“…..E mentre il mondo avverte così lucidamente la
sua unità e la mutua interdipendenza
dei singoli in una necessaria solidarietà,
violentemente viene spinto in direzioni opposte
da forze che si combattono;
infatti, permangono ancora gravi contrasti
politici, sociali, economici,
razziali e
ideologici, né è venuto meno
il pericolo di una guerra capace
di
annientare ogni cosa.
Aumenta lo scambio delle idee;
ma le stesse parole con cui si ideologie significati assai diversi.
Infine, con ogni sforzo si vuol
costruire un'organizzazione temporale più perfetta, senza che cammini di pari
passo il progresso spirituale.
Immersi in così contrastanti
condizioni, moltissimi nostri contemporanei non sono in grado di identificare
realmente i valori perenni e di armonizzarli dovutamente con le scoperte
recenti.
Per questo sentono il peso della
inquietudine, tormentati tra la
mondo.
Questo sfida l'uomo, anzi lo costringe a
darsi una risposta.
Concilio Vaticano II - Gaudium et Spes n.4
Mi scuso con i lettori dei miei post per non essere stato presente
ultimamente, ma impegni universitari mi hanno portato nel continente del
futuro: l’Africa o meglio nel cuore di questo continente: in Congo RdC.
Certo da qui non è facile seguire le vicissitudini della nostra realtà
politico-sociale ed economica, però qualche cosa ogni tanto arriva. Anche se in
questo Paese, la corrente elettrica è un bene che si fa molto desiderare, nei
momenti che c’è si può accedere ad internet e verificare lo stato delle cose.
Fortunatamente nella giornata di oggi si è verificato il miracolo della
disponibilità energetica e così ho fatto un giro sulle notizie ANSA per capire
a che punto si è in Italia con l’elezione del Capo dello Stato, dato che per quanto
riguarda il possibile futuro governo non perdo più neanche il tempo a pensarci.
Devo dire che il mio stato d’animo è sempre più inquieto e la mia fiducia nelle
capacità politiche delle forze elette, sempre più flebile. Purtroppo anche in
questa tornata continuiamo a farci illusioni sulle qualità dei nostri esponenti
politici, che si facciano chiamare o no deputati, senatori o onorevoli, fatto
sta che vecchi o nuovi stanno assumendo tutti la vera veste di ciò che sono
vale a dire dei “parvenu” della politica. Senza voler offendere nessuno e senza
andare sul “ritrito” ritorno
“berlusconesco” ma a cominciare da Bersani e Renzi, proseguendo per i
“Montiani” passando attraverso gli esponenti “Grillini” ci si accorge che la
levatura politica degli stessi assume sempre più carattere di “very low
profile”. Ci si accorge che si è di fronte a dei “parvenu” della politica vera
a prescindere che siano stati anni in parlamento o che non vi siano mai stati.
Il problema infatti si evidenzia nell’approccio: manca il senso politico.
L’unico elemento che appare accomunare tutti è l’elemento partitico, vale a
dire il “poltronismo” e gli interessi di parte. Infatti anche gli esponenti del
M5S dicono di volersi differenziare dagli altri e poi si “stringono a coorte”
nella maniera partiticamente più manifesta e deleteria per il Paese.
Quindi alla mancanza di dignità di un Bersani che non è stato capace di
richiamare all’ordine una persona che si manifestava “incapace politica” come
la “capogruppo grillino” alla Camera, che invece di onorare un incontro di alta
e profonda responsabilità per il Paese e che comunque avrebbe potuto anche
rifiutare, offendeva gli italiani che aspettavano una risposta politica,
dicendo che credeva di essere a Ballarò, pretendendo la trasparenza di una
telecamera in streaming come non si è mai visto alle riunioni del suo
Movimento. Se queste sono le persone che
abbiamo in parlamento oppure anche fuori
dal parlamento come il Sindaco di Firenze che nasconde ormai in maniera
manifesta la sua vocazione “berlusconesca” di primadonna che vuole ammaliare
gli italiani andando a rovistare anche nel fango pur di ottenere il posto
ambito, ci accorgiamo che la nostra realtà non è politica, e forse neanche
partitica, riterrei più coerente dire che è una “accozzaglia di parvenu”. Mi
dispiace usare toni così perentori, ma quando chi dovrebbe vedere nella
politica l’eccellenza del momento etico, secondo Aristotele (dal 347 a.c.),
vede soltanto il proliferare di interessi di “sottoscala condominiale” allora
cadono le braccia anche al più fiducioso e pieno di speranza nell’uomo, come lo
sono io.
Questa lunga premessa mi occorre per introdurre l’importanza della
figura del Presidente della Repubblica che si dovrebbe scegliere. Purtroppo
anche questa volta (purtroppo non essendoci lo Spirito Santo nel parlamento ad
illuminare le menti) si percorrono strade legate ad interessi di parte
dimenticando che il Presidente non solo è il presidente di tutti gli italiani e
quindi con una grande responsabilità di rappresentanza; ma non solo questo. La
sua grande responsabilità deriva da una perfetta costruzione costituzionale
ideata dai padri fondatori della nostra Repubblica. Infatti nella loro mente
c’era una visione etica della politica, che noi oggi abbiamo completamente
travisato. Infatti se la politica è l’eccellenza dell’etica, il bene comune
rappresentato dalla figura del presidente della Repubblica italiana è il
massimo che si possa avere. Queste mie parole possono sembrare forse strane a
chi non ha letto attentamente ed assimilato con profondo senso umano
l’intelaiatura della nostra legge fondamentale. Infatti basta prendere gli
articoli 87, 92 e 104 per capirlo senza pericolo di equivoci. Il Presidente
della Repubblica quindi pur essendo una figura eminentemente rappresentativa
e che “.. non è
responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che
per alto tradimento o per attentato alla
Costituzione.” È in realtà a termini dell’art. 87 il Capo dello Stato, è il
capo delle forze armate in quanto: “Ha il
comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito
secondo la legge, dichiara lo stato di
guerra deliberato dalle Camere”. E’ capo dell’organo legislativo in quanto non
solo ha il potere di sciogliere le camere ma ha il dovere di promulgare le
leggi (le leggi pur decise dal Parlamento ma non promulgate dal Presidente, non
hanno valore cogente), è capo dell’organo Esecutivo in quanto a norma dell’art.
92 “..Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri
e, su proposta di questo, i Ministri.” Ed infine a norma dell’art. 104 è il capo della
Magistratura in quanto “Presiede il Consiglio superiore della
magistratura”.
A questo punto credo che non ci sia più
nulla da aggiungere se non che pur essendo questa figura profondamente intrisa
di democrazia rappresentativa a forte contenuto etico in quanto rappresenta il
bene di tutti e di ciascuno che riunito in una sola persona in termini di unità
dei poteri, ingloba in realtà nell’esercizio puramente simbolico degli stessi una capacità di indirizzo
attuativo e diviene in certi momenti fortemente essenziale: sciogliere le
camere; promulgare le leggi; dichiarare la guerra; nominare il capo del
governo; presiedere la magistratura oltre che nominare un terzo dei giudici
costituzionali.
La responsabilità politica e quindi
etica dell’uomo chiamato a ricoprire un si prestigioso e gravoso incarico deve
essere pienamente avvertita da un candidato che manifesti inequivocabili
caratteri di competenza, trasparenza, di conoscenza dei limiti etici del
proprio incarico, nonché capacità di mantenere l’equilibrio politico anche
quando tutto sembra crollare, come l’attuale Presidente sta dimostrando. Quindi
l’uomo da scegliere che a mio avviso vedrei possedere la dimensione giusta per fare il Presidente della Repubblica è
Valerio Onida……ma gli elettori, parlamentari e non, piccoli o grandi esperti o
no….saranno all’altezza di capirlo, scegliendo per l’Italia e non per i loro
interessi?
Staremo a vedere.
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