Un
abbattimento del nostro debito sovrano pertanto è perentorio perché ci farebbe
recuperare la spesa per interessi e sostenere l’economia, ma come si fa se
siamo bloccati dall’Euro, dallo spread, e soprattutto dal binomio recessione
disoccupazione? Il sistema come dicevo è complesso, ma senza approfondirne
gli elementi, perché non è questa la sede, possiamo dire al futuro
premier che facendo indebitare un ente ad hoc, con controgaranzia reale, senza
sborsare un euro, senza vendere demanio e soprattutto senza aumentare le tasse
si può azzerare totalmente il debito, in un’unica soluzione: l’intero debito di
2 mila miliardi evitando di pagare 100 miliardi circa di interessi annui e
liberando di conseguenza risorse per almeno un terzo del servizio del debito che
nei primi cinque anni sono pari a 170 mila miliardi da dedicare al sostegno del
tessuto imprenditoriale e dell’occupazione. Il valore aggiunto inoltre sarebbe
dato da pagamenti sostenibili diluiti nel tempo e dalla corrispondente
creazione di un ulteriore mercato che usufruirebbe di circa 34 miliardi di euro
di volume annuo da immettere nel circuito economico. Credo che gli
elementi descritti possano essere la base per discutere la fattibilità di un
progetto che potrà essere chiamato veramente “decreto sviluppaitalia” : l’idea
c’è ed è chiara, il progetto c’è ed è certamente fattibile, vediamo se
c’è il Premier………..
Romeo Ciminello
post del 10 febbraio 2013
Non
sono uso citarmi, ma poiché quella che ho riportato è una proposta che avevo
fatto al potenziale premier poco prima della tornata elettorale. Ora che il
Premier esiste ed è politico, competente ed effettivo, ritengo sia importante
riformularla direttamente. Poi, a maggior ragione, dato che questo Premier si
chiama Enrico Letta. Sono infatti ancora più contento e fiducioso perché ho
avuto modo di conoscere la sua posizione etica direttamente quando per il primo
convegno del Comitato di Promozione
Etica, di cui sono Presidente, programmato per il 13 novembre 2003 fu l’unico deputato, tra i diversi interpellati,
che si rese disponibile ad affrontare il tema che avevamo affidato al relatore
politico: “Come si conciliano etica ed impegno politico”. Ciò che allora mi
lasciò perplesso, fu la grande attenzione che i politici interessati davano al
tema, ma guarda caso, declinando qualsiasi possibilità di partecipazione
adducendo le scuse più disparate. L’Onorevole Enrico Letta invece, pur sottolineando i diversi impegni, mi confermò,
telefonicamente che avrebbe partecipato e che avrebbe tenuto una relazione su
quel tema, che tra l’altro gli stava molto a cuore.
Devo
confessare che, nonostante l’assicurazione ricevuta, ero rimasto con un
ragionevole dubbio sulla sua partecipazione, perché non avevo ricevuto alcuna
risposta ufficiale. E a volte si sa…la memoria potrebbe anche non far ricordare….
Invece quando lo vidi arrivare nell’aula della Pontificia Università
Gregoriana, dove si teneva il Convegno, rimasi entusiasta: era il primo
convegno ufficiale del Comitato ed avere un uomo politico di tale levatura, a
cui andava tutta la mia stima, mi rendeva oltremodo soddisfatto. Ma tale
soddisfazione salì veramente alle stelle quando lo udii parlare del tema
affidatogli. Era esattamente in linea con gli obiettivi del Comitato. Si
riferiva con chiarezza ai principi della Dottrina sociale della Chiesa e
soprattutto aveva un concetto chiaro dell’etica nella politica, come servizio
rivolto al bene comune a cui l’uomo politico non può sottrarsi. La lealtà della
propria azione rivolta alla salvaguardia dell’equilibrio sociale era qualcosa,
secondo Enrico Letta, che l’uomo politico doveva avere chiaro nella sua visione
in quanto l’etica anche per lui si concretizzava
nella convinzione che ciò che guida la nostra idea è che l'uomo pur se a
volte incapace di decidere in maniera autonoma, se riceve un
messaggio di verità in cui crede, sa farlo proprio perseguendolo
fin'anche al sacrificio della vita. Pertanto dal suo discorso traspariva
una proposta molto interessante guidata da una riflessione su una parola di
speranza per l'uomo, contro le realtà negative di questo tempo. Mi ricordo che
non aveva alcun dattiloscritto, ma solo alcuni foglietti scritti di suo pugno
giusto per non perdere il filo del discorso e devo dire che per tutti gli
intervenuti quello fu un momento di riflessione su quanto di positivo poteva
essere proposto con parole chiare ed indirizzate in maniera lucida e pacata
verso la platea che ascoltava con attenzione attratta dal filo conduttore di
una metodologia, prettamente umana e tipica del Magistero e che gli sembrava propria:
osservare, giudicare ed agire. Un discorso estremamente attuale anche per oggi.
Ora credo che questo mio ricordo giunga a proposito per richiamare alla mente
del nostro premier che l’etica nella politica rappresenta la speranza fattiva
che permette a colui che investito della responsabilità di operare per il bene
comune, (in questo caso proprio il Premier) di prendere le giuste decisioni per
ridare fiducia ad un progetto sociale che sembra sfilacciarsi di giorno in
giorno sempre di più. Ma come ritessere questo progetto sociale? Oggi che tutti
sono critici verso la classe politica. Oggi che tutti ammiccano al “ritiro in
Abazia” o alla frase “per fare spogliatoio”, io credo che si debba, come
Governo, dare una risposta importante almeno su due elementi fondamentali: il
lavoro ed il posto politico dell’Italia in Europa. Ciò lo si può fare a mio
avviso soltanto con due provvedimenti che pur se impegnativi saranno il “salto
di paradigma etico” dell’azione politica e cioè la prima cosa è la soluzione
del debito pubblico che ci rende schiavi soggetti ad una immobilità recessiva
in termini di politica economica e la seconda è la riforma della legge
elettorale che dia certezza di schieramento in base al volere degli elettori e
non a proiezioni tecniche mirate al mantenimento delle poltrone e del potere.
Una compagine politica in grado di avere credibilità politica in Europa. Ecco
come Enrico Letta può conciliare l’etica con la politica. Da parte mia mentre
per la seconda soluzione non ho elementi di approfondimento da suggerire, ma lo
ritengo un campo già ampiamente battuto, per la prima invece, come aveva già
detto nel mio blog precedente: resto a disposizione del Premier per discutere
come uscire dalla spirale perversa e recessiva del debito per creare
innanzitutto fiducia e rilancio delle attività lavorative attraverso l’uso di
strumenti tecnico-finanziari che da un lato permettano di liberarsi del pesante
giogo dell’ingente servizio del debito e dall’altra di liberare risorse da
mettere a disposizione per il rilancio delle attività produttive. Ciò che di
convincente posso dire in questa sede è innanzitutto che
1)
a livello di
normativa europea c’è l’articolo 21.3
del PROTOCOLLO SULLO STATUTO DEL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI E DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA che ci darebbe
lo spazio necessario.
2)
A livello di unità immobiliari censite al catasto in diverse
categorie l’ammontare totale di quelle censite nelle categorie A, B, C, D ed E
è pari a 60.217.470. Quindi volendo
attribuire un valore medio di circa 182
mila euro per unità immobiliare si avrebbe un patrimonio totale pari a €
10.959.579.540.000,00 (quasi 11 mila miliardi di euro) vale a dire che il
debito è circa un quinto del totale del patrimonio immobiliare.
3) A livello di tassi di interessi a fronte di un tasso
medio del 5% gravante sul nostro debito si verrebbe a pagare l’1% e si realizzerebbe così un risparmio del 4%
annuo.
4)
Tale
risparmio permetterebbe una destinazione dei fondi risparmiati dal servizio del
debito circa 34 miliardi di euro
all’anno verso la creazione di strumenti di sostegno agli investimenti delle
imprese per complessivi 170 miliardi di euro nei primi cinque anni.
5) A livello di rapporto debito/pil non ci sarebbero più
vincoli, ed il saldo primario sarebbe
positivo
PROSPETTO 3. AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA
Anni 2008-2012, milioni di
euro a prezzi correnti e valori percentuali Aggregati
|
2008
|
2009
|
2010
|
2011 (a)
|
2012 (a)
|
Accreditamento (+)/Indebitamento
(-) netto
|
-42.700
|
-82.752
|
-69.173
|
-59.800
|
-47.446
|
Indebitamento netto/Pil (%)
|
-2,7
|
-5,4
|
-4,5
|
-3,8
|
-3,0
|
Saldo primario
|
38.612
|
-11.889
|
1.980
|
18.551
|
39.271
|
Saldo primario/Pil (%)
|
2,5
|
-0,8
|
0,1
|
1,2
|
2,5
|
Prelievo fiscale
|
671.783
|
654.060
|
660.951
|
672.166
|
689.526
|
Pressione fiscale/Pil (%)
|
42,6
|
43,0
|
42,6
|
42,6
|
44,0
|
Debito
|
1.671.001
|
1.769.255
|
1.851.252
|
1.907.392
|
1.988.658
|
Debito/Pil (%)
|
106,1
|
116,4
|
119,3
|
120,8
|
127,0
|
Fonti: ISTAT Report 1/3/2013 - per il Debito Pubblico
Banca d'Italia a) dati provvisori
Sperando
di aver fornito un’utile idea su cui confrontarsi, resto a disposizione del
Premier per poterne discutere i particolari.
Ritengo infatti che il momento politico che stiamo attraversando, in cui
sembra manifestamente mancare l’interesse per il bene comune a favore di un più
egoistico tornaconto partitico, credo che questo potrebbe essere l’argomento su
cui fondare una stabilità di governo vera e soprattutto un riscatto effettivo
della politica italiana e con questa il rilancio della sua immagine europea che
purtroppo vede ancora la nostra Italia annoverata tra quei paesi denominati con
scherno PIIGS e….l’etica della politica questo Onorevole Enrico Letta non può
più permetterlo.
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