etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


mercoledì 20 giugno 2012

MES = Meccanismo Europeo di stabilità = Cessione di Sovranità. Quali finalità etiche?


DISPOSIZIONI CHE MODIFICANO IL TRATTATO CHE ISTITUISCE LA COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA PER CREARE LA COMUNITÀ EUROPEA
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Articolo G
Il trattato che istituisce la Comunità economica europea è modificato conformemente alle disposizioni del presente articolo al fine di creare una Comunità europea.
A. In tutto il trattato:
1) L'espressione «Comunità economica europea» è sostituita dall'espressione «Comunità europea».
B. Nella Parte prima: «Principi»:
2) Il testo dell'articolo 2 è sostituito dal testo seguente:
«Articolo 2
La Comunità ha il compito di promuovere, mediante l'instaurazione di un mercato comune e di un'unione economica e monetaria e mediante l'attuazione delle politiche e delle azioni comuni di cui agli articoli 3 e 3A, uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell'insieme della Comunità, una crescita sostenibile, non inflazionistica e che rispetti l'ambiente, un elevato grado di convergenza dei risultati economici, un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri.»
[………]

Voto greco, tassi spagnoli, spread in rialzo, unione politica dell’Europa ed altri titoli stampati sui quotidiani oppure “strillati” dai telegiornali sembrano turbare fortemente la vita dei cittadini europei, tedeschi compresi. Comunque un’altra espressione dal carattere sibillino, spesso ripetuta dai giornali e attribuita alla cancelliera Angela Merkel, non sembra essere particolarmente “attenzionata” ma ancor di più non correttamente compresa dalla maggior parte della gente: cessione di sovranità. Cerchiamo di capire come ci si arriva.
Nella grande complessità della macchina europea non è assolutamente facile capire quali possano essere i disegni posti in atto da coloro che hanno proceduto prima alla redazione dei trattati MES e TSCG e poi alla loro approvazione.
Una cosa è certa comunque e cioè che l’Europa sta divenendo vittima della sua stessa struttura. Invece di diventare un organismo politico, nel senso di avere consistenza di pensiero sociale rivolto al bene comune, si presenta in realtà come meccanismo ferreo della peggiore “realpolitik” tedesca che pare voglia e possa fare tranquillamente a meno della soggettività di popoli e gruppi sociali, quasi che questa fosse annessa e sottintesa e non come una questione manifesta e cruciale posta a fondamento del tessuto socio-politico-economico.
Si sta evolvendo un realismo senza soggetto, una volontà di reputare irrilevanti, i problemi importanti delle diverse antropologie socio-culturali coinvolte, relegandoli a semplici situazioni di fatto ritenute facilmente superabili a suon di regole, trattati, norme e procedure. Ma i problemi invece sono e restano rilevanti perché toccano i temi profondi degli esseri umani delle diverse comunità denominate dai trattati stati contraenti, temi come l’identità e l’alterità, come il bene comune obiettivo della socializzazione e di quel legame sociale che va sotto il nome di solidarietà. Problemi che toccando i limiti della prossimità e della distanza tra gli esseri umani, fino a ieri distinti dal nazionalismo e dalle differenze razziali, calpestano quel diritto alla sussidiarietà che rende nobili i popoli, liberi di autodeterminarsi. Allora questa alienazione di soggettività rivela in maniera drastica che non esiste soggettività, né politica e né sociale, ancor meno economica sicché nessuno può più essere considerato come soggetto, come individualità unica ed irripetibile dotata di caratteri esclusivi e quindi padrone a casa propria, ma sottomesso ad una macchina inesorabile che lo spingerà prima o poi ad una ribellione i cui effetti e la cui portata non ci è dato oggi di prefigurare.
Questo è il quadro di riferimento del tunnel in cui si sta cacciando l’Europa. Europa che ha abdicato la propria capacità di pensiero e la propria potenzialità culturale ad un pensiero che mutatis mutandis ci riporta agli anni tristi dell’era nazista, fascista e comunista. Se queste parole possono sembrare pesanti a chi non possiede chiavi interpretative adeguate, per coloro che hanno fatto il militare è facile ritrovare l’immagine da richiamare  alla mente: marciare allineati e coperti, come unico corpo, a prescindere dalla fatica, dalla stanchezza e dal proprio stato d’animo soggettivo, per dare lustro alla forma, per dare forza alla parata ed alla dimostrazione di potenza e di superiorità della macchina umana. A prescindere che sia più o meno bellica, l’importante è che risponda unanime ai comandi di chi ha il potere: senza pensare. Ecco cosa sta accadendo all’Eurogruppo. Si è partiti con un pensiero lungimirante di perseguire il bene comune che superasse divisioni e conflitti per cadere in un pragmatismo fondato sull’assurdità della concorrenza leale, sull’illusione che i tre pilastri dell'architettura di Maastricht: la politica comunitaria, la politica estera e di sicurezza e la cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni fossero un fatto tecnico e che potessero essere risolti da una moneta comune: l’Euro. A prescindere dalle identità delle componenti umane e plurali delle diverse comunità a volte neanche nazionali. Il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, avrebbe dovuto dotare l'Unione Europea di istituzioni moderne e di metodi di lavoro ottimizzati per rispondere in modo efficace ed efficiente alle sfide del mondo di oggi. Per affrontare una realtà in rapida evoluzione in regime di globalizzazione, di cambiamenti climatici, di forti sconvolgimenti demografici, di enormi problemi dovuti alla sicurezza e alla carenza di energia. Il trattato avrebbe dovuto rafforzare la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell'UE di promuovere quotidianamente gli interessi dei propri cittadini, il lavoro, lo sviluppo sociale, la crescita economica invece non solo ha colpevolmente chiuso gli occhi di fronte alla mancanza di una di politica economica e di bilancio unica; ha permesso, invece complice la crisi finanziaria, di portare avanti un disegno oligarchico e meccanicistico, avulso dalla politica e dal bene comune. Ciò è avvenuto con la firma di due trattati sottoscritti ad un mese di distanza uno dall’altro: il primo l’ESM European Stability Mechanism (Meccanismo Europeo di Stabilità – MES) il 2 febbraio del 2012 ed il  TSCG - Trattato sulla Stabilità sul Coordinamento e sulla Governance nell’unione economica e monetaria, fatto a Bruxelles il 2 marzo 2012.
Tutti coloro che hanno seguito l’evoluzione della crisi con riferimento alla posizione della Germania ed all’atteggiamento di Angela Merkel, hanno sì analizzato in maniera molto approfondita il trattato MES, ma mettendo solo in evidenza che rileverà i compiti di EFSF (European Financial Stability Facility) il cosiddetto fondo Salva stati divenuto pienamente operativo il 4/8/2010  e dell’ EFSM (European Financial Stability Mechanism) fondo amministrato direttamente dalla Commissione Europea per il sostegno di stati non-euro. Certo hanno anche evidenziato che il MES sarà gestito da un Consiglio  dei governatori composto dai 17 ministri delle Finanze dei paesi dell’eurozona e che il medesimo trattato all’articolo 8 dispone che  l’organismo avrà un capitale sociale di 700 miliardi di euro precisando poi all’articolo 10 che il Consiglio dei governatori può decidere di  mutare detto importo adeguando di diritto l’articolo 8. Che all’articolo 9  si stabilisce che il Consiglio dei governatori potrà esigere in qualsiasi momento entro il termine di 7 giorni il  versamento del capitale sociale non ancora versato e che il MES potrà esigere senza limiti il pagamento dei paesi membri. Che il trattato non prevede alcun diritto di veto per i parlamenti nazionali. Che nel MES chi comanda è il Consiglio dei Governatori rappresentato dai 17 ministri delle Finanze che votano su tutte le decisioni  importanti, ma che non sono soli perché affiancati da altre persone  presenti a tutte le loro riunioni,  denominati ufficialmente “osservatori”. Esattamente tre osservatori: 1) il membro della Commissione Europea responsabile per gli Affari economici e monetari; 2) il Presidente dell’Eurogruppo (un club informale di questi 17 ministri delle Finanze); 3) il Presidente della Banca Centrale Europea. Hanno anche rilevato che l’art. 12 comma 3 stabilisce che “A partire dal 1° gennaio 2013 sono incluse in tutti i titoli di Stato della zona euro di nuova emissione e con scadenza superiore ad un anno clausole d’azione collettiva in un modo che garantisca che il loro impatto giuridico sia identico.”. Poi più di qualcuno ha sottolineato un’altra notevole caratteristica rappresentata dagli status, privilegi, immunità ed esenzione fiscale stabiliti dall’art. 32 al 36. Però non mi pare che si siano considerati in maniera approfondita il punto 5, 11 ed il punto 13 dei considerando che invece sono molto significativi in quanto nel primo si stabilisce che il trattato MES e “il TSCG sono complementari nel promuovere la responsabilità e la solidarietà di bilancio all'interno dell'Unione economica e monetaria. Viene riconosciuto e accettato che la concessione dell'assistenza finanziaria nell'ambito dei nuovi programmi previsti dal MES sarà subordinata, a decorrere dal 1° marzo 2013, alla ratifica del TSCG da parte del membro MES interessato e, previa scadenza del periodo di recepimento di cui all'articolo 3, paragrafo 2, del TSCG, al rispetto dei requisiti di cui al suddetto articolo” mentre nel secondo si stabilisce che, al fine di tutelare la liquidità dei mercati, saranno inserite nelle modalità e nelle condizioni di emissione di tutte le nuove obbligazioni emesse dagli Stati della zona euro clausole d’azione collettiva ("CACs") identiche e in formato standard. Come richiesto dal Consiglio europeo del 25 marzo 2011, il regime giuridico che disciplina l’inserimento delle CACs nei titoli di Stato della zona euro è stato definito dal comitato economico e finanziario.” Infine   il punto 13 che sancisce “che i prestiti del MES fruiranno dello status di creditore privilegiato in modo analogo a quelli del FMI, pur accettando che lo status di creditore privilegiato del FMI prevalga su quello del MES.” Comunque, da quanto mi consta nessuno pare aver rilevato che, pur se il Trattato sul MES appare fortemente costringente, il collegamento del punto 5 dei considerando fa sì che divenga operativa una formula  del TSCG dell’ ACCOGLIENDO  in cui si dispone  il  “rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria e a disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri, e RILEVANDO l'intenzione della Commissione europea di presentare ulteriori proposte legislative per la zona euro riguardanti, in particolare, la comunicazione ex ante dei piani di emissione del debito, programmi di partenariato economico che illustrino nel dettaglio le riforme strutturali degli Stati membri soggetti a procedura per i disavanzi eccessivi e il coordinamento delle grandi riforme di politica economica previste dagli Stati membri,” dando così lo spazio nell’articolo 8 all’inserimento di una clausola, da nessuno, almeno a mio avviso, ancora adeguatamente valutata che recita “La Commissione europea è invitata a presentare tempestivamente alle parti contraenti una relazione sulle disposizioni adottate da ciascuna di loro in ottemperanza all'articolo 3, paragrafo 2. Se la Commissione europea, dopo aver posto la parte contraente interessata in condizione di presentare osservazioni, conclude nella sua relazione che tale parte contraente non ha rispettato l'articolo 3, paragrafo 2, una o più parti contraenti adiranno la Corte di giustizia dell'Unione europea. Una parte contraente può adire la Corte di giustizia anche qualora ritenga, indipendentemente dalla relazione della Commissione, che un'altra parte contraente non abbia rispettato l'articolo 3, paragrafo 2.  In entrambi i casi, la sentenza della Corte di giustizia è vincolante per le parti del procedimento, le quali prendono i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza comporta entro il termine stabilito dalla Corte di giustizia.
2. La parte contraente che, sulla base della propria valutazione o della valutazione della Commissione europea, ritenga che un'altra parte contraente non abbia preso i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza della Corte di giustizia di cui al paragrafo 1 comporta può adire la Corte di giustizia e chiedere l'imposizione di sanzioni finanziarie secondo i criteri stabiliti dalla Commissione europea nel quadro dell'articolo 260 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. La Corte di giustizia, qualora constati che la parte contraente interessata non si è conformata alla sua sentenza, può comminarle il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità adeguata alle circostanze e non superiore allo 0,1% del suo prodotto interno lordo. Le somme imposte a una parte contraente la cui moneta è l'euro sono versate al meccanismo europeo di stabilità. In altri casi, i pagamenti sono versati al bilancio generale dell'Unione europea. 
3. Il presente articolo costituisce un compromesso tra le parti contraenti ai sensi dell'articolo 273 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.”
Dopo aver riflettuto sulla pericolosità di questo articolo credo di poter affermare che la conclusione risulta essere molto triste in quanto quest’ultimo trattato apre, inimmaginabili e tetri scenari di conflitto e di possibili scontri e contese pilotate da detentori del rating Tripla A (leggi Germania) che mirano ad ottenere cessioni di sovranità controllando le emissioni di debito tramite le Clausole di Azione Collettiva (CACs) imponendo la loro volontà facendosi anche scudo di altri stati membri contraenti ….l’esasperazione potrebbe scatenare la disperazione e finanche un conflitto bellico in ragione della difesa dei diritti economici e monetari da parte degli stati contraenti più deboli del MES. Conflitto che purtroppo potrebbe rappresentare la terza guerra mondiale che vedrebbe di nuovo la distruzione della Germania, determinata, come nelle due precedenti, anche se con mezzi diversi, dalla sua volontà di egemonia. Allora cancelliera Merkel, se vogliamo salvaguardare il bene d’ordine Euro e con esso l’Europa, chiediamo sì, a tutti, di mettere ordine nei propri conti, ma non strozzandoli, bensì usando strumenti finanziari diluiti nel tempo (Zero cupon) e regole più umane, che possano permettere alla gente di ricominciare a sperare in un futuro in cui l’Unione Europea sia una realtà foriera di pace e non di crisi o disperazione foriera di guerra.




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