etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


lunedì 8 settembre 2014

L’ETICA E LA POLITICA TRA IDEA E REALTA’

La realtà è più importante dell’idea
Esiste anche una tensione bipolare tra l’idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all’idea. Questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza.
L’idea – le elaborazioni concettuali – è in funzione del cogliere, comprendere e dirigere la realtà. L’idea staccata dalla realtà origina idealismi e nominalismi inefficaci, che al massimo classificano o definiscono, ma non coinvolgono. Ciò che coinvolge è la realtà illuminata dal ragionamento.
Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa. Diversamente si manipola la verità, così come si sostituisce la ginnastica con la cosmesi.185 Vi sono politici – e anche dirigenti religiosi – che si domandano perché il popolo non li comprende e non li segue, se le loro proposte sono così logiche e chiare. Probabilmente è perché si sono collocati nel regno delle pure idee e hanno ridotto la politica o la fede alla retorica. Altri hanno dimenticato la semplicità e hanno importato dall’esterno una razionalità estranea alla gente.
papa Francesco Evangelii Gaudium n. 231 e n.232.





L’ETICA
I fatti di questi giorni, soprattutto quelli concernenti i discorsi sui massimi sistemi, (ad eccezione di Piercamillo Davigo) fatti a Cernobbio ed alla Festa dell’Unità di Bologna da diversi esponenti del mondo della politica e dell’economia, mi hanno lasciato molto perplesso. Non che sia ancora illuso che questo Paese abbia la possibilità di cambiare sulle chiacchiere; sono disincantato e per questo convinto che occorre veramente un grande sforzo di volontà democratica per ricostruire su dati di fatto oggettivi, questo popolo italiano dalle sue fondamenta. Si, purtroppo le prassi attualmente in atto vedono l’interesse  rivolto al solo scoop mediatico e non portano a nulla di concreto. Siamo un popolo che non esiste in termini sociali, in cui l’idea condivisa della fraternità, della solidarietà, della giustizia e men che meno del concetto vero di pace, come base essenziale allo sviluppo, non esistono. Ecco perché vorrei oggi prendere in considerazione uno di quei quattro principi, riportati da papa Francesco, su cui confliggono tutte le realtà sociali di ogni tempo e che come dice “costituiscono « il primo e fondamentale parametro di riferimento per l’interpretazione e la valutazione dei fenomeni sociali ». E’ importante rifletterci su perché la loro forza consiste nella capacità di orientamento allo sviluppo ed alla convivenza sociale che rappresentano i pilastri su cui si costruisce la cultura  identitaria di un popolo. Ma non solo,  la loro interiorizzazione da parte di tutti coloro che hanno incarichi di dirigenza, sociale, politica o economica e con questo vorrei mettere all’interno del discorso anche padri e madri di famiglia latitanti sotto il profilo della loro oggettiva responsabilità, determinerebbe quel salto di paradigma culturale a livello etico che molti invocano a parole, ma ben pochi perseguono nei fatti.

LA REALTA’ E’ PIU’ IMPORTANTE DELL’IDEA
Come al solito basta aprire il Corriere della Sera per rendersi conto della situazione. L’editoriale di Antonio Polito ne stigmatizza il primo punto: la distanza fra le chiacchiere e la realtà. Lo fa riferito al premier Matteo Renzi che mette sempre più in evidenza la sua diligenza nell’aver studiato alla scuola di Berlusconi. Mutatis mutandis tutto resta com’era prima.  Ciò che rileva molto bene l’Editorialista in primis è spiegato proprio  nel titolo in cui si nota l’analogia con il movimento della “lumaca” vale a dire “un centimetro e mille giorni” e questa affermazione rappresenta un altro principio cioè il primo di quei quattro, di cui parleremo una prossima volta ossia che “il tempo è superiore allo spazio”! Nella mia odierna riflessione invece vorrei mettere in evidenza il terzo principio  e cioè che “la realtà è più importante dell’idea”.  Ma questo principio per i politici dal carattere “parolaio” e mediatico come chi ci ha governato negli ultimi trascorsi vent’anni, resta un non senso, una frase appartenente ad un'altra lingua, un principio di fronte al quale si resta del tutto indifferenti.
La testimonianza di tutto ciò, tornando all’articolista, la troviamo nella frase “E in effetti finora, nei duecento giorni già passati, l’azione di governo non ha dato i frutti sperati, come lo stesso Ministro Padoan ha riconosciuto”.


L’IDEA
Ecco delinearsi come il principio citato non tocchi assolutamente il Premier: "Gli 80 euro sono un'idea di civiltà: l'idea che chi ha sempre pagato si vede restituito qualcosa. E' un atto di giustizia sociale più che una misura economica". Lo ha detto il premier Matteo Renzi chiudendo la Festa dell'Unità a Bologna. Ma mi domando, il Premier sa che la giustizia sociale passa per lo sviluppo? Il Premier sa che ha tante di quelle opportunità vere da cogliere senza bisogno di correre dietro alle riforme “ideali” anche se apprezzabili, come quella del senato. A parte l’effetto annuncio le riforme non sembrano né avere luogo, né dare risultati concreti. Infatti il problema è proprio che per “L’idea di civiltà” la gente continua a trovarsi in una realtà di indigenza! La riforma del lavoro non deve partire dalla riforma dello Statuto dei lavoratori, bensì dalle nuove opportunità di lavoro proposte ed individuate. Ma dove sono? Perché continuare a parlare di cambiamento dello Statuto dei lavoratori invece di  creare nuovi posti che cambierebbero essi stessi in automatico e in maniera funzionale, al di là delle posizioni sindacali, le regole dello Statuto? Neanche per l’inglese può essere accettato, infatti alcuni nostri politici e giornalisti, continuano a parlare di jobs act, quando in inglese la parola aggettivata anche se plurale perde la s! Ma diciamo le cose in italiano e non prendiamo le idee da twitter e dall’inglese. Grazie a dio la nostra lingua continua a permanere uno dei più begli idiomi esistenti nel mondo!

UNA PARTITA DI GIRO
Gli 80 euro avrebbero avuto un senso se poi ordinati ad un cambiamento di marcia. Invece che cosa fa questa “idea di civiltà” toglie i soldi da una tasca per trasferirli in un’altra senza alcun valore aggiunto. Così dicasi dei tagli alle pensioni. Infatti qual è il risultato? Che gli 80 euro dati ad alcune categorie comportano il blocco dello stipendio di altre, che però non devono lamentarsi. Non devono esserci “gufi” del malaugurio a contrastare le decisioni del Governo! Così sarà anche per la riforma del terzo settore, con i bond di solidarietà, il 5 per mille stabile,  il servizio civile triennale e all’estero, gli immobili non utilizzati e quelli confiscati alla criminalità ecc., tutte realtà che non hanno alcuna base di investimento, ma si muovono sulle cosiddette “partite di giro”. Il Premier non sa che la revisione della spesa passa per la via degli investimenti divisi tra produttivi ed improduttivi; tra spesa corrente e spesa per investimenti; tra investimenti a breve, medio e lungo termine che abbiano però entrambe ben individuati i canoni di ritorno economico e di impatto sociale in termini di settori di progettualità ben definiti. Non sarà anche per questo che girano voci di “resa” da parte dell’innovativo ministro Cottarelli?  E poi che dire? Del fatto che sia più facile costituire un’impresa in Polinesia che in Italia? Il Premier non sa che l’impresa è un bene d’ordine e va considerata come tale e non già svilita come ha fatto il precedente governo con l’impresa da “un euro”! E per i giovani per giunta! Ma questi governi invece di tuonare solo sui boiardi dei passati regimi, e a ragione, imparino però a prendere quanto di buono questi avevano fatto come la famosa legge De Vito, conosciuta come “la 44”.

UN MINISTRO GOVERNA NON FA AFFERMAZIONI
Il premier non si è reso conto della grave affermazione fatta a Cernobbio dal suo ministro Federica Guidi che “le aziende non hanno più un portafoglio utili a sei mesi, ma a sei giorni”? Ma il ministro che ci sta a fare? L’idea prevale sempre sulla realtà.  Il premier sa che cosa significa “esportazioni”? Sa che significa “turismo” e perché si privilegiano, se ce ne sono, idee “ideologiche”,  dimenticando la realtà dei fatti? Le elucubrazioni mentali non servono a niente. Il Premier non può continuare a pensare di vincere di nuovo le prossime elezioni solo perché non ci sono alternative. Il Premier deve cominciare a pensare che questo suo comportamento che potremmo chiamare di “idealpolitik” porterà prima o poi allo sfascio del Paese. I tagli lineari, la mancata attuazione di nuovi obiettivi di politica-economica, la mancata azione di richiamo verso banche e assicurazioni, la mancata gestione del valore dell’euro, lasciato in balia delle banche, degli speculatori e purtroppo al solo seppur efficientissimo  Mario Draghi, che però per nostra fortuna, privilegia la realtà rispetto all’idea, lasciano prevedere guai sociali in arrivo che il “Premier che ci mette la faccia” dimostra non solo di non capire, anticipare o saper come mitigare perché anche questa “faccia” non è reale, bensì un’idea che si cambia quando si vuole. D’altronde anch’egli è cresciuto in una scuola partitica che dice: la politica si sa che è fatta così!  Ciò che lascia a desiderare è i suoi trascorsi Scout, dove, chi li conosce sa bene che  la realtà è sempre stata la cosa primaria da gestire con la responsabilità nei confronti della Sestiglia, del Reparto, del Clan e del Gruppo!

LA REALTA’
Andiamo ora ad osservare la realtà invece che l’idea: L’accusa di Davigo, a Cernobbio è che “l’emergenza forte è la corruzione” e questo governo, non ha fatto nulla in termini di riforme, se non mettere una stimatissima persona come Raffaele Cantone a Presidente dell’anticorruzione addetto  al controllo dell’Expo’ di Milano, delle attività del Mose ecc., lasciandolo solo però e senza dargli utili strumenti oltre alla tradizionale collaborazione della Guardia di Finanza! La voce forte di quest’ultimo si è levata a Cernobbio non solo per rilevare che “dagli anni 90 per la lotta alla corruzione non si è fatto nulla” ma anche per sottolineare che : “Gli imprenditori corrotti sono come quelli collusi con la mafia, Confindustria li cacci”.  La stessa cosa dicasi per la situazione della magistratura, della volontà di abolire l’azione penale obbligatoria, del voler ricondurre l’azione del magistrato sotto il controllo politico…per evitarne la corruzione! Altra realtà che deve essere affrontata, anche se messa in evidenza in maniera rude da Marchionne è il fatto che la Ferrari non vince da sei anni e allora? Il management sembra ricalcare quello che avviene per Alitalia, per le Ferrovie dello stato e guarda caso anche per la Società che gestisce Italo il cui fondatore è proprio il buon Montezemolo! L’altra realtà è la forza brutale dell’ISIS  e di Mosca che trovano il Premier come importante interlocutore in qualità di presidente protempore della Comunità Europea…..l’idea della pace in questo caso è soverchiata dalla nostra attività di chi ci reputa quarto o quinto o ottavo produttore di armi nel mondo: gli articoli “Made in Italy” più venduti:  carri armati, aerei, elicotteri, navi, artiglieria, bombe, missili, siluri, fucili, munizioni e armi chimiche antisommossa (venduti ai corpi di Polizia di Spagna, Romania, Brasile, Bangladesh, fra gli altri).  L’azienda più forte: Finmeccanica (9º posto nella produzione mondiale di armi) e le sue filiali: Agusta Westland, Alenia Aeronautica, Selex, Mbda. [Vedi la Relazione della Camera dei Deputati per l'elenco completo delle aziende coinvolte] e quindi…..un’altra realtà che il Premier non vede, ma che diviene sempre più pesante è rappresentata dalla xenofobia: a Pratola Peligna sono   state formate, nell’Istituto comprensivo “Gabriele Tedeschi”, due classi  esclusive per soli italiani..e gli altri? Emarginati in sezione B! Un’altra realtà è l’aumento degli imprenditori stranieri nel manifatturiero italiano dal 2009 sono  + 15% cinesi (17.847) e + 3,8% (42.806) altri stranieri….La domanda sorge spontanea ma……. gli italiani? Un ultima realtà che viene messa in rilievo dal Corriere della sera è la prassi delle frodi e dei raggiri messi in atto nel nostro Paese con falsi incidenti, falsi contratti che creano truffe alle assicurazioni e agli assicurati, agli anziani raggirati dalle società di erogazione di energia con i cambi di utenza, dalle banche con prodotti tossici, falsi contratti d’affitto per prendere la caparra e sparire. Per non parlare dell’aumento del gioco d’azzardo  nei bar ed on line, sempre più incentivati visto che con i proventi si aiuta l’arte e nel contempo si permette al PIL di crescere!!

LE SOLUZIONI
Ma qual è la scala delle realtà da affrontare? A mio avviso la netta corrispondenza tra valore dell’Euro e prezzi relativi; in secondo luogo la soluzione del problema del debito pubblico; in terzo luogo la ripresa di investimenti produttivi sul territorio ed il ritorno alla distribuzione delle terre supportato da programmi di formazione mirati; la ripresa degli investimenti produttivi sul territorio; l’avvio di nuove campagne di credito per l’attività imprenditoriale, della rivitalizzazione dei trasporti come servizio pubblico essenziale; l’avvio di programmi di edilizia popolare (seria e non come quella dei palazzinari degli anni 80 dei complessi di Corviale e di laurentino 38 o di Tor Bella Monaca) a riscatto; con privilegio della formazione artigianale e del recupero dell’ambiente  anche per mezzo di un turismo ricettivo pianificato tramite incentivi a chi all’estero è interessato alla nostra cultura, alla nostra gastronomia, alle nostre bellezze naturali e perché no anche alla nostra storia ed alle nostre tradizioni. Questa è la realtà superiore all’idea. Non sono chiacchiere ed il Premier è bene che ci pensi prima che la situazione precipiti facendogli “perdere la faccia” se anche questa non era una “idea di facciata”.  

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