XIV «Ora ci rimarrebbe la descrizione del regime e dell’individuo migliori: della tirannide e del tiranno.» «E’ vero» rispose. «Ebbene, amico mio: qual è la caratteristica della tirannide? Mi sembra quasi evidente che essa nasce dalla degenerazione della democrazia.» «Si è evidente.» «Dunque come dall’oligarchia nasce la democrazia, così dalla democrazia nasce la tirannide.» «In che modo?» «Il fine che ci si era proposto e per cui era nata l’oligarchia» chiesi «non era la ricchezza eccessiva?» «Si» «Ma l’insaziabile desiderio di ricchezza e l’incuranza di ogni altro valorea causa dell’affarismo l’hanno condotta alla rovina.» «E’ vero» disse. «E anche la rovine della democrazia non è provocata dal desiderio insaziabile di ciò che l’ha fatta sorgere?» «Ma qual è dunque questo fine?» «La libertà» risposi. «In uno stato democratico puoi sentir dire che essa è il bene supremo e che perciò chiunque abbia un carattere libero dovrebbe vivere solo in questo.» «Si, così si dice spesso» rispose. «Dunque, come ti dicevo, non sono questo desiderio insaziabile e l’incuranza di ogni altro valore a trasformare questo regime e a prepararlo ad aver bisogno della tirannide?» «In che senso?» domandò. «A mo parere, uno stato democratico assetato di libertà, quando trova cattivi coppieri e si spinge troppo oltre e si inebria di libertà pura, punisce i suoi governanti, a meno che questi non siano davvero miti e non concedano grande libertà, accusandoli di essere scellerati oligarchi.» «Si, agiscono così» disse. «E, io credo, oltraggia i cittadini ossequienti ai governanti considerandoli schiavi volontari e persone da nulla, mentre loda e apprezza in privato e in pubblico i governanti che sono simili ai sudditi e i sudditi che sono simili ai governanti. Ma in un tale Stato non è inevitabile che l’inclinazione alla libertà si estenda ad ogni cosa?» «Come no!» «E penetri, caro amico, anche nelle case private e infine sorga l’anarchia persino fra gli animali?» «Ma che cosa dobbiamo intendere con ciò?» chiese. «Per esempio» risposi «che un padre di abitui a diventar come suo figlio e a temere i suoi figli, e il figlio diventi come suo padre e per essere libero non abbia né rispetto né timore per i genitori; e il meteco si metta sullo stesso piano del cittadino e il cittadino del meteco, e così anche lo straniero.» «In effetti accade proprio questo» disse. «Ma ci sono anche altri piccoli inconvenienti: in simili condizioni l’insegnante ha paura degli allievi e li adula, gli allievi disprezzano gli insegnanti e i precettori; e insomma i giovani si comportano come gli anziani e li contestano a parole e a fatti, mentre i vecchi, per risultare graditi ai giovani, si abbandonano a smancerie, imitando i giovani per non sembrare molesti e tirannici.» «E’ proprio così» ammise. «Ma in un simile stato, caro amico, il limite estremo della libertà eccessiva viene raggiunto quando gli uomini e le donne comprati non sono meno liberi dei loro compratori. E quasi mi dimenticavo quanta parità e libertà esistano nei rapporti fra uomini e donne!» «Dunque» intervenne « secondo Eschilo “diremo ciò che ci è venuto alla bocca”?» «Proprio così:» risposi «sto appunto dicendolo. E quasi non si crederebbe, se non per averlo constatato, quanto perfino gli animali là siano più liberi che in ogni altro Stato: secondo il proverbio, infatti, le cagne assomigliano alle padrone, i cavalli e gli asini sono avvezzi a procedere liberi e fieri, urtando per le strade chiunque non si scosti al loro passaggio. E tutto si riempie di libertà allo stesso modo.» Platone “
In
questo momento di grande incertezza credo che sia difficile per molti di noi
capire non solo quale potrebbe essere la soluzione da adottare per ritornare ad
un equilibrio di vita pre-crisi, ma anche afferrare il perché ed il come siamo
arrivati a questa situazione di
immobilità manifesta nelle tre componenti più importanti della vita del
Paese rappresentate dalla progettualità sociale in primis, la progettualità
politica in secondo luogo e la progettualità economica da ultimo. Questa
difficoltà deriva senz’altro dalla mancanza di conoscenza puntuale da parte dei
cittadini, delle variabili economiche o della complessità dei meccanismi impiegati
nelle soluzioni di politica economica, però ritengo che si capti molto più nella difficile chiave di
interpretazione della cruda realtà che si sta abbattendo come uno Tzu-nami su Cipro e che molti si aspettano arrivare poi sull’Italia.
Ma a tutto ciò va doverosamente aggiunto
il problema delle tre forze politiche (PD, Pdl e M5S + Lista Monti) che impossibilitate
a trovare un punto di intesa pragmatico per mettere ordine almeno nella legge elettorale, continuano a
rimpallarsi accuse e colpe che non portano a niente se non ad una maggiore
confusione. Ma oltre a ciò va aggiunto anche il problema che non si sa più chi
deve prendersi la responsabilità di governare, non si riesce a capire come chi
abbia vinto le elezioni come Bersani in realtà le ha perse e chi le ha perse
come Berlusconi in realtà le abbia vinte. Non si riesce a capire perché Beppe
Grillo che ha vinto con il M5S la sua scommessa elettorale, ora che ha la
possibilità di fare qualcosa non lo faccia. La confusione quindi regna sovrana.
Chi vorrebbe governare non riesce a farlo e chi potrebbe governare non vuole
farlo. Perché? Eppure la situazione contingente implica fortemente che l’Italia
non può non avere un governo. Però va anche detto che onestamente è difficile
trovare un accordo quando da un lato c’è l’ideologia costringente di Beppe
Grillo che antepone i propri interessi di egemonia distruttiva a quelli del
Paese e dall’altro c’è un interesse personale di Berlusconi a replicare
pedissequamente quella situazione politica che ha distrutto l’Italia sul piano
dell’immagine e della politica economica, quando in mezzo c’è l’incapacità del
PD a portare avanti una propria filosofia politica. Ecco allora che la
confusione porta a ricercare qualsiasi conclusione, anche quella impossibile
come mettere insieme Pd e PDL oppure Grillini e PDL e via dicendo. Questa confusione
porta a pretese assurde del M5S di fare
un proprio governo e di indicare (secondo voci che ho sentito e di cui non so
quanto siano attendibili) come Premier il collega Prof. Alberto Bagnai,
dell’Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara, sostenitore dell’ideologia antieuro con
sistemi e messaggi dello stesso tipo delle sirene di cui avevo parlato in un
mio precedente post. Da quanto ho sentito sembra che i suoi meriti siano riconducibili
ad un libro dal titolo “Il tramonto dell’Euro” in cui cercherebbe di raccontare
in maniera colloquiale ciò che pensa in merito alla moneta unica riportando una
costruzione basata su suoi post pubblicati nel suo blog, su riferimenti
giornalistici, pur se autorevoli, per sostenere ragionamenti di tipo econometrico
che come molti sanno, lasciano il tempo che trovano per la loro scarsa
affidabilità. La pubblicazione sembra affrontare i problemi dell’euro e
dell’Europa in termini di “pensiero allineato” sbiadendo in maniera singolare i
contenuti scientifici della trattazione. A proposito consiglierei di leggere il
bel libro di Sergio Ricossa Maledetti economisti – Le idiozie di una scienza
inesistente. Edito da Rubettino, mentre io ho comprato il libro del Collega che
leggerò con attenzione per riscontrare la veridicità delle valutazioni
ascoltate e che sarà oggetto di un mio prossimo post. Capirete dunque che se la
situazione è questa, sarà difficile eleggere il nuovo presidente della
Repubblica e sarà difficile avere un governo
credibile, sarà difficile cambiare il “porcellum”…Il risultato?
L’inasprimento della situazione economica. Il risentimento politico e lo
sconcerto sociale che sarà difficile ricomporre. Allora? Si chiederanno nuove
elezioni con una procedura anomala in quanto, mancando il presidente, non ci sarà
la figura facoltizzata a sciogliere le camere. Se verranno indette nuove
elezioni in un clima di recessione sempre più esasperante, non sono certo che
la gente non sarà tentata di cedere ancor più fortemente alla voglia di
esprimere quel voto di protesta già esercitato per il M5S. Se ciò accadrà
appare facile condividere razionalmente “la presa della Bastiglia” da parte del
M5S. Il Parlamento sarà il loro luogo di conquista, il Governo sarà il loro
braccio attrezzato per la distruzione delle istituzioni, le piazze diventeranno
la concretizzazione fisica dell’attuale network virtuale. Le loro scelte che
già da ora presentano intransigenza e difficoltà di attuazione, la distruzione
dei ruoli, dovuta anche alla decisione di non negoziare con nessuna forza politica,
sono destinate a creare problemi più pesanti rispetto a quelli esistenti perché
la recessione sarà sempre più profonda e la confusione sempre più sovrana. Ecco
dunque gli elementi: confusione, intransigenza, tracollo economico, inesistenza
di istituzioni, moralizzazione imposta, insicurezza fiscale, insicurezza
reddituale, incompetenza politica ed altro, che determineranno la svolta verso
una nuova alba del totalitarismo che avanzando pericolosamente verso la
violenza, tornerà come un boomerang anche per chi l’ha provocato. Non voglio
fare la Cassandra, ma se non si farà un Governo il cui premier politicamente
competente e personalmente credibile ponga come elemento principale la
soluzione del debito finalizzato al risparmio di interessi da impiegare come
risorse per la ripresa economica (sono oltre 85 miliardi di euro all’anno), se
non si farà un Governo che sappia riorganizzare le istituzioni inserendole con
lungimiranza politica nel tessuto europeo, la strada verso un “Regime” che dia “sicurezza
e termini chiari di riferimento”, anche se con metodi duri, sarà da molti
invocato. Non ci sarà governo tecnico che tenga!
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