La realtà è più importante dell’idea
Esiste anche
una tensione bipolare tra l’idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l’idea
si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che
l’idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della
sola parola, dell’immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare
un terzo principio: la realtà è superiore all’idea. Questo implica di evitare
diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi
del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali,
i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi
senza saggezza.
L’idea – le
elaborazioni concettuali – è in funzione del cogliere, comprendere e dirigere
la realtà. L’idea staccata dalla realtà origina idealismi e nominalismi
inefficaci, che al massimo classificano o definiscono, ma non coinvolgono. Ciò
che coinvolge è la realtà illuminata dal ragionamento.
Bisogna
passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa. Diversamente si
manipola la verità, così come si sostituisce la ginnastica con la cosmesi.185
Vi sono politici – e anche dirigenti religiosi – che si domandano perché il
popolo non li comprende e non li segue, se le loro proposte sono così logiche e
chiare. Probabilmente è perché si sono collocati nel regno delle pure idee e
hanno ridotto la politica o la fede alla retorica. Altri hanno dimenticato la
semplicità e hanno importato dall’esterno una razionalità estranea alla gente.
papa Francesco
Evangelii Gaudium n. 231 e n.232.
L’ETICA
I fatti di questi
giorni, soprattutto quelli concernenti i discorsi sui
massimi sistemi, (ad eccezione di Piercamillo Davigo) fatti a Cernobbio ed alla
Festa dell’Unità di Bologna da diversi esponenti del mondo della politica e
dell’economia, mi hanno lasciato molto perplesso. Non che sia ancora illuso che
questo Paese abbia la possibilità di cambiare sulle chiacchiere; sono disincantato
e per questo convinto che occorre veramente un grande sforzo di volontà
democratica per ricostruire su dati di fatto oggettivi, questo popolo italiano
dalle sue fondamenta. Si, purtroppo le prassi attualmente in atto vedono
l’interesse rivolto al solo scoop
mediatico e non portano a nulla di concreto. Siamo un popolo che non esiste in
termini sociali, in cui l’idea condivisa della fraternità, della solidarietà,
della giustizia e men che meno del concetto vero di pace, come base essenziale
allo sviluppo, non esistono. Ecco perché vorrei oggi prendere in considerazione
uno di quei quattro principi, riportati da papa Francesco, su cui confliggono
tutte le realtà sociali di ogni tempo e che come dice “costituiscono « il primo
e fondamentale parametro di riferimento per l’interpretazione e la valutazione
dei fenomeni sociali ». E’ importante rifletterci su perché la loro forza
consiste nella capacità di orientamento allo sviluppo ed alla convivenza
sociale che rappresentano i pilastri su cui si costruisce la cultura identitaria di un popolo. Ma non solo, la loro interiorizzazione da parte di tutti
coloro che hanno incarichi di dirigenza, sociale, politica o economica e con
questo vorrei mettere all’interno del discorso anche padri e madri di famiglia
latitanti sotto il profilo della loro oggettiva responsabilità, determinerebbe quel
salto di paradigma culturale a livello etico che molti invocano a parole, ma
ben pochi perseguono nei fatti.
LA REALTA’ E’ PIU’ IMPORTANTE DELL’IDEA
Come al solito basta
aprire il Corriere della Sera per rendersi conto della situazione. L’editoriale
di Antonio Polito ne stigmatizza il primo punto: la distanza fra le chiacchiere
e la realtà. Lo fa riferito al premier Matteo Renzi che mette sempre più in
evidenza la sua diligenza nell’aver studiato alla scuola di Berlusconi. Mutatis mutandis tutto resta com’era
prima. Ciò che rileva molto bene
l’Editorialista in primis è spiegato proprio
nel titolo in cui si nota l’analogia con il movimento della “lumaca”
vale a dire “un centimetro e mille giorni” e questa affermazione rappresenta un
altro principio cioè il primo di quei quattro, di cui parleremo una prossima
volta ossia che “il tempo è superiore allo spazio”! Nella mia odierna
riflessione invece vorrei mettere in evidenza il terzo principio e cioè che “la realtà è più importante
dell’idea”. Ma questo principio per i
politici dal carattere “parolaio” e mediatico come chi ci ha governato negli
ultimi trascorsi vent’anni, resta un non senso, una frase appartenente ad
un'altra lingua, un principio di fronte al quale si resta del tutto
indifferenti.
La testimonianza di
tutto ciò, tornando all’articolista, la troviamo nella frase “E in effetti
finora, nei duecento giorni già passati, l’azione di governo non ha dato i
frutti sperati, come lo stesso Ministro Padoan ha riconosciuto”.
L’IDEA
Ecco delinearsi come
il principio citato non tocchi assolutamente il Premier: "Gli 80 euro sono
un'idea di civiltà: l'idea che chi ha sempre pagato si vede restituito
qualcosa. E' un atto di giustizia sociale più che una misura economica".
Lo ha detto il premier Matteo Renzi chiudendo la Festa dell'Unità a Bologna. Ma
mi domando, il Premier sa che la giustizia sociale passa per lo sviluppo? Il Premier
sa che ha tante di quelle opportunità vere da cogliere senza bisogno di correre
dietro alle riforme “ideali” anche se apprezzabili, come quella del senato. A
parte l’effetto annuncio le riforme non sembrano né avere luogo, né dare
risultati concreti. Infatti il problema è proprio che per “L’idea di civiltà”
la gente continua a trovarsi in una realtà di indigenza! La riforma del lavoro
non deve partire dalla riforma dello Statuto dei lavoratori, bensì dalle nuove
opportunità di lavoro proposte ed individuate. Ma dove sono? Perché continuare
a parlare di cambiamento dello Statuto dei lavoratori invece di creare nuovi posti che cambierebbero essi stessi
in automatico e in maniera funzionale, al di là delle posizioni sindacali, le
regole dello Statuto? Neanche per l’inglese può essere accettato, infatti alcuni
nostri politici e giornalisti, continuano a parlare di jobs act, quando in inglese la parola aggettivata anche se plurale
perde la s! Ma diciamo le cose in italiano e non prendiamo le idee da twitter e
dall’inglese. Grazie a dio la nostra lingua continua a permanere uno dei più
begli idiomi esistenti nel mondo!
UNA PARTITA DI GIRO
Gli 80 euro
avrebbero avuto un senso se poi ordinati ad un cambiamento di marcia. Invece
che cosa fa questa “idea di civiltà” toglie i soldi da una tasca per
trasferirli in un’altra senza alcun valore aggiunto. Così dicasi dei tagli alle
pensioni. Infatti qual è il risultato? Che gli 80 euro dati ad alcune categorie
comportano il blocco dello stipendio di altre, che però non devono lamentarsi.
Non devono esserci “gufi” del malaugurio a contrastare le decisioni del
Governo! Così sarà anche per la riforma del terzo settore, con i bond di
solidarietà, il 5 per mille stabile, il
servizio civile triennale e all’estero, gli immobili non utilizzati e quelli
confiscati alla criminalità ecc., tutte realtà che non hanno alcuna base di
investimento, ma si muovono sulle cosiddette “partite di giro”. Il Premier non
sa che la revisione della spesa passa per la via degli investimenti divisi tra
produttivi ed improduttivi; tra spesa corrente e spesa per investimenti; tra
investimenti a breve, medio e lungo termine che abbiano però entrambe ben
individuati i canoni di ritorno economico e di impatto sociale in termini di
settori di progettualità ben definiti. Non sarà anche per questo che girano
voci di “resa” da parte dell’innovativo ministro Cottarelli? E poi che dire? Del fatto che sia più facile
costituire un’impresa in Polinesia che in Italia? Il Premier non sa che
l’impresa è un bene d’ordine e va considerata come tale e non già svilita come
ha fatto il precedente governo con l’impresa da “un euro”! E per i giovani per
giunta! Ma questi governi invece di tuonare solo sui boiardi dei passati
regimi, e a ragione, imparino però a prendere quanto di buono questi avevano
fatto come la famosa legge De Vito, conosciuta come “la 44”.
UN MINISTRO GOVERNA
NON FA AFFERMAZIONI
Il premier non si è
reso conto della grave affermazione fatta a Cernobbio dal suo ministro Federica
Guidi che “le aziende non hanno più un portafoglio utili a sei mesi, ma a sei
giorni”? Ma il ministro che ci sta a fare? L’idea prevale sempre sulla
realtà. Il premier sa che cosa significa
“esportazioni”? Sa che significa “turismo” e perché si privilegiano, se ce ne
sono, idee “ideologiche”, dimenticando
la realtà dei fatti? Le elucubrazioni mentali non servono a niente. Il Premier
non può continuare a pensare di vincere di nuovo le prossime elezioni solo perché
non ci sono alternative. Il Premier deve cominciare a pensare che questo suo
comportamento che potremmo chiamare di “idealpolitik” porterà prima o poi allo
sfascio del Paese. I tagli lineari, la mancata attuazione di nuovi obiettivi di
politica-economica, la mancata azione di richiamo verso banche e assicurazioni,
la mancata gestione del valore dell’euro, lasciato in balia delle banche, degli
speculatori e purtroppo al solo seppur efficientissimo Mario Draghi, che però per nostra fortuna,
privilegia la realtà rispetto all’idea, lasciano prevedere guai sociali in
arrivo che il “Premier che ci mette la faccia” dimostra non solo di non capire,
anticipare o saper come mitigare perché anche questa “faccia” non è reale,
bensì un’idea che si cambia quando si vuole. D’altronde anch’egli è cresciuto
in una scuola partitica che dice: la politica si sa che è fatta così! Ciò che lascia a desiderare è i suoi trascorsi
Scout, dove, chi li conosce sa bene che la realtà è sempre stata la cosa primaria da
gestire con la responsabilità nei confronti della Sestiglia, del Reparto, del
Clan e del Gruppo!
LA REALTA’
Andiamo ora ad
osservare la realtà invece che l’idea: L’accusa di Davigo, a Cernobbio è che “l’emergenza
forte è la corruzione” e questo governo, non ha fatto nulla in termini di
riforme, se non mettere una stimatissima persona come Raffaele Cantone a
Presidente dell’anticorruzione addetto al controllo dell’Expo’ di Milano, delle
attività del Mose ecc., lasciandolo solo però e senza dargli utili strumenti
oltre alla tradizionale collaborazione della Guardia di Finanza! La voce forte
di quest’ultimo si è levata a Cernobbio non solo per rilevare che “dagli anni
90 per la lotta alla corruzione non si è fatto nulla” ma anche per sottolineare
che : “Gli imprenditori corrotti sono come quelli collusi con la mafia,
Confindustria li cacci”. La stessa cosa
dicasi per la situazione della magistratura, della volontà di abolire l’azione
penale obbligatoria, del voler ricondurre l’azione del magistrato sotto il
controllo politico…per evitarne la corruzione! Altra realtà che deve essere
affrontata, anche se messa in evidenza in maniera rude da Marchionne è il fatto
che la Ferrari non vince da sei anni e allora? Il management sembra ricalcare
quello che avviene per Alitalia, per le Ferrovie dello stato e guarda caso anche
per la Società che gestisce Italo il cui fondatore è proprio il buon
Montezemolo! L’altra realtà è la forza brutale dell’ISIS e di Mosca che trovano il Premier come
importante interlocutore in qualità di presidente protempore della Comunità
Europea…..l’idea della pace in questo caso è soverchiata dalla nostra attività di
chi ci reputa quarto o quinto o ottavo produttore di armi nel mondo: gli
articoli “Made in Italy” più venduti:
carri armati, aerei, elicotteri, navi, artiglieria, bombe, missili,
siluri, fucili, munizioni e armi chimiche antisommossa (venduti ai corpi di
Polizia di Spagna, Romania, Brasile, Bangladesh, fra gli altri). L’azienda più forte: Finmeccanica (9º posto
nella produzione mondiale di armi) e le sue filiali: Agusta Westland, Alenia
Aeronautica, Selex, Mbda. [Vedi la Relazione della Camera dei Deputati per
l'elenco completo delle aziende coinvolte] e quindi…..un’altra realtà che il Premier
non vede, ma che diviene sempre più pesante è rappresentata dalla xenofobia: a Pratola
Peligna sono state formate, nell’Istituto comprensivo
“Gabriele Tedeschi”, due classi esclusive per soli italiani..e gli altri? Emarginati
in sezione B! Un’altra realtà è l’aumento degli imprenditori stranieri nel
manifatturiero italiano dal 2009 sono +
15% cinesi (17.847) e + 3,8% (42.806) altri stranieri….La domanda sorge
spontanea ma……. gli italiani? Un ultima realtà che viene messa in rilievo dal
Corriere della sera è la prassi delle frodi e dei raggiri messi in atto nel
nostro Paese con falsi incidenti, falsi contratti che creano truffe alle
assicurazioni e agli assicurati, agli anziani raggirati dalle società di
erogazione di energia con i cambi di utenza, dalle banche con prodotti tossici,
falsi contratti d’affitto per prendere la caparra e sparire. Per non parlare dell’aumento
del gioco d’azzardo nei bar ed on line,
sempre più incentivati visto che con i proventi si aiuta l’arte e nel contempo
si permette al PIL di crescere!!
LE SOLUZIONI
Ma qual è la scala
delle realtà da affrontare? A mio avviso la netta corrispondenza tra valore
dell’Euro e prezzi relativi; in secondo luogo la soluzione del problema del debito
pubblico; in terzo luogo la ripresa di investimenti produttivi sul territorio
ed il ritorno alla distribuzione delle terre supportato da programmi di
formazione mirati; la ripresa degli investimenti produttivi sul territorio;
l’avvio di nuove campagne di credito per l’attività imprenditoriale, della
rivitalizzazione dei trasporti come servizio pubblico essenziale; l’avvio di
programmi di edilizia popolare (seria e non come quella dei palazzinari degli
anni 80 dei complessi di Corviale e di laurentino 38 o di Tor Bella Monaca) a
riscatto; con privilegio della formazione artigianale e del recupero
dell’ambiente anche per mezzo di un
turismo ricettivo pianificato tramite incentivi a chi all’estero è interessato
alla nostra cultura, alla nostra gastronomia, alle nostre bellezze naturali e
perché no anche alla nostra storia ed alle nostre tradizioni. Questa è la
realtà superiore all’idea. Non sono chiacchiere ed il Premier è bene che ci
pensi prima che la situazione precipiti facendogli “perdere la faccia” se anche
questa non era una “idea di facciata”.
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