etica

"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". (Dante, Inferno canto XXVI, 116-120).


martedì 14 maggio 2013

IL NUOVO PREMIER ENRICO LETTA ED IL DILEMMA ETICO DELLA SOLUZIONE DEL DEBITO



Un abbattimento del nostro debito sovrano pertanto è perentorio perché ci farebbe recuperare la spesa per interessi e sostenere l’economia, ma come si fa se siamo bloccati dall’Euro, dallo spread, e soprattutto dal binomio recessione disoccupazione? Il sistema come dicevo è complesso, ma senza approfondirne  gli elementi, perché non è questa la sede, possiamo dire al futuro premier che facendo indebitare un ente ad hoc, con controgaranzia reale, senza sborsare un euro, senza vendere demanio e soprattutto senza aumentare le tasse si può azzerare totalmente il debito, in un’unica soluzione: l’intero debito di 2 mila miliardi evitando di pagare 100 miliardi circa di interessi annui e liberando di conseguenza risorse per almeno un terzo del servizio del debito che nei primi cinque anni sono pari a 170 mila miliardi da dedicare al sostegno del tessuto imprenditoriale e dell’occupazione. Il valore aggiunto inoltre sarebbe dato da pagamenti  sostenibili diluiti nel tempo e dalla corrispondente creazione di un ulteriore mercato che usufruirebbe di circa 34 miliardi di euro di volume annuo da immettere nel circuito economico.  Credo che gli elementi descritti possano essere la base per discutere la fattibilità di un progetto che potrà essere chiamato veramente “decreto sviluppaitalia” : l’idea c’è ed è chiara, il progetto c’è ed è certamente fattibile,  vediamo se c’è il Premier……….. 
Romeo Ciminello post del 10 febbraio 2013



Non sono uso citarmi, ma poiché quella che ho riportato è una proposta che avevo fatto al potenziale premier poco prima della tornata elettorale. Ora che il Premier esiste ed è politico, competente ed effettivo, ritengo sia importante riformularla direttamente. Poi, a maggior ragione, dato che questo Premier si chiama Enrico Letta. Sono infatti ancora più contento e fiducioso perché ho avuto modo di conoscere la sua posizione etica direttamente quando per il primo convegno del Comitato di  Promozione Etica, di cui sono Presidente, programmato per il 13 novembre 2003  fu l’unico deputato, tra i diversi interpellati, che si rese disponibile ad affrontare il tema che avevamo affidato al relatore politico: “Come si conciliano etica ed impegno politico”. Ciò che allora mi lasciò perplesso, fu la grande attenzione che i politici interessati davano al tema, ma guarda caso, declinando qualsiasi possibilità di partecipazione adducendo le scuse più disparate. L’Onorevole Enrico Letta invece,  pur sottolineando i diversi impegni, mi confermò, telefonicamente che avrebbe partecipato e che avrebbe tenuto una relazione su quel tema, che tra l’altro gli stava molto a cuore.
Devo confessare che, nonostante l’assicurazione ricevuta, ero rimasto con un ragionevole dubbio sulla sua partecipazione, perché non avevo ricevuto alcuna risposta ufficiale. E a volte si sa…la memoria potrebbe anche non far ricordare…. Invece quando lo vidi arrivare nell’aula della Pontificia Università Gregoriana, dove si teneva il Convegno, rimasi entusiasta: era il primo convegno ufficiale del Comitato ed avere un uomo politico di tale levatura, a cui andava tutta la mia stima, mi rendeva oltremodo soddisfatto. Ma tale soddisfazione salì veramente alle stelle quando lo udii parlare del tema affidatogli. Era esattamente in linea con gli obiettivi del Comitato. Si riferiva con chiarezza ai principi della Dottrina sociale della Chiesa e soprattutto aveva un concetto chiaro dell’etica nella politica, come servizio rivolto al bene comune a cui l’uomo politico non può sottrarsi. La lealtà della propria azione rivolta alla salvaguardia dell’equilibrio sociale era qualcosa, secondo Enrico Letta, che l’uomo politico doveva avere chiaro nella sua visione in quanto l’etica anche per lui si  concretizzava nella convinzione che ciò che guida la nostra idea è che l'uomo pur se a volte incapace di decidere in maniera autonoma, se riceve un messaggio di verità in cui crede, sa farlo proprio perseguendolo fin'anche al sacrificio della vita. Pertanto dal suo discorso traspariva una proposta molto interessante guidata da una riflessione su una parola di speranza per l'uomo, contro le realtà negative di questo tempo. Mi ricordo che non aveva alcun dattiloscritto, ma solo alcuni foglietti scritti di suo pugno giusto per non perdere il filo del discorso e devo dire che per tutti gli intervenuti quello fu un momento di riflessione su quanto di positivo poteva essere proposto con parole chiare ed indirizzate in maniera lucida e pacata verso la platea che ascoltava con attenzione attratta dal filo conduttore di una metodologia, prettamente umana e tipica del Magistero e che gli sembrava propria: osservare, giudicare ed agire. Un discorso estremamente attuale anche per oggi. Ora credo che questo mio ricordo giunga a proposito per richiamare alla mente del nostro premier che l’etica nella politica rappresenta la speranza fattiva che permette a colui che investito della responsabilità di operare per il bene comune, (in questo caso proprio il Premier) di prendere le giuste decisioni per ridare fiducia ad un progetto sociale che sembra sfilacciarsi di giorno in giorno sempre di più. Ma come ritessere questo progetto sociale? Oggi che tutti sono critici verso la classe politica. Oggi che tutti ammiccano al “ritiro in Abazia” o alla frase “per fare spogliatoio”, io credo che si debba, come Governo, dare una risposta importante almeno su due elementi fondamentali: il lavoro ed il posto politico dell’Italia in Europa. Ciò lo si può fare a mio avviso soltanto con due provvedimenti che pur se impegnativi saranno il “salto di paradigma etico” dell’azione politica e cioè la prima cosa è la soluzione del debito pubblico che ci rende schiavi soggetti ad una immobilità recessiva in termini di politica economica e la seconda è la riforma della legge elettorale che dia certezza di schieramento in base al volere degli elettori e non a proiezioni tecniche mirate al mantenimento delle poltrone e del potere. Una compagine politica in grado di avere credibilità politica in Europa. Ecco come Enrico Letta può conciliare l’etica con la politica. Da parte mia mentre per la seconda soluzione non ho elementi di approfondimento da suggerire, ma lo ritengo un campo già ampiamente battuto, per la prima invece, come aveva già detto nel mio blog precedente: resto a disposizione del Premier per discutere come uscire dalla spirale perversa e recessiva del debito per creare innanzitutto fiducia e rilancio delle attività lavorative attraverso l’uso di strumenti tecnico-finanziari che da un lato permettano di liberarsi del pesante giogo dell’ingente servizio del debito e dall’altra di liberare risorse da mettere a disposizione per il rilancio delle attività produttive. Ciò che di convincente posso dire in questa sede è innanzitutto che
1)     a livello di normativa europea c’è l’articolo 21.3 del PROTOCOLLO SULLO STATUTO DEL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI  E DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA che ci darebbe lo spazio necessario.
2)      A livello di unità immobiliari censite al catasto in diverse categorie l’ammontare totale di quelle censite nelle categorie A, B, C, D ed E è pari a 60.217.470. Quindi volendo attribuire un valore medio di circa 182 mila euro per unità immobiliare si avrebbe un patrimonio totale pari a € 10.959.579.540.000,00 (quasi 11 mila miliardi di euro) vale a dire che il debito è circa un quinto del totale del patrimonio immobiliare.
3)     A livello di tassi di interessi a fronte di un tasso medio del 5% gravante sul nostro debito si verrebbe a pagare l’1% e si realizzerebbe così un risparmio del 4% annuo.
4)     Tale risparmio permetterebbe una destinazione dei fondi risparmiati dal servizio del debito circa 34 miliardi di euro all’anno verso la creazione di strumenti di sostegno agli investimenti delle imprese per complessivi 170 miliardi di euro nei primi cinque anni.
5)     A livello di rapporto debito/pil non ci sarebbero più vincoli, ed il saldo primario sarebbe positivo 
            PROSPETTO 3. AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA
Anni 2008-2012, milioni di euro a prezzi correnti e valori percentuali Aggregati
2008
2009
2010
2011 (a)
2012 (a)
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) netto
-42.700 
-82.752
-69.173
-59.800
-47.446
Indebitamento netto/Pil (%)
-2,7 
-5,4
-4,5
-3,8
-3,0
Saldo primario
38.612 
-11.889
1.980
18.551
39.271
Saldo primario/Pil (%)
2,5 
-0,8
0,1
1,2
2,5
Prelievo fiscale
671.783 
654.060
660.951
672.166
689.526
Pressione fiscale/Pil (%)
42,6 
43,0
42,6
42,6
44,0
Debito
1.671.001 
1.769.255
1.851.252
1.907.392
1.988.658
Debito/Pil (%)
106,1 
116,4
119,3
120,8
127,0
                  
Fonti: ISTAT  Report 1/3/2013 - per il Debito Pubblico Banca d'Italia a) dati provvisori

Sperando di aver fornito un’utile idea su cui confrontarsi, resto a disposizione del Premier per poterne discutere i particolari.  Ritengo infatti che il momento politico che stiamo attraversando, in cui sembra manifestamente mancare l’interesse per il bene comune a favore di un più egoistico tornaconto partitico, credo che questo potrebbe essere l’argomento su cui fondare una stabilità di governo vera e soprattutto un riscatto effettivo della politica italiana e con questa il rilancio della sua immagine europea che purtroppo vede ancora la nostra Italia annoverata tra quei paesi denominati con scherno PIIGS e….l’etica della politica questo Onorevole Enrico Letta non può più permetterlo.




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