etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


lunedì 10 febbraio 2014

L’ETICA NELLA POLITICA…..CHE COSA SIGNIFICA?


Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Dante:Divina Commedia
Purgatorio Canto VI




Guardando alla situazione del nostro Paese non posso fare a meno di sottolineare alcuni punti importanti concernenti la vita della nostra giovane democrazia. Innanzitutto vorrei scusarmi con i miei lettori per aver tenuto due argomenti sul blog per la durata di quasi un mese ciascuno. Ricordo che il primo riguardava il Manifesto della Scuola di pensiero dell’Economia dello sviluppo di Kinshasa RdC e l’altro il Corso di Etica Socio-politico-economica per creare la figura del “certificatore etico” che il Comitato di Promozione Etica Onlus ha iniziato il 4 febbraio scorso. La motivazione per me risiedeva nella convinzione che occorresse dare più tempo alla riflessione, più spazio al ragionamento e perché no? più spessore alla meditazione ponderata di tutti coloro che leggendo gli argomenti presentati e le mie considerazioni potessero quanto meno sentirsi coinvolti! Purtroppo devo riconoscere che la riflessione non paga e che la superficialità ha ormai cittadinanza diffusa nella maggior parte delle persone. Salvo poi a inveire contro le volgarità e le aggressioni di alcuni del M5S, contro la corruzione politica, contro l’offerta di soldi facili che governano lo “scempio” delle nostre istituzioni.
L’ETICA E’ IMPEGNATIVA
Parlare di etica è forse troppo impegnativo; capire che il comportamento etico è l’unica salvaguardia per ritornare a costruire insieme la vita del Paese diviene sempre più difficile. Perché mi domando? Eppure sono sicuro che molte persone che leggono questo mio “insolito” blog che non fa chiacchiere, ma interpella le coscienze, si sentano toccate dagli argomenti ed allora mi domando perché non rispondono? Molti credono che la politica si faccia dall’alto dei parlamenti e delle camere dei deputati. No la politica si fa dal basso, anzi più si è in basso e più si ha bisogno di far politica. E la politica in questo caso collima con l’etica vale a dire che laddove l’etica scopre la nozione di bene, la politica vi converge per raggiungerlo. Purtroppo non tutti sanno interpretare gli scenari. Ecco il perché del corso di etica socio-politico-economica. Non tutti sono capaci di discernere la vera differenza tra crescita economica e sviluppo integrale dell’uomo. Ecco il perché che mi ha spinto a lasciare per quasi un mese il post del “Manifesto della scuola di pensiero sull’economia dello sviluppo integrale dell’uomo” di Kinshasa. Pochi si sentono motivati ad alzare la propria voce a difesa della coscienza del rispetto delle regole: unica realtà in grado di creare o meglio rigenerare il tessuto di fiducia ormai fortemente sfilacciato e lacerato da più parti della nostra comunità.
LA QUESTIONE MORALE
Si sente sempre parlare di questione morale, ma poi? Nessuno pare percepire che cosa sia. Specialmente nella politica nella quale sembra non solo non trovare una definizione condivisa, ma al contrario più se ne parla e più sembra che ci si allontani. Il rapporto tra morale e politica appare un sogno di pochi. Sembra non esserci scampo, mentre da un lato si reclama una linearità di intenti, dall’altro si scopre che le persone più insospettabili della politica, nelle situazioni più incresciose, come può essere un terremoto, si sono lasciate corrompere o hanno corrotto inopinatamente. Perché ci domandiamo? Quale strada si deve prendere per limitare i danni che subiamo ormai da molti anni ad opera di coloro che essendo stati eletti, con i soldi degli elettori pensano di poter fare tutto ciò che vogliono, come i giornali riportano: nottate in alberghi a 5 stelle, appalti d’oro, posti preassegnati nei concorsi, acquisti di oggetti personali, festini ecc. basta leggere le pagine dei quotidiani o seguire Piazza Pulita o Presa diretta, o Report per farsi accapponare la pelle! Ma non basta: ci sono poi le “multicariche” rivestite da qualche boiardo, di stato e dai suoi familiari…… in numeri a due cifre. Non si arriva mai a capire come abbiano fatto e perché mai nessuno se n’è accordo o abbia reclamato. Non esistevano le Autorità? Chi controllava? Perché secondo voi? Ora la Commissione europea, nel rapporto sulla corruzione, ci presenta come un Paese corrotto. Si fanno anche delle cifre e queste secondo il dipartimento della Funzione Pubblica, è calcolato in valore come circa 60 miliardi di euro all'anno pari al 4% del Pil, e alla metà dell’ammontare complessivo del suo valore a livello europeo di 120 miliardi di euro annui.
COSA MERAVIGLIA DI PIU’
La cosa che più meraviglia poi è la percezione della diffusione della corruzione in Italia, da parte degli italiani che secondo un’indagine di Eurobarometro è avvertita dal 97% degli intervistati. La media europea si attesta invece al 76% inoltre dall’indagine scaturisce anche che il 92% delle imprese italiane ritiene che la corruzione ostacola la libera concorrenza. Meno male che lo sanno…..direi! In questo contesto, la Commissione europea, suggerirebbe all’Italia di intervenire contro il fenomeno corruttivo, “rafforzando le norme in merito all’integrità dei leader politici e dei pubblici funzionari, alle leggi ad personam, il conflitto d’interessi, gli appalti truccati, ed estendendo i poteri e sviluppando la capacità dell'Autorità Nazionale Anticorruzione nella sua Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l'Integrità delle amministrazioni pubbliche Civit”. La convinzione è che la così detta Autorità possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale.
I MIEI DUBBI
Io nonostante le indicazioni suggerite e tutte le buone intenzioni delle persone che credono che i controlli e le ispezioni possano essere un incisivo deterrente, sono non solo scettico, ma anche un pochino preoccupato. Infatti la composizione dell’Autorità è formata da professionisti di estremo valore, di persone dai CV veramente invidiabili. Tecnicamente ineccepibili…. senza però alcun accenno ad un percorso etico, soprattutto per ciò che concerne “la conoscenza dei limiti etici” delle varie figure professionali, politiche e amministrative. A mio avviso tutto l’impianto serve e servirà senz’altro, ma molto poco. Sono convinto, e spero ardentemente di essere smentito dai fatti in futuro, che l’Autorità, pur necessaria, non sia e non sarà in grado, anche con i suggerimenti della Comunità europea, di tenere sotto controllo questa vasta schiera di rischio di integrità. Sono convinto infatti che i controlli servano fino ad un certo punto. Ormai la storia dell’ultimo scorcio di secolo scorso e il primo decennio dell’attuale avrebbero dovuto farcelo capire. I controlli  terzi non tutelano dalla corruzione, dalla concussione e dalla violenza. Il corrotto o il corruttore o il violento, molte volte seguono una escalation spontanea, spesso inavvertitamente indotta dalle situazioni. Il problema di chi controlla il controllore resta sempre aperto: è una guerra di guardie e ladri che vede vincere a sorti alterne prima chi si nasconde e poi chi trova, ma c’è sempre il pericolo che colui che dovrebbe trovare, per una ragione o per l’altra possa girarsi “inavvertitamente” dall’altra parte, non avere gli occhiali o non riuscire a vedere chi si nasconde. Il problema quindi rimane ed è grave perché si tratta di un problema di coscienza. Se poi riconduciamo le tre figure suddette alla concatenazione esistente tra politica, economia, finanza e affermazione mediatica, capiamo subito che forse all’impianto manca qualcosa. Si abbiamo diverse normative che sembrano arginare il fenomeno, ma secondo me è come il problema dell’usura, si pensava che indicando un livello medio di tasso soglia si potesse bloccare il fenomeno, in realtà si sta assistendo ad un innalzamento del tasso soglia dovuto proprio alla forma di controllo introdotta.

LA CERTIFICAZIONE ETICA

Ma allora qual è la soluzione? La coscienza etica. Quella che il Comitato promuove con la Certificazione etica. Allora anche un’ Autorità non tecnicamente preparata per i controlli, ma profondamente convinta e capace di attuare quei piani formativi di cambiamento della coscienza, che creino l’orientamento non solo a livello giuridico e legale, ma soprattutto esistenziale, sarà efficace ed incisiva. Alcuni sorrideranno a questa affermazione, perché come dice Papa Francesco nella sua esortazione Apostolica Evangelii Gaudium al punto 57 “No a un denaro che governa invece di servire.-  Dietro questo atteggiamento si nascondo­no il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’etica si guarda di solito con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo uma­na, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se asso­lutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabi­le, persino pericoloso, in quanto chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipen­denza da qualunque tipo di schiavitù. L’etica – un’etica non ideologizzata – consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano.