Coloro che hanno responsabilità
politiche non devono dimenticare o sottovalutare la dimensione morale della
rappresentanza, che consiste nell'impegno di
condividere le sorti del popolo e nel cercare la soluzione dei problemi
sociali. In questa prospettiva, autorità responsabile significa anche autorità
esercitata mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere con spirito di
servizio 842 (pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo
di condivisione); un'autorità esercitata da persone in grado di assumere
autenticamente come finalità del proprio operare il bene comune e non il
prestigio o l'acquisizione di vantaggi personali. (Compendio della DSC n. 410).
Molti italiani con me si stanno chiedendo che cosa accadrà
dopo l’esito così”fuorviante” di queste elezioni. Purtroppo non tutti avevano
chiare le conseguenze di due realtà che hanno sottovalutato nelle proprie
responsabilità di elettori. La prima di queste realtà è lo strumento elettivo,
il cosiddetto “Porcellum” l’altra è l’ingovernabilità.
Se tutti avessero
percepito anche minimamente le conseguenze con cui ci confrontiamo oggi, forse
il voto sarebbe stato diverso. Comunque non avendo la benché minima idea su
cosa si potrà profilare nelle prossime ore in termini di decisioni politiche
riguardanti le scadenze ineludibili quali la formazione delle camere con i loro
presidenti, la formazione di un governo e l’elezione del nuovo Capo dello
Stato, credo che sia necessario fare una riflessione più attenta sulle diverse
posizioni degli eletti, al fine di capire chi si sta accingendo a ”guidare” la
“Barca Italia” e che non sia una figura come “Schettino”. Certo per chi come me
crede nella politica e nelle responsabilità dell’elettorato sia passivo che
attivo, non è facile accettare questa
situazione che manifesta in sostanza due facce della stessa medaglia: da un
lato l’incapacità di leggere lo scenario della politica da parte
dell’elettorato attivo dall’altro l’incapacità di comprendere che per fare il
parlamentare occorre un senso di responsabilità che non permette di prescindere
da specifiche competenze etiche e di formazione per la costruzione del bene
comune. Perché dico ciò? La mia visione etica non mi permette di vedere
nell’attuale contesto parlamentare soluzioni di etica politica rivolte ad un
vero obiettivo di bene comune. Le mie parole, i miei precedenti post, non sono
stati presi in considerazione da coloro che invece ritenevo avessero almeno un
po’ di interesse a trovare le giuste soluzioni. Nell’ultimo post di questa
Agenda-etica, concernente la maniera di risolvere il debito pubblico e con esso
il rilancio del lavoro e dello sviluppo economico, terminavo dicendo che
aspettavo il premier….purtroppo questo premier pare essere un miraggio….il
premier che attendiamo non esiste: se infatti vediamo i partiti ed i movimenti
vincitori delle elezioni capiamo subito che questo premier continua ad essere
solo un miraggio. Fare il premier, lo ha dimostrato Mario Monti, non è qualcosa
che possa essere inventato tecnicamente! Nonostante tutte le sue competenze,
infatti, dall’operato del suo governo si contano più danni che benefici. Per non
parlare poi del riesumato, precedente Premier la cui attività di governo quasi
ventennale ha ridotto l’Italia a divenire uno dei PIIGS. Continuando la
disamina possiamo dire che anche il buon “Bersani” “smacchiatore di giaguari”
ha agito in maniera poco politica e molto partitica, dimenticando che tra il
parlare degli interessi del Paese e fare gli interessi del Paese ce ne corre. Dopo
questa “sconfitta” dovrebbe solo pensare a trovarsi un sostituto capace di
guidare il Partito. Da ultimo, tralasciando Ingroia al quale avevo dato
inizialmente un pochino di fiducia, per
la sua volontà di fare qualcosa di nuovo, ma rivelatosi poi solo a parole, non
si può non considerare la posizione direi “pericolosa” di Grillo e company. Il
problema che appare evidente a chiunque “mastichi “ anche poco di politica e di
filosofia politica è quello di trovarsi di fronte ad un fenomeno che ci riporta
ai primi anni “’20” del secolo scorso. La stessa atmosfera di insoddisfazione,
la stessa volontà di distruggere il sistema, e la stessa rabbia contro tutte le
istituzioni da riformare. L’altra cosa che si legge dalle scelte e dalle comunicazioni
del leader del Movimento 5 stelle è la mancanza di qualsiasi volontà di
costruire. Si rifiuta il dialogo, si rifiutano le istituzioni, si rifiuta
l’organizzazione, ma poi…non si propone nulla se non cose che sarà molto
difficile per i neo eletti del Movimento realizzare. Questo Movimento infatti
non esprime un Presidente del Consiglio in pectore che possa prendersi la
responsabilità di condurre un esecutivo con la dovuta credibilità necessaria
per riscattarci in termini europei. Manca l’organizzazione e la dovuta
competenza regolamentare per affrontare i lavori parlamentari delle diverse
commissioni. Manca la prospettiva politica necessaria per partecipare ad un
sistema parlamentare. Manca la percezione della dignità della democrazia
rappresentativa, sostituita da una idea precisa di dittatura “democratica” del
leader che dice “se non fate quello che dico io, che sono tutte cose giuste:
fuori dal Movimento”. Allora quali considerazioni fare? Io comincerei con il
dire, con J.Maritain, che senza una filosofia politica non ci può essere
politica. Poi, non è sicuramente detto che i consensi ottenuti siano duraturi:
tutti sappiamo che se diamo fuoco ad un mucchio di paglia abbiamo un grande
falò….ma poi? E’ vero che tutti i nuovi eletti sono dei “novizi” onesti, pieni
di buone intenzioni, ma il proverbio dice che “la via dell’inferno è lastricata di buone
intenzioni”….e quindi siccome una legislatura, si pensa che dovrebbe durare, se
non fino alla sua scadenza, almeno tre anni, chi garantisce che dopo il primo
momento di euforia i nuovi eletti non comincino a fare comunella con i “vecchi
Volponi”? non dimentichiamo che anche se abbiamo un cesto intero di buone mele,
ne basta una marcia per guastare tutte le altre in maniera irreversibile! Non è
dato il processo inverso e cioè che una maggioranza di mele buone “risani”
quella marcia. Non dimentichiamo che gli eletti dei partiti con cui Grillo non
vuole trattare, conoscono bene i
meccanismi che hanno rovinato la politica italiana: uno dei quali, emblematico
tra tutti, il famoso CAF (Craxi-Forlani-Andreotti) non dimentichiamo che uno
dei segretari di Forlani si chiama Pierferdinando Casini.
Ciò che mi domando è
come potranno degli “sprovveduti “ mantenersi fuori dai giochi? Come può un
politico”ingenuo” del Movimento, capire i trucchi che il politico “navigato”
pone in atto? La politica “all’italiana” purtroppo è quella del “Do ut des” di “Bertinottiana”
memoria. La logica è sempre quella di riuscire a spuntare qualcosa….per cui
basta dire no…per ottenere quello che si vuole. Inoltre vige sempre il pericolo
della possibile “compravendita” di politici, come è sempre accaduto nel nostro
parlamento tristemente noto per il “trasformismo” di certi suoi esponenti….e
ultimamente divenuto vero e proprio mercato….come…la vicenda De Gregorio
proprio in questi giorni insegna.
Allora quali speranze possiamo nutrire da un
Movimento il cui Leader non prende responsabilità parlamentari, che non ha
alcuna intenzione di dare fiducia ad un Governo necessario. Che fiducia dare ad
una compagine di deputati e senatori eletti (o nominati) che non sono in grado
di decidere autonomamente, e che pretendono per bocca del loro leader di fare
un loro esecutivo…un governissimo senza rendersi conto che la governabilità non
si ottiene con l’imposizione del proprio governo, ma con la negoziazione di
misure e riforme condivise a cui votare la fiducia. Se viene tradita tale
fiducia, il governo viene fatto cadere. Da qui si evidenzia l’incapacità di governo
del Movimento, che sta cavalcando la tigre dei consensi senza dimostrare di
avere concretezza di idee per costruire quella nuova Repubblica che vorrebbe.
Grillo e company, non hanno ancora capito che con il piccone si può solo
distruggere e che i muri portanti di una casa si tirano su impastando il
cemento e piegando il tondino con fatica e soprattutto con molta pazienza e
abilità oltre che competenza.
Io
proverei a dipingere tre realtà: 1) il Movimento impone in un governo di
coalizione con il PD a prendere determinate decisioni in merito alle riforme
più urgenti: lavoro, costi della politica, rilancio economico imprenditoriale,
riforma sanitaria, scuola, Università, ricerca e rinnovamento delle
istituzioni, con impegni temporali precisi
pena la revoca della fiducia; 2) Grillo fa un governissimo Movimento 5
stelle a cui il parlamento vota la fiducia…..dopo 6 mesi tale governo cade
tristemente incapace di portare avanti le riforme prospettate. In questo caso
il Movimento perdendo di dignità politica, non avendo altro da distruggere,
implode e tende a scomparire come consenso e quindi come prospettive future. Si
va dunque a nuove elezioni ed il Movimento non viene più votato…facendo la fine
del partito dell’"Uomo qualunque”. 3) questo è lo scenario più pericoloso che
spero non si verifichi….Il Movimento 5 stelle non dà la fiducia ad alcun
governo, non si forma il governo, si sciolgono di nuovo le camere per andare a
nuove elezioni…….nella nuova tornata Grillo prende il 70%, finisce la violenza
verbale nelle piazze…… si va alla conta degli amici e dei nemici del Movimento……e
comincia……l’alba di una nuova…..Era……gli italiani di terra di cielo e di
mare…..saranno costretti a capire da soli!
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