“ 2) L’etica
politica è l’etica di colui che esercita attività politica, ma l’attività
politica nella concezione di chi svolge il proprio argomento partendo dalla
considerazione dell’etica professionale non è il potere in quanto tale, ma il
potere per il raggiungimento di un fine che è il bene comune, l’interesse
collettivo o generale. Non è il governo ma il buon governo. Uno dei criteri
tradizionali e continuamente rinnovati per distinguere il buon governo dal
malgoverno è per l’appunto la valutazione del conseguimento o meno di questo
fine specifico: buon governo è quello di chi persegue il bene comune, il
malgoverno è quello di chi persegue il bene proprio.” Jean Bodin – De la
republique citato da Norberto Bobbio in “Elogio della mitezza” pag. 83
Ancora
una volta ho cercato riflettere a lungo prima di accingermi ad esprimere il mio
pensiero in questo post. Anche se per i lettori, questo potrebbe apparire
negativo, in realtà lo reputerei piuttosto
positivo perché mi ha permesso di formulare più serenamente il mio pensiero e con
maggior cognizione di causa. Spiego perché. Le vicende di questi giorni, riportate
dai mass-media come ormai da venti anni circa a questa parte, hanno interessato
tutte una persona, una medesima situazione, i medesimi protagonisti. La
televisione non faceva altro che parlare di tradimenti, di lealtà, di
leadership incontestata, di padre padrone, di punto di riferimento
insostituibile……e di non ricordo più che cosa. A primo impulso dopo aver
assistito mio malgrado ai diversi talk show, tra cui, tanto per citarne alcuni
in ordine di tempo Piazza Pulita di
Formigli nel talk di La7 con ospiti il ministro Franceschini, i giornalisti Padellaro e
Cerno, l'economista De Nicola e il critico d'arte Sgarbi e il giorno dopo Ballarò,
con ospiti, di Floris tra gli altri, l’ex ministro e governatore della
regione Puglia Raffaele Fitto, Debora Serracchiani Presidente della regione
autonoma Friuli-Venezia Giulia, e i giornalisti Belpietro e Giannini,
avevo avuto la voglia di scrivere il mio post, di getto con tutta l’animosità
repressa per la situazione che continua a perpetuarsi come un copione che si
ripete o un disco che si incanta. Non se ne può più. Ma che cosa dobbiamo fare
per uscire da questo tunnel? A quale parte recondita del cervello dobbiamo
puntare, visto che alla gente …di spirito ormai…sembra essere rimasto…. solo
quello di patate? Allora mi sono detto che forse era meglio attendere e
mantenere la calma per non restare vittima di un attacco di bile che ti sale
alla gola, come l’acqua alta a Venezia perché mentre i giornalisti e i politici
si parlano addosso, si insultano riprovevolmente, ti scorrono davanti agli occhi
le immagini dei morti di Lampedusa, dei carcerati, degli imprenditori suicidi,
dei lavoratori disperati, dei cervelli in fuga e di tutte quelle persone che
dentro gli occhi vedono il nero del futuro che si dilata nella loro pupilla in
maniera paurosa alla ricerca della luce. Ma la luce non c’è. C’è invece la
rabbia. Continua a salire il rigurgito. Ti risenti negli orecchi la canzone di
quel grande Rino Gaetano che già allora,
poco prima di morire, cantava “Nun te reggae più” .
ETICA
E POLITICA
Quasi
tutti si domandano perché siamo arrivati a questo punto? Tutti o quasi, cercano
di trovare una spiegazione, di individuare un colpevole…..la realtà però ci
accusa: colpevoli siamo tutti, nessuno escluso. Anche se qualcuno lo è di più.
Purtroppo anche io che sto scrivendo in questo momento mi sento addosso il peso
di questa colpa: Non abbiamo fatto abbastanza. Dove eravamo quando approvavano
il reato di calndestinità? Non ci siamo resi conto del tempo che passava e che
veniva gestito alle nostre spalle, sulle nostre teste, da una masnada di parvenu,
che non avevano altro pensiero che la “poltrona”. Io ero e sono ancora troppo sincero
per rendermene conto. Ho sempre pensato che gli altri si comportano come me,
che hanno le stesse sensazioni, le stesse motivazioni, la stessa voglia di
crescere e soprattutto quando diventano attori politici, ministri o
parlamentari, fare, “cose grandi”. Purtroppo le “gran cose” come diceva
Machiavelli nel Principe, non sono obiettivo di questa specie di politici.
Tranne forse che in qualche rara eccezione dobbiamo rassegnarci e constatare
che i rapporti tra etica e politica sono storicamente contrastanti lo abbiamo
appreso già dall’Antigone di Sofocle. C’è ormai una diffusa convinzione, una
inevitabile rassegnazione che coincide con un generalizzato senso comune che
accetta che il politico possa comportarsi in modo diverso dalla morale
ordinariamente concepita, con il risultato che in politica possa essere anche
apprezzato come buono o quantomeno lecito, un atto reputato normalmente
illecito o criminale per il senso comune.
Con l’avvento dell’era Berlusconi, i Fiorito, ed i De Gregorio di turno, si è instaurato un
impianto comportamentale totalmente rovesciato della visione, per cui si crede
che la politica obbedisca ad un codice di regole a se stanti, o che abbia un sistema normativo
giustamente anzi necessariamente difforme della condotta morale anche se in
parte incompatibile con il sistema normativo. Altrimenti non si capirebbe come
mai i personaggi sopra citati possano essere giustificati dai loro sostenitori.
E’ chiaro che il politico come si sa è costretto a “sporcarsi le mani” lo
diceva anche Jean Paul Sartre nel suo Les mains sales, mani sporche di fango o
anche di sangue!!! Allora come si giustifica la questione morale? Come si
coniuga l’etica con la politica? Essa si pone in tutti i campi dell’agire
umano, ma guarda caso quando viene richiamata nella sfera dell’agire politico
allora la questione morale assume un carattere autonomo, assume una maniera di
essere valutata in modo altro, per cui il giudizio non si riferisce più al dato di fatto
oggettivo lasciando spazio invece al criterio soggettivo di giudizio così accade
che nonostante la chiarezza dell’agire illecito, ciò viene comunque e in
qualche modo da più di qualcuno ritenuto lecito. E’ strano questo comportamento
se pensiamo che in tutti gli altri campi la questione morale viene sempre da
tutti richiamata per operare una verifica tra la condotta lecita ed illecita,
basti pensare alla realtà economica, alla finanza, alla condotta nei rapporti
sessuali, nelle gare sportive: la discussione attiene sempre ad un problema
molto sentito e cioè quali siano le regole o i principi che questi esseri
umani, in quanto tali, devono seguire nell’esercizio delle loro attività. In questi casi comunque la cosa certa è che
esiste una questione morale da discutere, e che è plausibile porsi il problema
della condotta morale perché esiste un problema di moralità oggettivo nei
confronti di questi comportamenti. Nella politica no. L’etica diviene per più
di qualcuno qualcosa di distinto dalla politica, quest’ultima per agire
necessita delle mani libere, con il diritto di sporcarsi senza incorrere in
giudizi negativi perché sempre con Machiavelli abbiamo imparato a dire che il
fine giustifica i mezzi.
LA
POLITICA DEVE SOTTOSTARE AD UN GIUDIZIO MORALE?
La
domanda che sembra importante porci per concludere questa difficile riflessione
è allora, se la politica debba essere o no scorporata dall’etica comunemente
intesa? Domandiamoci ancora, la politica
che secondo Aristotele è l’eccellenza dell’etica in quanto rivolta unicamente
al bene comune, deve essere invece intesa come uno strumento ad uso e consumo
di chi ha il potere? Ad uso,
voluttuario di chi? Ma certo...di chi, come più volte ha ripetuto Berlusconi
nel ventennio che sta passando, “è stato eletto dal popolo”. Pertanto questo
status gli permetterebbe di essere al di sopra delle leggi e quindi non solo di
potersi confezionare leggi “ad personam”, a beneficio specifico proprio o di
taluni gruppi di pressione, ma essendo “più uguale degli altri”, poter anche contestare,
con protervia, sentenze che rappresentano il momento esistenziale più concreto
di un altro potere su cui si fonda la democrazia. Quindi il politico pur se
condannato definitivamente, appare tuttavia legittimato ad invocare la sua “elezione” per scampare alla
pena. Quindi al politico è lecito tutto. Il politico può invocare uno stato di
necessità per spendere soldi pubblici a suo piacimento come potrebbe essere
l’acquisto di un fuoristrada per affrontare neve ed intemperie, invece di
mettere le catene alle ruote della propria autovettura; anzi, abbiamo appreso
dai giornali che il politico è anche giustificato nell’uso dei soldi pubblici a
sua disposizione per “tentare la fortuna” nel gioco d’azzardo, nelle
slot-machine o per acquistare regali o
viaggi per propri amici……Allora che ne dite? Come esprimere un giudizio, come
giungere ad una soluzione?
A voi ora... attendo risposte…la mia la scriverò nel prossimo post!
nel corso della filosofia il tema dell'etica/morale è stato molto discusso. molti filosofi hanno tentato di descrivere sistemi etico/morali per la società, nell'antica grecia, soprattutto nel periodo ellenistico esistevano diverse scuole filosofiche che proponevano vari sistemi etici da seguire. l'epicureismo, lo stoicismo e lo scetticismo sono alcuni esempi. dopo questi, un sistema etico molto diffuso e ampiamente usato, fino ai giorni nostri, è stato tramandato dal cristianesimo che ha determinato le regole etiche da seguire durante tutto il corso della storia antica dall'impero romano a oggi. questo sistema etico è stato migliorato e modificato dai vari concili del vaticano e i contributi di innumerevoli filosofi come spinoza, machiavelli, hobbes ecc....
RispondiEliminaal contrario di oggi, anticamente si riteneva che l'etica fosse indispensabile per governare e che dovesse essere parte integrante della società. nella grecia antica era posto in primo piano il valore della virtù e della libertà, valori poi abbandonati con il cristianesimo a favore di valori quali fratellanza, carità, compassione.
praticamente, più ci si avvicina all'era contemporanea + i valori etici diventano effimeri e generali, relativi, quasi personalizzati, fino a scomparire ai giorni nostri, in cui non ci sono + veri valori.
è importante riflettere sulla perdita di significato di valori importantissimi quali virtù, libero arbitrio, giustizia e così via.. l'etica dovrebbe essere parte fondamentale della società e della politica, cosa che ora non accade.