etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


domenica 2 marzo 2014

La Storia del Primo Silenzio Stampa nel Calcio



Quando i risultati non arrivano, quando il gioco non decolla, scatta immancabilmente il silenzio stampa da parte di giocatori e società per tenere lontano critiche e scocciatori.
Il silenzio stampa non è solo un modo drastico per difendere i giocatori dagli attacchi dei giornalisti, è soprattutto una sorta di amuleto portafortuna. Sapete come è nato il primo silenzio stampa nella storia del calcio?
Bisogna tornare indietro nel 1982, in Spagna. Dopo il deludente girone eliminatorio, gli azzurri di Enzo Bearzot decidono di non parlare più con i giornalisti. Le dure critiche, le voci sui ricchi superpremi ai calciatori e una battuta infelice su Rossi e Cabrini furono i motivi che determinarono la clamorosa decisione di sigillarsi la bocca, solo il capitano Dino Zoff era il portavoce dell'Italia durante il silenzio stampa.
LINK http://www.calcio-giocato.com 

CAPACITA’ DI  FARE SILENZIO……E’ ETICA?
Credo che questa mia riflessione forse incontrerà qualche difficoltà ad essere compresa da parte di chi è abituato solo a parlare senza freni. A dire tutto senza dire niente. A chi non serve conoscere gli argomenti.  Come  dice il proverbio:  “apre la bocca e le dà fiato!”  Ecco il problema che mi è sembrato più evidente rilevare da che Renzi ha ottenuto l’incarico di governo. Ora nonostante la fiducia ottenuta in tutte e due le camere  il presidente del Consiglio viene continuamente attaccato, deriso, svilito e soprattutto criticato in maniera passiva da chiunque abbia la possibilità di apparire in televisione, da Brunetta a D’Alema, da  Lilly Gruber  a Giovanni Floris  alle Invasioni barbariche.

TUTTI DIRETTORI TECNICI
Ciò che lascia di stucco è da un lato la volontà di fare di Matteo Renzi un extraterrestre della politica che con la bacchetta magica metta improvvisamente ordine nella nostra scena politica in pieno tracollo dal 1992. Dall’altra le critiche tendono a svilirne le possibilità dando giudizi di merito ancor prima che questo “giovane” neo-Presidente del Consiglio abbia cominciato ad agire. Certo è incredibile. Proprio come nel calcio gli italiani si improvvisano tutti direttori tecnici, tutti allenatori della migliore scuola. Tutti in grado cioè di dare le indicazioni più opportune oppure di esprimere critiche intrise di sciocchi pregiudizi e dietrologie che non si riesce a capire da quale falso ideologico derivino.
Tutti gli intervenuti dei diversi talk show, rilevano che nel suo discorso per richiedere la fiducia alle camere…. è mancato un chiaro impegno fiscale;…. ha indicato un importo deludente rispetto al cuneo fiscale,…. percentuale?...10 miliardi? Non ha dato i numeri relativi alla lotta all’evasione,…non ha detto dove andrà a prendere le risorse,….altri si domandano in continuazione come farà a rispettare i tempi che si è dato……e….mi verrebbe da aggiungere……perché non ha parlato della luna?!?!?! E la cosa assurda è che questi giudizi arrivano indistintamente sia da gente all’opposizione come da quelli del suo partito.  Il tutto veicolato da un “very low profile giornalistico” che mi indurrebbe a fare una distinzione tra “giornalisti” veri e professionali e gli “scoopisti” che hanno solo necessità di fare audience per rimanere “in busta paga”. Il prototipo più rappresentativo pare che sia il conduttore di quel programma su radio 24 che ha ridotto la cultura del dialogo e delle opinioni a provocazione, istigazione e vero turpiloquio mediatico. E di giornalisti veri, si può dire ormai che si contino sulla punta delle dita, a mio avviso tolti Bernardini, Gabanelli e Iacona la cui serietà è indiscussa e documentata, passando per un medio giornalismo di Formigli, si approda a tutta quella marea di scoopisti che si riconoscono, nei talk show strillati e dagli invitati, sempre gli stessi, messi in conflitto per fare attrazione da circo equestre. Si identificano poi dalla incapacità di porre domande “serie” finalizzate ad ottenere “risposte serie”. Si riconoscono dalle provocazioni di bassa levatura, fatte con sofisticate tecniche comunicazionali e di provocazioni che tanto piacciono all’inconscio telespettatore, ma che non chiariscono nulla. Questi scoopisti poi hanno trovato risposta anche in una voce politica di autorevole autoreferenzialità auto incensata:  il grande e astuto uomo d’apparato che qualcuno chiama con lo pseudonimo di “Baffino” il quale incalzato dallo scoopista di turno in televisione, alla fine, dopo le molte critiche si è risolto con malcelata riluttanza a dare fiducia al Governo Renzi. Non so perché lo abbia fatto, ma non credo certo perché fosse intenzionato a dargli un sostegno effettivo. Questa presa di posizione improvvisamente “buonista”  parrebbe invece, a mio giudizio, molto più rivolta ad una aspettativa di fallimento: come si dice in gergo “per farlo bruciare” più che ad una visione politica lungimirante. E’ a tutti noto infatti che, al di fuori della struttura, degli interessi e giochi di partito, il politico in parola, non ha mai manifestato interesse per il bene comune propriamente inteso. Eppure da molti viene reputato la migliore intelligenza politica….dell’ex PCI..un uomo d’apparato che però, molto più verosimilmente, morto “Belzebù” è rimasto il solo a rappresentare quella prepolitica partitica che, visti i fatti di cui si è reso protagonista (due per tutti la bicamerale e la mancata legge sul conflitto di interessi) si può a ragione classificare della peggior specie. Un latore di un’etica politica di apparato dimostratasi del tutto personale e strumentale.

CHI E’ CAUSA DEL SUO MA...
L’unico che a mio avviso in tale contesto sarebbe abilitato allo sproloquio nei confronti di Renzi, perché l’ha sempre fatto sin dalla nascita, è il M5S, che giustamente non avendo altro da dire se non parolacce ingiurie e false indicazioni elettorali, politiche e costituzionali, sarebbe quanto meno giustificato, pur se biasimato, perché sta pian piano implodendo e nel decretare le “espulsioni” si sta tessendo, con inesorabile, inconsapevole e pertinace ignavia politica, una ingloriosa meritata fine. Questo grazie alla tracotanza saccente ed intollerante di tutti coloro che si “nascondono” dietro la Rete, dietro il social network. Ciò che si evidenzia è lo sgonfiarsi giorno dopo giorno, con “grande delusione” della bolla montata da un Comico il cui intento non appare e non può essere certo politico. Il Comico riempie le piazze per  far divertire il pubblico che paga il prezzo del biglietto che lui immancabilmente incassa. Questa è la realtà, probabilmente, come tutte le realtà italiane, ciò che sta dietro la sua posizione verrà fuori completamente solo tra una decina d’anni, quando questo Movimento avrà fatto la fine della Lega, rimasta solo un’accozzaglia di intolleranti ideologie “da tornaconto”, ben mascherate da posizioni contrabbandate per politiche: l’evidenza dei fatti ed il fallimento del titolo quinto o meglio del federalismo fiscale, coniato dall’ignoranza dei concetti che informano la parola “federalismo” in termini politici, ce lo dimostra. Come tutti i sassi scagliati in aria, anche queste posizioni sono destinate a ricadere sulla testa di chi le ha inopinatamente, se non per interessi personali espliciti o impliciti, fomentate strumentalizzando a volte l’ignoranza della gente. A volte invece tradendo la buona fede degli elettori, ma a volte, e anche la Lega lo ha dimostrato nella sua storia, perseguendo il miraggio della distribuzione, occulta e dittatoriale, di prerogative, privilegi e benefici che poi in realtà, non avevano nulla di diverso rispetto ai partiti istituzionalmente derivanti dal vecchio C.A.F. come l’attuale M5S, se non il tradimento di una condotta “a favore degli elettori”. La storia fortunatamente si muove su dati di fatto e chi sa leggere questo “data base” può facilmente prefigurarsi quale potrà essere la fine di chi, ponendosi come paladino alla “Masaniello” non fa in realtà che vendere per un proprio interesse, naturalmente non manifestato, falsi sogni al “Socialcybermaket” della politica, invitando “gli ignari” o gli “arrabbiati” che purtroppo non sanno o non vogliono capire che la politica “inizia dal basso del proprio comportamento etico” a piantare i “pionocchieschi zecchini d’oro” per ottenere future ricchezze dalla pianta che nascerà!!!

IGNORANZA POLITICO-ISTITUZIONALE
Tutti parlano della non legittimazione di Renzi, a cominciare da Berlusconi, perché non è stato eletto dal popolo. Ma la Costituzione italiana essendo molto avanzata rispetto alle altre, non prevede che il capo del governo debba essere necessariamente un parlamentare. Deve essere una persona in grado di costituire una squadra di amministratori competenti che sappiano condurre la realtà del Paese verso lo sviluppo. Allora perché i mass media danno spazio a coloro che con “ignoranza piena” si sgolano a parlare di illegittimità. Poi se proprio si vuole parlare di illegittimità pensiamo a M5S che  attraverso la rete con un massimo di 30 mila contatti (nessuno sa quanti siano duplicati, almeno non ci è dato di sapere) si permette di fare politica istituzionale! Ma chi legittima le decisioni di M5S? Forse Grillo e Company non hanno pensato che la legittimazione agli eletti del loro movimento è stata data dalle migliaia di elettori che li hanno scelti sull’onda della protesta e che giorno dopo giorno, magari uno alla volta si stanno rendendo conto che sono gli unici responsabili dello sfacelo che sta montando nelle nostre istituzioni? Quanti si stanno pentendo di aver votato M5S? Al momento alla televisione non interessa rilevarlo. In certi momenti mi sentirei critico verso queste persone, poi facendo una riflessione più accurata mi rendo conto che sono stati “fregati” nella loro buona fede. Hanno creduto che un movimento di protesta, una volta entrato nelle istituzioni fosse in grado di costruire con il dialogo. Mi viene da pensare a ciò che diceva Leonard Boff del capitalismo. Diceva che molti pensano che possa esistere un capitalismo dal volto umano, ma diceva Boff, questa è pura utopia! Dava infatti come spiegazione, questa immagine: “credere che possa esistere un capitalismo dal volto umano è come credere che limando i denti ad un Lupo lo si possa far diventare un pastore tedesco!!” Allora? Come andrà a finire? Io ritengo che sia molto importante una riflessione politica ponderata. Noi abbiamo bisogno di una ripresa vera, ma innanzitutto del consenso degli animi, delle convinzioni e della fiducia della gente. La disoccupazione, la gestione dello stato, la corruzione dilagante,  il costo della politica, la necessità di riequilibrare il potere centrale rispetto allo strapotere regionale, la riforma del titolo quinto della costituzione e tante altre problematiche necessitano di idee concrete e di consenso consapevole. Qui invece la cosa che si evince a trecentosessanta gradi è che ciascuno vuole avere il suo spazio, la sua considerazione, il suo piccolo orticello da coltivare. Nessuno sembra disposto a fare un passo indietro. Si parla addirittura di nuovi movimenti, di nuovi gruppi parlamentari rivenienti da accordi tra “delusi” ed “espulsi”. Tra i “parassiti” di Grillo ed i “nostalgici” del governo Letta. A mio avviso sarebbe auspicabile che, "tranne Grillo” come ho detto, tutti gli altri che vogliono costruire e non distruggere questo Paese farebbero meglio ad osservare un silenzio stampa, un silenzio televisivo, un silenzio mediatico. 

PERCHE’ IL SILENZIO?
Perché il silenzio stampa è quello che conduce alla vittoria. Perché il silenzio è quella dimensione di umanità che sa impiegar il capitale tempo per costruire. Nel silenzio si trova la profondità del pensiero. Nel silenzio si riscopre l’equilibrio della pace, nel silenzio si può ascoltare l’altro anche se non parla. Tale dimensione del silenzio deve essere ben compresa: non significa rinuncia alla parola, bensì scelta interiore che dà senso alla parola. Se si saprà rispettare il silenzio, la componente etica che lo accompagna permetterà anche agli oppositori di contribuire alla costruzione del futuro valutando senza influenze negative, senza l’arroganza che aggredisce mortalmente l’altro, senza la superbia che attraverso la vanità delle parole tende a stabilire un dislivello personale, sociale e culturale. Senza l’orgoglio infine che attraverso la parola indica la convinzione di essere l’unico a conoscere tutto, a possedere la verità e quindi a non accettare di essere ammaestrato da un altro, di essere discepolo anche per un solo istante, non dell’altro, ma della verità che l’altro propone come relazione umana.  Nel silenzio quindi, nel saper tacere, c’è quella dimensione di umiltà e di mitezza che rende l’uomo grande nella sua dimensione personale e lo conduce, nel rispetto reciproco verso il bene comune.