etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


martedì 4 giugno 2013

L’etica di due grandi diamanti di umanità: Don Gallo e Don Puglisi


"...Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.
Fabrizio De André  “Il cantico dei drogati”  


  

Dopo che i riflettori si sono spenti, la festa finisce, ciascuno torna a casa con le proprie sensazioni, con il fardello allegro delle emozioni provate o con il dubbio di non aver capito le persone incontrate. Di non aver sorriso alle loro batture o di non aver ballato o cantato con la stessa loro allegria. Oppure più semplicemente ci si rende conto di non aver partecipato con lo spirito giusto alla festa, alla gara o al divertimento proposto da quella manifestazione che in molti hanno goduto pur senza render ragione a ciò che hanno vissuto. Questo credo che sia la scena della vita che molti di noi si interrogano se sia o meno riuscita a determinare in fondo al proprio disincanto se l’essere sia stato un vile oppure un santo. Spesso ci si consiglia, si chiedono pareri per scoprire che il dilemma del bicchiere è sempre quello antico del credere più o meno se era mezzo vuoto oppure mezzo pieno. Ebbene se interrogandoci a fondo vogliamo riscoprire immagini concrete di chi ha saputo vincere la storia e le illusioni che spesso ci propina mascherate da emozioni, io direi che dobbiamo riflettere su cosa è importante per l’uomo e per la sua vita se essere un codardo oppure un coraggioso, ma questo lo determina il suo modo di vivere in un mondo dove c’è chi riflette, chi pensa e chi invece si limita alle superficialità dei giudizi degli opinion leader che spacciandosi per gestori di idee, strumentalizzano chi idee non sembra avere sviandone il pensiero. Ecco che allora nasce nel cuore di ciascuno la necessità di cercare quello che si avverte come verità. Ma la verità è un illusione, solo chi la vive può scoprire che la verità è nell’uomo e che questa lo illumina nonostante il buio. La verità rende liberi ed io vorrei proprio in questo momento in cui i riflettori sono spenti ed i mass media hanno dimenticato Don Gallo e Don Puglisi, ricordare invece che le loro vite non si dimenticano. Che le loro vite gridano vendetta nei confronti della vigliaccheria di uomini ed istituzioni. Questi due eroi della Verità hanno subito, anche se in maniera diversa, l’insulto della falsità degli altri uomini e delle istituzioni, ma hanno sempre avuto il coraggio di opporsi sino al sacrificio della vita come Don Puglisi o all’ostracismo di fatto da parte di don Gallo. Oggi sono orgoglioso di parlare di loro, di non dimenticarli con gli scoop dei giornali o degli ingabbiamenti ideologici. Oggi mi sento di voler fortemente far memoria di due uomini. Uomini non riconosciuti nella loro natura e nella loro integrità, da una società che si è ormai omologata alla violenza, all’esclusione e soprattutto all’edonismo dell’affermazione. Al mito farisaico dell’arricchimento a tutti i costi per essere approvato ed ammirato. Una società che non solo non vede i poveri, ma li disprezza deridendoli senza sentire alcun senso di responsabilità. Quando poi questa invece viene portata a galla e sbattuta in faccia a chi crede di non averne, succedono le cose più impensate: la paura si vince e gli uomini riflettono. Si, l’etica di questi due eroi del nostro tempo, è rappresentata in primis da un’etica rivolta alla conoscenza di quel bene  che si chiama libertà, ma non solo in termini di causa efficiente come “libertà da” o in termini gerundivi “libertà di”, quanto più in termini finali di “libertà per”. Ecco, questi due uomini hanno avuto chiaro in mente che la libertà loro donata era per opporsi alla vigliaccheria dell’essere sottomessi, per non essere schiavizzati da un collare che si chiama “perbenismo” o per discostarsi dai cosiddetti “benpensanti” del nostro tempo. Per loro il dono della libertà è stato soprattutto per accogliere, per difendere e promuovere l’uomo ogni creatura umana. Per liberare gli schiavi, attraverso la loro presenza, dalle paure di quelle strutture di peccato che li hanno sempre circondati: la brama di profitto e la sete di potere ad ogni costo. Così nella società, così nelle istituzioni, così nei circoli di mafia. Ma loro pur nella loro umana paura hanno saputo superare il silenzio dell’omertà e dell’accettazione dei luoghi comuni che spingono all’inerzia. Si sono ribellati in maniera onesta pagando di persona. Ora è importante che la loro memoria non passi con il susseguirsi delle notizie dei telegiornali, con gli arresti di mafia o con le tornate elettorali. La loro memoria deve essere tenuta presente, rinnovata con una fiamma perenne che mandi scintille di verità e soprattutto riesca ad illuminare un mondo che corre inconsapevolmente ma vertiginosamente verso il buio dell’anima, il buio dell’uomo che non ha più ne miti e né ideali da proporre ai propri figli, ma solo chimere ed illusioni portatrici del nulla. La loro memoria deve essere continuamente rivangata e rinverdita perché l’uomo ha bisogno di capire, ha bisogno di vedere testimoni per poter cambiare il proprio atteggiamento verso la società, verso la vita e verso gli ideali. Questi sono i “miti umani” che l’uomo deve inseguire. L’uomo ha bisogno di verità per sottrarsi alle ideologie che lo rendono succube di una realtà in cui si lascia credere che arrivare prima al traguardo sia più importante che soccorrere chi ti sta accanto, salvo poi a comprendere che quando tocca a te, nessuno si ferma a sostenerti nella prova. Allora dobbiamo imparare da queste due grandi anime che l’etica della responsabilità dell’uomo per l’uomo, passa dalla sofferenza del corpo che però innalza l’anima a livelli talmente elevati da destinarla alla santità. Questi sono gli uomini che fanno la storia dell’umanità; questi gli uomini da cui prendere esempio ed ai quali tributare  il giusto riconoscimento in termini di vita giustamente vissuta in quanto spesa a servizio dell’uomo e della sua necessità di riscatto dalla paura e dalla vigliaccheria di non saper superare il dolore e le difficoltà. Grazie Don Gallo! Grazie Don Puglisi! Il vostro esempio ci riconduce all’uomo che…per quanto cattivo, per quanto ignobile, attraverso la vostra immagine saprà certamente trovare la maniera di rilegittimare la propria umanità e soprattutto insegnarla ai propri figli mostrando con speranza le orme che voi avete lasciato nei nostri cuori.