etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


mercoledì 18 novembre 2015

TERRORISMO A PARIGI E LIVELLO ETICO DI ONESTA’ INTELLETTUALE


«La molta gente e le diverse piaghe
avean le luci mie sì inebrïate,
che de lo stare a piangere eran vaghe.
Ma Virgilio mi disse: «Che pur guate?
perché la vista tua pur si soffolge
là giù tra l'ombre triste smozzicate?
Tu non hai fatto sì a l'altre bolge;
pensa, se tu annoverar le credi,
che miglia ventidue la valle volge.
E già la luna è sotto i nostri piedi;
lo tempo è poco omai che n'è concesso,
e altro è da veder che tu non vedi».
«Se tu avessi», rispuos' io appresso,
«atteso a la cagion per ch'io guardava,
forse m'avresti ancor lo star dimesso».
Parte sen giva, e io retro li andava,
lo duca, già faccendo la risposta,
e soggiugnendo: «Dentro a quella cava
dov' io tenea or li occhi sì a posta,
credo ch'un spirto del mio sangue pianga
la colpa che là giù cotanto costa».
(DANTE DIVINA COMMEDIA INFERNO  XXIX CANTO)

Mentre stavo ancora apprendendo le notizie che arrivavano convulse da Parigi, mentre ascoltavo le parole del presidente Hollande, del Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, mentre ascoltavo le parole di vicinanza espresse dal presidente Cinese e da Barack Obama, non potevo fare a meno, nello sconforto più profondo del mio cuore, di fare una riflessione a cui vorrei che partecipaste tutti voi, con onestà intellettuale.
La situazione che stiamo vivendo da circa quindici anni ormai, non è più sostenibile, non possiamo più pensare di continuare a vivere in questo incubo continuo in cui il male può venire all’improvviso e dovunque per colpire a loro insaputa anime innocenti, magari anche nostri familiari, vittime di decisioni assurde che si sono prese nelle stanze dei bottoni per interessi spacciati per obiettivi politici che nascondono invece biechi interessi economici.
Interroghiamoci su questo. Purtroppo dobbiamo accettare, anche se è difficile che la libertà di ciascun uomo è totale e quindi in grado di compiere anche atti assurdi come quelli terroristici. Ma un’altra immediata domanda è perché tale libertà arriva a far compiere tali atti? Qual è la causa e quali sono i significati?
Certo viviamo in un mondo la cui complessità non solo è data dalla omologazione sistematizzata della globalizzazione, ma soprattutto dalla complessità degli intrecci economici con il malaffare, con mafie e terrorismi di ogni genere di cui invece di bloccarne le cause, siamo usi, piangerne i risultati.
Le idee e ciò che voglio dire è talmente multiforme, composito ed eterogeneo, che ho difficoltà a fare chiarezza nel pensiero che voglio e tento di condividere con voi.
Cercando perciò di trovare un filo conduttore che possa permettermi di trovare il percorso in questo labirinto di incertezza intellettuale vorrei fare un excursus innanzitutto sulle cause, poi sul significato degli atti di terrorismo che ho già esplicitato nel mio post  di mercoledì 14 gennaio 2015 TERRORISMO, SATIRA, ISLAM E ETICA, in occasione dell’atto terroristico contro Charlie O’ ed infine sull’atteggiamento etico che a mio avviso dobbiamo tenere per tentare di risolvere il problema.
Cominciamo così a soffermarci sulle cause di questo ulteriore atto di terrorismo che molti chiamano “atto di guerra”, quasi per distinguerne la connotazione. Purtroppo il terrorismo islamico così come oggi attuato è da considerarsi come un vero e proprio modo di portare una guerra al cuore del mondo occidentale. Quindi che si  usi il termine guerriglia, resistenza o terrorismo si tratta sempre di atti che includono il sacrificio di vittime innocenti che il termine guerra sembrerebbe escludere, anche se la nozione di guerra  in senso moderno prevede sempre e comunque il sacrificio di vittime civili innocenti.
Allora pur se può sembrare un assunto irrispettoso, ovviamente non nei confronti delle vittime, ma dei governanti e di coloro che li hanno eletti e che li tengono sulle poltrone, possiamo dire che “chi è causa del suo mal pianga se stesso” come dice Dante nel suo XXIX canto dell’inferno. Il significato di questo assunto mira infatti ad avvertire colui che è stato causa del proprio danno che deve prendersela esclusivamente con se stesso, senza addossare la responsabilità ad altri. Ciò è talmente chiaro che lo si può trovare espresso nelle diverse lingue. In inglesesi dice infatti: "As you make your bed, so you must lie in it"; in tedesco "Wie man sichbettet, so liegtman"opiùletteralmente"Wer der Grund seines Unglücksist, beweinesichselbst", mentre in francese “Comme on fait son lit, on se couche” oppure “"On paye les pots que l'oncasse." Quindi il problema consiste in due momenti, il primo è quello di riflettere sull’azione che si compie ed il secondo è accettarne le conseguenze, senza recriminazioni.
Ma c’è un ulteriore elemento da rilevare ed è il problema di comprendere chi è che genera il terrorismo, Dante lo descrive bene nel Canto citato: è il “seminatore di discordia”. Ecco l’elemento scatenante del terrorismo! Dante pone questa categoria in un ambiente dell’inferno (nona bolgia dell’ottavo cerchio) dove questi peccatori subiscono come contrappasso di essere ‛ smozzicati ', vale a dire colpiti dalla spada di un diavolo che taglia parti del loro corpo o li ferisce straziandoli, costringendoli a passare oltre, e nel giro del cerchio guariscono sicché di passaggio in passaggio il loro strazio si rinnova.
Anche questi seminatori di discordia, che appartengono spesso ai nostri Governi, ai nostri servizi segreti, alle nostre multinazionali, andrebbero quindi puniti e…..noi che accettiamo bovinamente le loro decisioni e le loro strategie politico-economiche, non dobbiamo che prendercela con noi stessi…quando contiamo i nostri morti!
Ma cerchiamo di fare memoria degli atti di terrorismo domestico e internazionale e cerchiamo di capire come e da chi sono stati generati. Per ricordarne i nomi ed i luoghi geograficipossiamo andare sulla paginahttps://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Attentati_terroristiciin cui viene messo in evidenza che sono 34 le pagine che li riportano anche se in realtà sarebbero almeno 42, senza prendere in considerazione quelli perpetrati in M. O.,  in quanto non si riportano, né gli attentati ai treni di Madrid l’11 marzo del 2004, né quelli alla metropolitana di Londra del 2005 né l’attentato di Parigi a Charlie Hebdo, né la strage di Soussa, in Tunisia né i due attentati aerei avvenuti in Egitto nei scorsi giorni, né quello di Beirut della settimana scorsa  e né ovviamente la strage del 13 novembre!
Non potendo occuparci di tutti gli atti riportati, soffermerei la nostra riflessionesulla consistenza del terrorismo islamico.  Questa configurazione di terrorismo, che sta mettendo in crisi la realtà occidentale, continua a crescere inesorabilmente nonostante le molte dichiarazioni di non voler abbassare la guardia e qualche manifestazione esclusivamente mediatica da parte dei governi occidentali. Il modo di osservare gli eventi però non può disgiungersi da un senso critico necessario che ci chiede la risposta a tre quesiti: 1) quando è cominciata questa fase; 2) chi sono i responsabili e se sono stati in qualche modo perseguiti; 3) perché esiste il terrorismo islamico.
A mio avviso in questa sede, possiamo rispondere solo in maniera molto concisa, ma ciò non toglie che possa essere precisa e densa di contenuti.
QUANDO E’ COMINCIATA LA FASE DEL TERRORISMO ISLAMICO
Alla prima domanda direi che questa fase è cominciata con la prima guerra del Golfodel 1991 voluta da George Bush Senior (George H. W. Bush) con la collaborazione fra gli altri di James Baker, segretario di Stato, Colin Powell, capo dell'esercito USA, Norman Schwarzkopf, generale delle forze armate nel Golfo, Richard Cheney, segretario alla Difesa. Proseguita poi con l'insediamento  a presidente degli USA del repubblicano George W. Bush che il 20 gennaio 2001 avvia una strategia di politica estera mirante esclusivamente alla salvaguardia degli interessi americani nel mondo e soprattutto ad ottenere petrolio a 0,80 centesimi di dollaro rispetto al costo di 11 dollari al barile. La scintilla per lo scoppio della seconda Guerra del Golfoè l'attacco alle Twin Towers dell'11 settembre che sconvolge il mondo. La responsabilità dell’attentato viene individuata nella pista islamica legata al gruppo terroristico di Al Qaeda guidato dal saudita Osama Bin Laden supportato secondo l'amministrazione americana dalla complicità nell’attentato, dell'Iraq, più volte umiliato militarmente in passato dagli Stati Uniti.
Il 20 marzo 2003 inizia così questa seconda guerrache in tre settimane  porta gli Stati Uniti alla vittoria grazie alla  loro schiacciante superiorità in tecnologia militare contro un Iraq fermo ai livelli della Prima guerra del Golfo del 1991. La guerra viene motivata, davanti al congresso Usa ed all’Assemblea dell’ONUda un falso rapporto sull’esistenza di armi per la distruzione di massa possedute dall'Iraq come affermato dal Segretario di Stato americano Colin Powell e dalla Gran Bretagna, armi che però non sono mai state trovate così come non sono stati provati i legami tra l'Iraq di Saddam e il terrorismo internazionale come si può leggere nel sito:
http://www.repubblica.it/online/esteri/iraqattaccotrentadue/wolfowitz/wolfowitz.html.Da lì si sviluppa tutta la sanguinosa serie di attentati di matrice islamica attribuiti ad Al Qaeda fino all’avvento dell’ISIS o meglio del Califfato islamico che vuole attraverso la Jihad recuperare l’egemonia islamica. Senza approfondire oltre credo che per avere chiaro il contesto che si è creato basti fare un excursus tra Medio-Oriente e Nord Africacitando semplicemente i paesi che li ospitano essendo vittime a loro volta dei tagliagole dell’IS: Iran, Iraq, Libano, Siria, Turchia, Egitto, Libia e Tunisia.  Questo teatro di guerre, atti di terrorismo e decapitazioni ha creato lo scompiglio non solo nei Paesi che subiscono gli attacchi, quanto più nelle menti e nella psiche di ciascuno dei loro abitanti.
CHI SONO I RESPONSABILI E COME SONO STATI PERSEGUITI?
Questa realtà provocata dal tessuto capitalistico occidentale, non viene presa in considerazione, eppure si capisce immediatamente che il male in se stesso è causato proprio da questa impostazione che non ammette però colpevoli. Infatti mentre perseguiamo gli autori di crimini contro l’umanità perpetrati da capi di stato o capi militari dell’Europa dell’est, dell’Africa, dell’America latina, non ci sogniamo nemmeno lontanamente di accusare e perseguire per “reati ignobili e crimini contro l’umanità” gli autori di questa perdurante carneficina. Gli episodi che ci fanno inorridire non sono spontanei, ma da considerare come “spregiudicata e premeditata reazione” contro un sistema che “esporta la pace” con la guerra. Un sistema che usa gli arsenali  di armi come produttori di ricchezza. Arsenali il cui valore economico ha una durata di 10 anni circa e che per dare la loro massima utilità devono essere assolutamente svuotati per non scadere nell’obsolescenza. Allora domandiamoci chi sono i colpevoli e perché i vari Bush, Cheney, Powell e company, non vengono perseguiti da nessuno pur avendo mentito spudoratamente di fronte all’umanità? Perché non vengono chiamati in giudizio coloro che hanno provocato l’illusione della “primavera araba”  che sotto la facciata della democratizzazione di questi paesi era in realtà mirata puramente alla vendita di armi? perché non vengono chiamati in giudizio coloro che alimentando i dissidi tra palestinesi ed israeliani, tra cristiani e mussulmani hanno come solo obiettivo quello di arricchirsi vendendo qualsiasi tipo di armi e di tecnologie di guerra? Perché non vengono incriminati coloro che hanno creato i Mujaheddin in Pakistan per battere i Russi e poi si sono ritrovati contro lo spettro di Bin Laden; coloro che hanno addestrato le forze dei ribelli contro l’Iraq e poi perché si sorvola sui rapporti tra il Senatore Usa John McCain ed il Califfo AbūBakr al-Baghdādī volti alla creazione di una forza armata di ribelli anti Assad in Siria? Perché non vengono incriminati e puniti coloro che per proprie strategie di equilibrio politico-economico, fomentano guerre e terrorismo per ottenere potere e soldi attraverso l’insediamento dicariche politiche, la creazione di nuove strutture belliche ed infine la fornitura e vendita di armi sempre più letali e sosfisticate?

PERCHE ESISTE IL TERRORISMO ISLAMICO
Il terrorismo esiste perché esiste l’odio. Esiste perché c’è una parte di umanità che è convinta di non aver nulla da perdere, anzi al contrario,ha molto da guadagnare con il sacrificio della propria vita! Così il terrorismo ha creato insicurezza nella società nella quale viviamo. La nostra pretesa civiltà o superiorità culturale in realtà comunque la si voglia qualificare dal punto di vista, sociale, politico o economico forse in sostanza non ha nulla da invidiare, in quanto a fanatismo,  al fondamentalismo islamico. La nostra cultura infatti,è assurdamente ed incessantemente sottoposta all’aspro strapoteredel materialismo più bieco, dell’economicismo più efferato, della competizione più disumana. Se guardiamo la nostra realtà ci accorgiamo che siamo tutti spinti verso la ricerca del godimento immediato, che subiamo in ogni momento l’affanno di una vita immaginariamente migliore, l’ansia della qualità, il fascino intrigante dell’onnipotenza, il mito della forza della massa, la potenza del numero e la verità pilotata dei dati statistici. Non ci accorgiamo che il dare prevalenza all’avere sull’essere ci impone l’insofferenza dell’attesa, il rifiuto della pazienzanella costruzione attenta delle cose e soprattutto il bisogno incessante di consumare beni sempre più simbolizzati che rappresentano la nostra sete di avere tutto e subito a qualsiasi costo.Non ci rendiamo conto delle strutture di peccato che si vanno vieppiù creando attraverso la brama di profitto e la sete di potere ad ogni costo. Che differenza c’è tra il paradiso mediatico televisivo ed il paradiso islamico delle 99 vergini: solo la morte. Questa morte che nella nostra cultura è la vita anche se asservita ai vizi, al gioco, alla droga, alla conquista del potere. La nostra visione della sacralità della vita è percepita in maniera diversa, ma ciò non toglie che anche noi saremmo capaci di quella medesima violenza. Le faide che generano per diversi motivi la violenza ed il terrorismo sono poi alla fine originate dallo stesso movente: cecità umana e odio inarrestabile verso la vita altrui anche verso chi non ci ha offeso. L’invidia di vedere nell’altro un paradigma diverso. La ricerca di un misterioso al di là.

LIVELLO ETICO DI ONESTA’  INTELLETTUALE
Ecco perché il reclutamento di terroristiislamici avviene, paradossalmente, anche nei nostri Paesi. Ecco perché a mio avviso i terroristi che noi crediamo islamici in termini di nazionalità in realtà provengono per la maggior parte dai nostri paesi più progrediti, come Francia, Regno Unito e Stati uniti. Sotto le barbe incolte e gli occhi spiritati in realtà c’è un’origine occidentale, c’è una fredda capacità di uccidere appresa non certo in Medio oriente, anche se lì viene fomentata dalla rabbia e voglia di rivalsa islamica. Finora tutti  i terroristi identificati erano stati allevati e culturalmente formati in occidente..persino quel tagliagole diJihadi John è il londinese Mohamed Emwazihttp://www.ilgiornale.it/news/mondo/ecco-chi-boia-dellisis-jihadi-john-londinese-mohamed-emwazi-1099206.html .
Questo forse perché l’assenza di mistero e di senso della vita apre la strada a “illusioni islamiche” alla ricerca di un’ideologia risanatrice dei costumi, appagante dello zelo verso una regola spirituale. Ecco dunque che in tale tipo di società si producono questi “foreign fighters” che ricercano nell’Islam la loro vocazione militante.Ecco che “menti occidentali” scientificamente erudite, vanno a formare la struttura raffinata del tessuto terrorista: la loro ricerca trova fondamento in un indottrinamento non mitigato dalla ragione e pertanto interiorizzato pedissequamente dai fedeli del Corano che invece di cercare nella parola del Profeta gli elementi della edificazione spirituale, ne assumono ideologicamente gli incitamenti all’egemonia, alla distruzione dei nemici del Corano. Ecco dunque che questa ideologia diviene facile preda delle trappole tese dai “venditori di morte” occidentali, dai loro “servizi segreti deviati” dai loro “strateghi geopolitici” miranti a costruire nuovi equilibri dettati dalle lobbies del potere economico finanziario. Fomentare l’ideologia ed il fondamentalismo religioso è il terreno più facile per vendere le armi, per ottenere privilegi, per sfruttare miniere e pozzi di petrolio. Fornire le armi dimostrando che la loro forza letale non necessita di molti uomini, ma ne basta uno che indossi una cintura di esplosivi, di una persona che imbracci un Kalashnikov, di un “esaltato” che veda nel proprio suicidio autoesplodente, la sublimazione della propria vita per la causa,  è facile quando si opera sull’ignoranza delle persone, sulla loro ingenuità e faciloneria intellettuale.


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