“Secondo William Graham Summer (1840-1910) noto
sociologo americano tanto pessimista quanto conservatore, «la più grande follia
di cui un uomo può essere capace è quella di mettersi a sedere con carta e
matita per progettare un nuovo mondo sociale». Eppure una follia del genere ha
prodotto la Repubblica di Platone e
la Vita nuova di Vico, il progetto illuminista di Diderot e
Voltaire, quello positivista di Comte e Spencer, quello comunista di Marx ed
Engels. La stessa follia progettuale ha spinto pedagogisti come Rousseau, Don
Bosco e Paulo Freire a elaborare modelli educativi per le nuove generazioni e
ha spinto i padri costituenti, come Franklin e Washington, a scrivere le
costituzioni. Uno dei saggi più acuti
sull’illuminismo – Lo spirito dell’Illuminismo di Tzvetan Todorov (2006) -
inizia così: «Dopo la morte di Dio, dopo il crollo delle utopie, su quale
fondamento intellettuale e morale intendiamo costruire la nostra vita comune?
se vogliamo agire come persone responsabili, abbiamo bisogno di uno schema
concettuale su cui fondare non solo i nostri discorsi, cosa semplice a farsi,
ma anche le nostre azioni»”.
D. Masi MAPPA MUNDI modelli di vita per una società
senza orientamento – Saggi Rizzoli pag. 20
Anche
in questo periodo ho atteso invano reazioni al post sulla certificazione etica.
Dal 12 marzo scorso non c’è stata
alcuna obiezione, non c’è stato bisogno da parte di nessuno di dire ciò che
pensa. Eppure di Blog sulla rete ce ne sono a bizzeffe ed i commenti sono
continui, di tutti i tipi, favorevoli, contrari indifferenti: tutti hanno
qualcosa da dire. Qui invece? Nessuno parla. Perché? Forse perché ci sono
categorie di uomini come faceva dire Sciascia nel suo “Il giorno della Civetta”
a don Mariano Arena, semianalfabeta, capomafia potente e spietato rivolgendosi
al “continentale” capitano Bellodi, emiliano di Parma, giovane, colto, ex
partigiano, destinato ad una carriera di avvocato, ma rimasto in servizio in
nome di alti ideali di giustizia.: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella
che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola
piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli
ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi
gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai
mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i
bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E
ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i
quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la
loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche
se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…” Bene quando
parliamo di etica, vorremmo rivolgerci agli “uomini”, ma se rispondessero anche i soli “mezzi uomini” già
potremmo accontentarci del risultato! Forse già con essi potremmo cominciare ad
introdurre nuove categorie di pensiero. Purtroppo non sembra essere che una
mera illusione.
Ma
perché dobbiamo trovare nuove categorie di pensiero? La risposta potrei condensarla così:
i cambiamenti della nostra realtà sono talmente veloci e repentini che implicano
un continuo cambiamento anche del pensiero di coloro che vivono questo
cambiamento. In altre parole potrei dire che la globalizzazione ci ha messi di
fronte ad un problema intergenerazionale in cui tra le esperienze del passato e
le attese del futuro, manca l’anello intermedio della comprensione storica del
presente che si dibatte tra negazionismo e ignoranza del passato proiettati
nell’ideologia di un futuro dalla configurazione incerta. Ciò determina il
paradosso che le attese del futuro non solo mancano di spirito creativo ed
innovativo, ma anche di quella vision necessaria per staccarsi da modelli non
più applicabili, ma non perché non siano “buoni”, ma semplicemente perché è
cambiata la mentalità e la cultura della gente. Per capirlo basta guardare alla
superficialità, all’inconsistenza esistenziale ed alla immaturità di certe
fasce giovanili molto differenti invece da qualche generazione precedente come
quella del ’68 aveva dato fiducia alle proprie possibilità. Certo che tutte le
accuse che si fanno al ’68 ed al suo operato sono plausibili, ma ciò non toglie
che a torto o a ragione esprimeva un’idea e degli obiettivi che per quanto
reputati in seguito fallimentari erano scaturiti da idee nuove anche se
purtroppo fondate molto spesso sull’ignoranza. Infatti il movimento era nato
per imporsi contro il nozionismo autoritario delle generazioni precedenti per
richiedere al suo posto una formazione diffusa in cui si ponesse l’essere umano
e le sue aspirazioni sociali al centro della scena socio-politico-economica. Purtroppo
il risultato ottenuto è stato quello di non essere riusciti ad ottenere la
formazione sperata e nel contempo di aver perso anche il nozionismo, creando i
presupposti per l’attuale ignavia giovanile
che continua, tranne che in rare eccezioni, a cercare di inserirsi in un
precariato a tutti i livelli. Allora che cosa significa cambiare categorie di
pensiero? Significa tornare ad un equilibrio tra realtà vera e visione teorica.
Come dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium al punto 231 che “La realtà è
più importante dell’idea” perché “La
realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un
dialogo costante evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. E’
pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma. Da
qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore
all’idea. questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà:
i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti,
i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi
senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza.” Ma quali sono gli elementi sui quali siamo
chiamati a costruire nuove categorie di pensiero? Ecco li metto di seguito
senza approfondirli anche perché spero di ricevere aiuto da coloro che leggono,
per
la loro formulazione.
Iniziamo
con la Società, un concetto
completamente da rivedere e al suo interno il concetto di famiglia e nucleo
familiare, oppure di rapporti tra cittadini con nuove configurazioni di
cittadinanza ed infine riformulazione aggiornata del concetto di gruppo
sociale. In secondo luogo la Politica il
cui significato fondamentale, di aristotelica fattura, deve essere rivisitato
alla luce delle convinzioni attuali, dove deve trovare posto un nuovo concetto
di Istituzioni, di partiti, di riconfigurazione della classe dirigente dei
“parvenu della politica”, di mansione e obiettivi di tale classe dirigente. Un
altro elemento importante si chiama Istruzione
in un nuovo concetto di scuola, di programmi di insegnamento e formazione, di
rapporto famiglie insegnanti studenti nonché del precariato svilente dei
professori unitamente a nuove forme di valutazione e garanzia degli obiettivi
formativi offerti. Un altro concetto che deve essere rivisto è il concetto di Impresa perché l’esistente non funziona
più, mettere in conto il bene d’ordine, la delocalizzazione, il conflitto
capitale lavoro, così come la garanzia del futuro in termini di durata, ma non
come sovvenzione bensì come opportunità di crescita. Stessa cosa dicasi per il Lavoro questa realtà sempre più legata
al passato, in termini ormai superati, il lavoro sempre più precario necessita
di discontinuità tra occupazione e reddito, una nuova categoria di pensiero del
lavoro che non abbia solo contenuti economicistici e salariali, ma anche e
soprattutto contenuti antropologici. L’Energia
con tutti i cambiamenti delle rinnovabili, ma vere, che prima della loro
applicazione abbiano già le soluzioni della loro dismissione o smaltimento. Lo Stato il cui rinnovamento del concetto
si lega alla perdita di sovranità, alla creazione di blocchi federali, alla
catalogazione delle spinte secessioniste ed alla governance globale. Anche per
il Fisco si dovranno rivedere i concetti
portanti in termini di giustizia redistributiva, di sostenibilità e di
collegamento con i servizi pubblici. Un altro importante concetto da rivedere
in termini di categoria di pensiero è il sistema Finanziario, con al suo interno il sistema borsistico, il debito
pubblico i sistemi di trading, così come il sistema Bancario che deve essere rivisitato in termini di gestione
creditizia, di usura, di sostegno all’economia e di obiettivi creditizi. A
questi non può non aggiungersi il sistema Sanitario
pubblico, privato, rivisitato sotto il profilo dell’assistenza, della presenza
territoriale della malasanità del malaffare non solo clinico biologico, ma
anche farmaceutico. Altro elemento fondamentale da rivedere è la Tecnologia nelle sue forme di
info-nano-bio e cogno espressioni. Anche
il sistema dei Trasporti nella
rivisitazione dei trasporti turistici come le crociere, il trasporto aereo come
il low cost oppure il trasporto senza pilota, il trasporto ferroviario sempre
più superato dal trasporto su gomma nonostante le velleità dell’alta velocità. Stessa
cosa vale per i sistemi di Alimentazione,
che tra slow e fast food, si dibattono sulla composizione degli alimenti legati
anche alle nuove biotecnologie ed agli ogm. Gli Stili di vita globalizzati, glocalizzati, naturistici o
tecnologici, imporranno nuovi parametri in tutti gli ambienti in cui viviamo
per evitare inquinamenti e contaminazioni di ogni genere che provocano malattie
di lungo termine. Senza approfondire, non posso però tralasciare il nuovo concetto
di Università sia in termini di
offerta formativa che di aggregazione di sedi che di sistemi di insegnamento
long-distance, e-learning, longl-life, con riqualificazione dei professori e
scelta degli studenti con integrazione
di partenariati universitari e accademici internazionali nonché nuove scuole di
pensiero. Oltre a ciò restano sempre i problemi dell’Euro della sua gestione della sua imperfezione monetaria disgiunta
da una realtà di sovranità politica e di integrazione fiscale. Il nuovo concetto
dovrà configurarsi in ambiti completamente diversi, forse ancora non
immaginabili, ma che se non verranno razionalmente individuati, si genereranno
comunque autonomamente in un riequilibrio necessario di forze contrapposte.
Anche la Religione dovrà essere
declinata in un nuovo sistema di
pensiero in cui la guerra tra fondamentalismi e intolleranze comporterà una
rivisitazione della libertà religiosa e della
necessità del proselitismo esclusivo. Altrettanto dicasi per il Giornalismo in cui la competizione tra
la carta stampata, l’on-line e la televisione condurrà a nuovi sistemi di
pensiero e di comunicazione le cui categorie si evolveranno a ritmi sempre più
incalzanti ed inimmaginabili. Altri campi nei quali sarà necessario
ricostituire adeguate categorie di pensiero sono le associazioni di
professionisti non appartenenti a collegi o a ordini, per i quali già una legge
la 4/2013, impone la formulazione di un
codice etico, avversato dalla maggior parte di loro, ma certamente un primo
passo verso il cambiamento. Tra le
categorie che subiranno un forte cambiamento c’è quella delle Privatizzazioni tra le quali l’energia,
le ferrovie, l’acqua, le autostrade le poste e tutto ciò che attualmente è pubblico e che si cerca di far
andare male per permettere di svenderlo come regalo agli “amici politici”, ma
la privatizzazione non potrà che essere di breve periodo causa l’enormità dei
costi di manutenzione che ne imporranno di nuovo la successiva necessaria conduzione
pubblica. Da ultimo, senza parlare degli stipendi e della rivisitazione dei
sistemi pensionistici vorrei terminare con il cambiamento che subirà la Cultura e soprattutto quello dei luoghi
della cultura come il teatro, il cinema, le biblioteche gli auditorium i think tank . Tali luoghi
dovranno trovare nuove categorie in cui configurarsi per ritrovare il concetto
perduto di bellezza attualmente subissato dall’ideologia del piacere, del
possesso e…. dell’affermazione dell’ignoranza purché mediaticamente rilevata.