“……Perciò, anche è un compito impegnativo essere uomo di valore. Cogliere in ogni cosa [25] il giusto mezzo è un compito impegnativo: per esempio, determinare il centro di un cerchio non è da tutti, ma solo di chi sa. Così, invece, è da tutti ed è facile adirarsi, e donare denaro e fare spese: ma farlo con chi si deve, nella misura giusta, al momento opportuno, con lo scopo e nel modo convenienti, non è più da tutti, né facile. Ed è per questo che farlo bene è cosa rara, degna di lode e [30] bella. Perciò bisogna che chi tende al mezzo prenda innanzi tutto le distanze da ciò che gli è più contrario, come consiglia anche Calipso: «fuori da questo fumo, fuori da questo vortice tieni la nave». Infatti dei due estremi, uno è più colpevole, l’altro meno. Poiché dunque, cogliere il mezzo è cosa estremamente difficile, dobbiamo affidarci, [35] come si dice, alla seconda navigazione e scegliere il minore dei mali:[1109b] ed il miglior modo di farlo sarà questo che noi indichiamo……” Aristotele, Etica Nichomachea II, 9 1109a28-29
Oggi daremo ancora una piccola delusione a coloro che volevano approfondire le caratteristiche dell’ultimo scenario relativo alla scissione dell’euro, che rimandiamo alla prossima settimana perché ritengo più importante parlare invece della manovra QE3 messa in atto da Ben Bernanke della Federal Riserve. Questo approfondimento mi serve a far capire come il comportamento degli uomini che rivestono ruoli di grande responsabilità si rapporta con la propria coscienza attraverso le proprie decisioni. Già avevo tessuto le lodi di Mario Draghi che ha dimostrato di avere chiari i termini etici della sua professione in quanto nonostante le avversità di ogni tipo: monetarie, politiche e psicologiche, ha saputo prendere le decisioni giuste in termini di bene comune. Certo qualcuno potrebbe anche contestarmi questo giudizio, ma credo che bastino due parole per far capire il significato di “giuste decisioni”. Giuste decisioni si riferisce al fatto che un banchiere centrale ha una responsabilità nei confronti della vita economico-finanziaria dei propri concittadini, forse ancora più grande degli uomini politici. Questo perché mentre gli uomini politici assumono decisioni dietro il paravento della propria elezione: “ho il consenso degli elettori che mi hanno votato”, dimenticando a volte che esiste un divieto di mandato imperativo, il Banchiere invece viene incaricato, in un regime di onestà, grazie alla propria levatura professionale manifestamente riconosciuta. Quindi mentre il politico prende decisioni con finalità strumentali, il banchiere deve prendere decisioni con obiettivi di bene comune. Una seconda motivazione è che Mario Draghi, nonostante le avversità ha saputo tenere la barra del timone senza farsi “tremare le vene ai polsi” perché mentre gli altri “facevano chiacchiere” la sua coscienza professionale aveva presenti due cose: a) la necessità di abbattere, al più presto le correnti speculative; b) che le situazioni monetarie di crisi non erano spontanee, bensì indotte da decisioni strumentali fondate sui meccanismi di mercato. Quindi Mario Draghi non avrebbe potuto fare diversamente: ha bloccato la speculazione con un “effetto annuncio” perentorio di “acquisti illimitati” sul mercato secondario di titoli di stato; ha usato poi i meccanismi di mercato per riequilibrare le distorsioni degli “spread” create dalla speculazione. D’altronde l’unico modo per agire dato ad una Banca centrale è quello di stampare moneta. Lui non potendolo fare ha sapientemente gestito i meccanismi, legislativi e tecnici, creandola in maniera “etica” , anche se fortemente contestato, con l’obiettivo di bene comune. Ha messo in atto n meccanismo che solo un banchiere di livello avrebbe saputo architettare e ora potrà “fare muro” alla speculazione, come si addice ad una Banca Centrale. Comunque le voci contrarie non mancano; ma a chi volesse contestare che 700 miliardi di euro, per battere le correnti speculative future, sono pochi si può rispondere che dopo il pronunciamento della Corte di Karlsruhe, esiste una nuova strategia di sostegno finanziario a tre, come ha detto il neo presidente dell’ESM Klaus Regling nell’incontro di Cernobbio, formato da EFSF/ESM-BCE, quindi se si considera il capitale dell’Efsf di 440 miliardi e gli 80 miliardi di capitale interamente versato dell’ESM la potenza di fuoco della Bce sale a 1.500 miliardi, i quali con l’aggiunta dei mezzi finanziari messi a disposizione dal FMI, diventano in totale quasi 2.000 miliardi anche se non tutti completamente disponibili perché l’EFSF ha già finanziato la Grecia, il Portogallo e l’Irlanda per un totale di 192 miliardi sui 440 disponibili impegnando altri 100 miliardi per la situazione spagnola; tuttavia il rimanente ha sempre la potenza di fuoco di un bazooka e Mario Draghi dalla sua ha anche ottenuto il via libera al programma Omt, (Outright Monetary Transactions) con cui effettuare acquisti illimitati di titoli sovrani dei Paesi che faranno una richiesta formale di aiuto indirizzata ai fondi da parte dello stato potenzialmente in difficoltà attraverso il Memorandum of understanding. Tale programma può essere considerato il deterrente che mancava alla BCE per bloccare qualsiasi velleità speculativa. I mercati finanziari lo hanno perfettamente capito e si sono guardati bene dal testare la determinazione della Banca centrale e dal 6 settembre hanno reagito con grande euforia alle decisioni della Bce. Tale richiesta di condizionalità è l’altra componente etica, che impegna la responsabilità degli stati a mantenere gli impegni. Non dimentichiamo che l’ESM è molto coattivo. E, come ho spiegato nel mio post del 18 giugno scorso in merito al punto 5 dei considerando del trattato dell’ESM che rende operativa la clausola dell’accogliendo del TSCG, a cui rimando per non appesantire il discorso, si presenta un po’ pericoloso e conflittuale per i futuri equilibri tra i Paesi dell’UE. Ma ciò non toglie che vada rispettato. Proprio grazie a queste previsioni non potrà accadere che un Paese non rispetti gli impegni e pertanto possa vanificare l’operato della BCE. La liquidità disponibile in mano a Draghi è pienamente adeguata a riportare l’equilibrio tra gli spread, checché ne dicano giornalisti in termini di “repressione finanziaria” come fa Maximilian Cellino sul sole 24 ore di domenica 9 settembre, nell’articolo “Quel costo occulto della repressione finanziaria”. Da sempre si sa che i tassi di interesse, e i debiti vengono manipolati; da sempre essi sono stati “indirizzati” grazie all’intervento delle autorità monetarie. Lo scetticismo evidenziato, e le argomentazioni che paventano il problema dell’inflazione in un momento come questo… sanno quanto meno di parte….le teorie vanno sempre verificate e la congiuntura attuale non può essere basata su assunti teorici che si possono trovare su qualche blog che sponsorizza studi di economisti che considerano situazioni del passato. Oggi c’è una situazione che porta alla deflazione mondiale e purtroppo a meno che non accada una rivoluzione “copernicana” in campo economico-finanziario, non possiamo rischiare di far esplodere una congiuntura che sta asfissiando sempre di più. Queste misure sono drastiche e di emergenza, tentano di gestire fenomeni mai esistiti in passato, tanto dai monetaristi quanto dagli attuali premi nobel. Ne cito solo 3 per far capire: 1) l’anomalia di una BCE banca centrale zoppa di una Unione Monetaria ancora in divenire che non ha una struttura politica unitaria; 2) l’esplosione di una economia finanziaria che solo per i derivati ammonta a più di 600 mila miliardi di dollari usa; 3) il dumping sociale della Cina comun-capitalista in una realtà globalizzata. Cerchiamo dunque di essere seri e razionali, usando il senso critico in maniera adeguata e soprattutto senza cercare l’utopia della visione o lo svilimento dell’altro semplicemente perché ha una posizione che avversiamo, perché non abbiamo la capacità di comprenderla.
La mia esperienza sui mercati internazionali, mi lascia tranquillamente affermare che la determinazione di una banca centrale non trova ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria. Ovviamente nel breve periodo, perché nel lungo la responsabilità è della politica. Altro che repressione! E questo mi permette di fare il paragone con la decisione presa dal Governatore della Federal Reserve Ben Bernanke di lanciare finalmente il tanto atteso Qe3. Ma che significa? In sostanza e in breve esattamente la stessa cosa che ha fatto Mario Draghi, ma con strumenti diversi e propri di una vera banca centrale. Il Quantitative easing significa la messa a disposizione del sistema bancario e finanziario di liquidità a tassi di interesse contenuti. Come tutti ormai sappiamo, l’economia si muove sulla base di investimenti. Per invogliare ad investire occorre dare a chi vuole non solo la possibilità di indebitarsi, ma anche di farlo a buon mercato. Quindi la Federal Reserve proprio per incentivare l’economia, ha ripetuto per la terza volta ciò che in un momento di stallo, come si presentava la congiuntura alla fine del 2008 ritenne opportuno di effettuare: il primo QE1 annunciato il 18 marzo 2009, immettendo liquidità sul mercato tramite acquisto di titoli tossici e bond collegati al mercato dei subprime e titoli collegati ai mutui ipotecari (Mortgage bond Securities - Mbs). Tale decisione che aveva dato un impulso molto forte alla borsa, portò l’indice S&P500 a guadagnare nel giro di un anno circa il 53%. La stessa azione venne ripetuta, una seconda volta da Bernanke che il 3 novembre del 2010 annunciò il QE2 inondando i mercati di ulteriore liquidità, sempre a buon mercato. Ciò permise allo S&P500 di aumentare nei successivi sei mesi di circa il 14%. Ora il 13 settembre scorso il Governatore della Fed ha annunciato il QE3 che prevede l’acquisto di asset di vario genere comprendente titoli di stato e di titoli MBS per 40 miliardi di dollari al mese unitamente ad una azione di Twist che significa effettuare un cambio di scadenza di portafoglio, vale a dire la vendita di titoli di stato a breve termine contro l’acquisto concomitante di titoli a lungo termine per il medesimo importo. In questo modo sul versante della crescita economica, con il Qe3 vi sarà l’incentivo di una maggiore liquidità disponibile per gli investimenti derivante dall’acquisto di titoli in maniera incondizionata e quindi senza la sterilizzazione. Ciò significa che la Fed immette liquidità senza toglierla da un’altra parte. Vale a dire che non sono acquisti a fronte di un cosiddetto pronti contro termine (Repurchase agreement) che è lo strumento per immettere liquidità temporanea nel sistema, ma è un vero e proprio acquisto diretto che trasferisce i titoli, illiquidi e immobilizzati dai portafogli delle banche nel portafoglio della Fed ridando liquidità al mercato. Invece con l’azione di Twist, la Fed tende a tenere bassi i tassi di interesse in quanto vendendo sul mercato secondario la breve scadenza ne abbassa il tasso che invece verrebbe ad aumentare sulla lunga scadenza dove opera gli acquisti. Il mercato quindi, può fruire di bassi tassi di interesse in virtù dei quali si dovrebbe poter allentare la crisi consentendo una ripresa degli investimenti e con ciò l’atteso aumento dell’occupazione. L’effetto annuncio è stato in questo caso molto importante perché oltre agli importi mensili di elevato livello (circa 85 miliardi di dollari al mese) il Governatore ha anche annunciato, proprio come ha fatto Draghi, che si protrarranno a tempo indeterminato fino a che “la crescita non sarà migliorata a sufficienza” unitamente al fatto che non procederà all’aumento dei tassi di interesse non solo come aveva detto per tutto il 2013, bensì fino alla metà del 2015 e lasciando intendere anche più se sarà necessario. Concludendo quindi vorrei sottolineare che anche in queste decisioni c’è una visione etica positiva, da parte di Bernanke in quanto al legalismo di coloro che pongono la propria miopia dietro il paravento (dei cavilli legali, visione di spauracchi attualmente inesistenti, nella prospettiva indicata come l’inflazione) della semplice etica negativa, contrappone con coraggio decisioni per il bene comune che, come quelle di Mario Draghi, stanno cambiando in maniera sistemica, il corso della storia. Ricordiamo ciò che diceva J.M. Keynes: ciò che conta è il breve periodo perché nel lungo saremo tutti morti! E allora ben vengano questi interventi!
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