata compresa alla..tedesca…mah…chi più ne ha più ne metta!! Nel frattempo si profila una ulteriore attesa non certo calmieratrice della speculazione, con tanti punti interrogativi da sciogliere in una sola data: il 12 settembre prossimo. Vale a dire la pronuncia della Corte costituzionale tedesca sulla legittimità degli acquisti di Bonds e del Fondo Salva Stati, l’ESM. Poi in quello stesso giorno ci sarà il verdetto delle urne olandesi e contemporaneamente, sarà il giorno di due altri importanti appuntamenti “istituzionali” europei: il discorso programmatico sullo stato dell’Unione del presidente José Barroso e il giorno in cui la Commissione Ue conta di presentare la sua proposta per l’Unione bancaria con la supervisione coordinata dalla Bce. Insomma ci sarebbe da stare preoccupati! Una domanda che viene spontaneo porsi è che è possibile mai che non ci si renda conto che si sta giocando con il fuoco e che l’effetto domino colpirà necessariamente tutti Germania compresa? Devo dire che nonostante abbia rimproverato a Monti, su queste pagine, la mancanza di fermezza nei confronti dei colleghi tedeschi e olandesi, dopo aver sentito che le proposte da lui avanzate andavano nei termini che avevo suggerito in questo Blog, debbo riconoscergli delle capacità politico-negoziali di gran lunga superiori ai suoi interlocutori. Mi sembra di poter dire che in questo momento appare l’unico della compagine dell’Eurogruppo capace di avere una visione realistica, nitida e lungimirante della situazione. Si badi bene una visione assolutamente tecnica che riscontra però, anche se non manifesti, obiettivi politici precisi con al primo posto la convergenza verso una maggior coesione politica dell’Europa. Infatti ciò che manca a questa squadra di euro-decisori è proprio la finalità politica della loro azione di governo, visione politica che deve essere supportata dalle decisioni tecniche che si prendono. Ma ovviamente anche il lettore più ingenuo potrà capire che non è un caso che si stia procedendo per stop and go. Non esistendo ancora l’Europa ed essendo l’Unione Europea vittima di obiettivi finanziari di brevissimo termine, di specifici gruppi, cosiddetti poteri forti, i cui interessi possono farsi rientrare nelle cosiddette Nuove Strutture di Peccato (cfr. S.R.S. n. 36 e 37)  non si può assolutamente immaginare che la scena assuma caratteri di per sé virtuosi. Allora cerchiamo di prospettare, almeno come materia di discussione, dato che queste pagine hanno rilevanza a livello etico per tutti coloro che credendo nell’etica ne  sentono il bisogno e vogliono approfondire l’argomento in maniera ponderata, come il Meccanismo Europeo di Stabilità potrebbe trasformarsi in un meccanismo etico cioè rivolto alla promozione del bene comune. Quali sono i passi che debbono essere fatti per rimettere in moto la macchina dello sviluppo economico europeo. Vale a dire come ci si deve muovere in termini etici per ottenere risultati di bene comune. Non certo come si sta movendo la Germania purtroppo!!
Per permettere a tutti di ubicarsi nella complessità delle possibili soluzioni, cercherò di trattare gli argomenti piuttosto complicati uno alla volta. Metterò quindi innanzitutto immediatamente a fuoco gli elementi da considerare: al primo posto in questa riflessione anche se non sembra per taluni importante: la speculazione internazionale; al secondo posto, il prossimo lunedì parlerò del perché sia necessaria la creazione di una vera Banca centrale Europea come Lender of last resource che possa operare in maniera coerente per la stabilità del paese, senza “pretesi” dettami tedeschi; infine al terzo posto, il lunedì successivo, terminerò riflettendo sull’importanza del Meccanismo Europeo di Stabilità come sistema di sviluppo della strategia di politica economica dell’Euro-gruppo. Un Meccanismo Europeo a contenuti etici: rivolti alla salvaguardia del bene d’ordine Unione Europea. Cominciamo quindi ad occuparci della speculazione nei cui riguardi occorre dire immediatamente che è la piaga o meglio un cancro, che distrugge, in maniera subdola, strisciante e apparentemente stimolante, il sistema finanziario, l’economia reale e di conseguenza ogni sistema politico e sociale a prescindere dalla sua conformazione. La speculazione è ambivalente, da una parte spinge verso obiettivi illimitati di accumulazione a forte contenuto emotivo e dall’altra spinge inesorabilmente il sistema verso la propria distruzione causata da incontrollabili derive autolesioniste dovute alla incosciente e progressiva assunzione di rischi sempre più azzardati che si ferma solo quando si realizza il tracollo: è solo questione di tempo. I termini inglesi più usati sono: Timing, Picking, Scalping, Day trading, Flash trading ecc. Ciò che conta non è il bene comune, ma l’accumulazione di ricchezza per il singolo operatore,  proveniente da posizioni finanziarie al ribasso prese su illazioni, su previsioni e su notizie sapientemente veicolate dalla stampa. Basta una parola, come la citata affermazione di Monti, per cercare di creare uno scompiglio finanziario internazionale. Fortunatamente non sempre tutto funziona. Ma vediamo un attimo quali sono gli elementi importanti della speculazione. Da un lato deve esserci una data e dall’altra una convinzione generalizzata e concordata da coloro che “sferrano l’attacco”. Che cosa accade? Chi vuole speculare sa che la legge di mercato risponde sempre nello stesso modo: il prezzo è direttamente proporzionale alla domanda e inversamente proporzionale all’offerta. Così chi vuole speculare, stabilita la data di riferimento in cui dovrebbe secondo lui accadere il tracollo, comincia a provocarlo vendendo in tutti i modi, a pronti e a termine, ma sempre allo scoperto i titoli e le valute di riferimento. Ma dovendo impegnare somme cospicue. Come può fare? Semplicemente indebitandosi, senza comprare niente, ma ricorrendo unicamente a finanziamenti e prestito titoli. Così giorno dopo giorno, vendita dopo vendita, porta il prezzo verso il traguardo fissato ed alla data stabilita si ricopre con ingenti guadagni dovuti dalla differenza tra i prezzi di vendita, praticati nel periodo tra la data della decisione di speculare e la data costituita come deadline. Un esempio molto calzante sarebbe proprio quello attuale: la data è il 12 settembre, le vendite allo scoperto riguardano i BTP e l’euro. Le vendite porterebbero lo spread a superare i 700 punti, area critica dell’”Eurobreak” e la parità Euro/dollaro a 1, il che significherebbe un grave indebolimento dell’Eurozona che porterebbe verso traguardi sconosciuti, ma senz’altro distruttivi.   Chi guadagna? Chi vende btp ed euro finanziandosi a tassi bassissimi; chi prende in prestito bund e li scambia in swap con T-Bills in dollari lucrando 1,23 usd per ogni euro ai prezzi attuali, con la quasi certezza di ricomprare gli euro con un solo dollaro. Guadagnerà inoltre chi ha scommesso attraverso CDS sul fallimento del BTP e dell’Italia, nonché sulla disintegrazione dell’Euro. Questo scenario diviene tanto più pericoloso quanto più si consolida in termini di partecipanti: giorno dopo giorno si creerà un abisso sempre più profondo tra le quotazioni con prospettive di guadagni miliardari. Ovviamente sul mercato le posizioni possono essere anche contrarie e quindi sulla data ci saranno posizioni al ribasso come anche posizioni al rialzo. Se tutto va secondo il copione atteso dai ribassisti alla data ci sarà la ricopertura e con questa i guadagni. Ovviamente le perdite saranno tutte dei rialzisti. E questo come accade? In maniera automatica: al verificarsi dell’evento chi è in linea con il mercato guadagna e chi è in controtendenza deve necessariamente andare a coprirsi influenzando il prezzo in maniera evidente. Ecco perché improvvisamente i prezzi cambiano: significa che la maggior parte degli speculatori erano sul versante sbagliato oppure che le loro aspettative “indotte” sono improvvisamente cambiate costringendoli a ricoprirsi quanto più velocemente possibile. Ecco come si spiegano i +6 o +8 per cento di una seduta di borsa. Ecco perché dopo le parole di Draghi di giovedì scorso lo spread è sceso e i mercati continuano a salire, anche se per un momento hanno provato a scendere. C’è qualcosa che li ha convinti, al di là di ciò che i giornalisti cercano di “impapocchiare”.  I mercati non sono delle entità astratte, bensì aggregati di persone che gestiscono soldi, titoli, posizioni reali e finanziarie, che hanno fragilità psicologiche e strategie comportamentali tecnicamente indirizzate, ma non sempre in grado di sostenere certi impatti. Quando si guadagna è bello, ma quando si perde si è distrutti non solo professionalmente, ma anche soprattutto emotivamente ed umanamente! Chi perde lo sa bene! Purtroppo l’esperienza la si fa una volta sola. Lo ha sperimentato persino Soros! La speculazione si muove dunque con il mercato provocandone gli andamenti e l’unico deterrente è il cosiddetto “messaggio forte” unico in grado di provocare immediate ed intense ricoperture al di là di ogni pronuncia politica o posizione reale……la ferma posizione di una Banca Centrale è in questo caso determinante ed incisiva…….ma questo è già argomento del prossimo lunedì!