Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (Costituzione Italiana Art.3 ).
Mi corre
l’obbligo innanzitutto di spiegare il titolo che ho dato a questo post: l’Etica
2BEMOD’A. Non si tratta di un virtuosismo, ma di un acronimo che nasce dalle concezioni
di etica personale che mi sento di attribuire
a 2 BE (Bersani e Berlusconi) rivolte a MO (Monti) con le considerazioni
di D’Alema: "Monti che tratta gli altri con un atteggiamento professorale quasi fossero tutti ignorantoni che
devono imparare da lui. Questo atteggiamento professorale tradisce uno spirito
antidemocratico: molte élite si sentono unte dal Signore. Si tengano l'unto e
lascino governare il Paese".. Ho pensato di chiamare così questa idea di etica
della situazione, opportunisticamente integrata, tra gli interessati e rivolta
ad un bene comune tutto loro, perché
rappresenta la realtà più attuale del panorama politico italiano: confusione. Anche
questo termine però va visto in entrambe i
sensi, sia di realtà dai profili non perfettamente delineati, sia come miscuglio
disordinato di posizioni. Ma qual è la chiave di lettura? Secondo la mia
valutazione ciò che stiamo vivendo a livello politico, sia italiano che europeo
è un velato, pur se aspro, conflitto tra poteri diversi che sono costretti a
scegliere, per loro stessi, il male minore. Infatti andando per gradi basta
interpretare in maniera corretta l’operato dei gruppi di pressione sin
dall’insediamento di Monti un anno fa a Capo del Governo.
Questi
gruppi di potere, secondo il mio parere, hanno
semplicemente concordato il passaggio di consegne in modo tale da
mantenere i propri privilegi. Come anche ben descritto in maniera comica da
Beppe Grillo: Monti è stato nominato al
posto di Berlusconi per permettere alle banche ed ai gruppi di potere di
recuperare le ingenti perdite dovute alla loro spregiudicata gestione
finanziaria, salvaguardando in tal modo la stabilità dell’euro e dei posti di
comando (poltrone) attuando una strategia impositiva che, in continuità con il
precedente governo, potesse agire, avendo il crisma del “governo tecnico” e
quindi la discrezionalità assoluta di attuare qualsiasi manovra, pesando
soltanto sulle classi medie e meno abbienti, senza condizione di sottoporsi ad
un giudizio politico. Poiché per tutte le fasce sociali, adeguatamente
impaurite da campagne mediatiche, si era arrivati “sull’orlo del baratro”, il
salvatore della Patria, Mario Monti era legittimato ad attuare qualsiasi piano,
alla stregua di un riesumato Quintino Sella. Ma il Governo non ha agito in
solitudine, ha sempre avuto il quasi generalizzato consenso di tutto il
parlamento. Ovviamente anche del PD di Bersani (non stiamo qui pettinar le
bambole) e di D’Alema ("Monti sta logorando la sua immagine. Preservi se
stesso, sia utile al Paese, non si faccia coinvolgere negli spasmi di una crisi
politica sempre più convulsa e sconcertante per i cittadini".) è tuttavia
un gruppo di pressione anche se di carattere funzionale. Osservando la
segretezza delle decisioni del partito e la mancanza di trasparenza di alcune
attività di suoi esponenti, circa 13 se non erro tra indagati, condannati o
arrestati per corruzione, concussione, truffe e abuso d’ufficio, può essere ad
ogni buon conto reputato come “massoneria strumentale”. Ecco allora perché si concorda sulle
sforbiciate: le pensioni e il diritto al lavoro contrapposte al mantenimento
dei privilegi: nessuna riforma del “porcellum”, nessuna legge incisiva sulla
corruzione, nessuna legge che imponesse in maniera chiara e lineare
l’incandidabilità politica dei condannati. Quindi il risultato non può essere
altro che quello che vediamo sotto i nostri occhi: “plus ça change, plus c’est
la même chose” (più cambia più è sempre la stessa cosa).
Allora per
terminare questo mio pensiero sulla realtà attuale, concluderei con tre
considerazioni. La prima riguarda la novità portata da Bersani con le primarie
per la scelta degli uomini da inserire nella lista e quindi si tratta di una
vera innovazione che evita le lotte delle preferenze ed evita il dispendio di
energie, vitali e monetarie, che caratterizzavano le campagne elettorali
aspramente combattute a suon di preferenze. La novità può essere considerata
etica in quanto manifesta finalità di vero bene comune, attraverso una
decisione di etica applicata: la scelta dei migliori. L’unico problema è che
Bersani non ha detto quanti ne presenterà, né se saranno scelti da lui oppure
potranno presentarsi spontaneamente. Neanche infine quali caratteristiche debbano
avere e che cosa devono fare dopo essere stati scelti nelle primarie. Certo se
ci sarà una rosa più ampia, nella quale scegliere, che garantisca la libertà dei cittadini da una
lista imposta, se il CV di ciascuno sarà messo su internet a disposizione di
tutti, se la competenza espressa sarà indirizzata verso una funzione di governo
preciso, se dopo la scelta delle primarie, i vincitori saranno “obbligati” a
frequentare un corso specifico di “etica politica”, per imparare come assumersi
responsabilità politiche e quindi etiche, allora il cambiamento potrà reputarsi
effettivo, altrimenti continuiamo con l’”Etica delle chiacchiere.” L’unico
problema che appare di difficile superamento è il tempo: le primarie fatte il
29 e 30 dicembre potranno avere poco riscontro per via delle feste e allora,
dato che non avrebbe più importanza la campagna elettorale in relazione al
partito, le primarie potrebbero effettuarsi anche verso la fine di gennaio dopo
una campagna informativa adeguata. Vorrei ricordare a Bersani che una delle
responsabilità primarie di chi vuole agire per il bene comune è la trasparenza
dell’informazione. Se agirà in questa maniera avrà, a mio avviso, un consenso
più vero e generalizzato anche da parte dei simpatizzanti di altri partiti. Riguardo a Mario Monti, se avrà la libertà di
svincolarsi e di autodeterminarsi, per mantenere la propria credibilità,
ritengo che non possa entrare in nessuna lista. Intanto perché la sua nomina a
Senatore a vita non può essere oggetto di dimissioni in quanto non previste
dall’ordinamento; poi perché, se si inserisse in una lista, sarebbe nello
stesso tempo Senatore e Deputato, cosa inammissibile per il nostro ordinamento
parlamentare. Infine, se veramente vuole essere al servizio del Paese, deve
organizzarsi per creare, mentre gli altri fanno campagna elettorale, non con
gli attuali professori indicatigli da qualcuno, ma con tecnici esperti e
adeguatamente valutati nel loro impegno in termini politici, vale a dire per
obiettivi di bene comune, come può essere il Ministro Andrea Riccardi, al
rilancio del Paese.
Credo che
il professor Mario Monti possa fare
ancora qualcosa per il nostro Paese che lo ha accettato, nonostante tutto; debba
qualcosa, non solo alla classe media ma soprattutto a quei cittadini che avendo
di meno hanno pagato di più. E se questa non è la logica di ordine politico,
potrebbe essere una via da percorrere verso un’etica più mirata al bene comune
ed alla salvaguardia della dignità sociale di quelle persone che ancora sono da
considerare esseri umani del nostro Paese come recita l’art. 3 della nostra
Costituzione…..
Nessun commento:
Posta un commento